Tempi e ritmi giusti per un film di denuncia che fa riflettere sulle recenti derive autoritarie. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Barbara Petti.
di A cura della redazione
1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato smantellato da un anno e i suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni. Verranno sottoposti a una nuova forma di tortura mirata ad abbattere la loro resistenza psicologica. Tra loro c'è anche Pepe Mujica, futuro Presidente dell'Uruguay.
Il film ci ricorda ciò che accade quando una dittatura in nome di un preteso 'diritto' cancella qualsiasi forma di umanità verso i detenuti.
Seguiamo tre dei nove guerriglieri catturati ed assistiamo a una scientifica quanto abietta strategia finalizzata a devastarne la psiche, uccidendoli di fatto pur mantenendoli in vita.
In occasione dell'uscita di Una notte di 12 anni, in sala dal 10 gennaio, Barbara Petti interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.