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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
Settembre 1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno.Tre uomini lottano contro la dittatura. Il film è stato premiato agli European Film Awards, ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Goya, In Italia al Box Office Una notte di 12 anni ha incassato 158 mila euro .
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Settembre 1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni. Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento; una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica.
È interessante che a distanza di pochi giorni arrivino nelle sale cinematografiche italiane due opere che ci ricordano ciò che accadde in due Paesi dell'America Latina nella seconda metà del secolo scorso. Si tratta del documentario Santiago, Italia di Nanni Moretti sul Cile e di questo film.
Entrambi, seppure con modalità narrative diverse, ci ricordano ciò che accade quando una brutale dittatura in nome di un preteso 'diritto' cancella qualsiasi forma di trattamento umano nei confronti dei detenuti. Seguiamo i 4323 giorni di detenzione di tre dei nove guerriglieri catturati ed assistiamo ad una scientifica quanto abietta strategia finalizzata non tanto ad ottenere informazioni (le quali con il trascorrere degli anni divengono sempre meno utili) quanto piuttosto per devastarne la psiche uccidendoli di fatto pur mantenendoli in vita.
Di carcere in carcere siamo testimoni delle privazioni e umiliazioni a cui vengono sottoposti nonché alla falsa assistenza esibita nel momento in cui la Croce Rossa chiede di conoscerne le condizioni di detenzione. In questo inferno costituito da celle fatiscenti possono però essere dettate lettere d'amore per procura o si può arrivare al ridicolo di una defecazione difficile da realizzare per mancanza di un'autorizzazione superiore. Ciò che prevale però è la denuncia di un sistema di oppressione che ha cinematograficamente i tempi e i ritmi dei film che negli anni '70 avevano il coraggio di raccontare quanto accadeva e riuscivano ad attrarre un pubblico anche numericamente considerevole.
Si pensi, a titolo di esempio, al cinema di Costa Gavras a partire da Z - L'orgia del potere. Quanto è accaduto di recente con Sulla mia pelle lascia ben sperare nel fatto che, per quanto lontane nel tempo e nello spazio, queste vicende uruguaiane attirino almeno un po' di attenzione. Scriveva Cesare Beccaria nel 1764: "Una crudeltà consacrata dall'uso nella maggior parte delle nazioni è la tortura del reo mentre si forma il processo, o per costringerlo a confessare un delitto, o per le contradizioni nelle quali incorre, o per la scoperta dei complici, o per non so quale metafisica ed incomprensibile purgazione d'infamia, o finalmente per altri delitti di cui potrebbe esser reo, ma dei quali non è accusato." Film come questo possono forse aiutare a far riflettere anche chi, ancora oggi, vorrebbe che i metodi di tortura tornassero a non essere più considerati come reati.
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Dopo cinque minuti di questo film provi l’impulso fortissimo ad alzarti e andare, perché non ce la fai a reggere la violenza, il sadismo, la sofferenza, la follia che vedi rappresentati sullo schermo con un impatto di immagine, colore e suono che non ti lasciano tregua. Vengono descritti 12 anni di detenzione carceraria di tre tupamaros, Pepe Mujica, Eleuterio Fernández Huidobro [...] Vai alla recensione »
“Una notte di 12 anni” (La Noche de 12 Años, 2018) è il terzo lungometraggio del regista di Montevideo Alvaro Brechner. Film documento sul potere dittatoriale tra il 1973 e il 1985. Quando la notte buia di un paese vorrebbe trasformare l’idea e l’ideologia oltre che l’uomo stesso. Il carcere come simbolo integrale di chiusura al mondo, totalizzante all’estr [...] Vai alla recensione »
Mujica, lo straordinario uomo politico venezuelano, è stato oggetto di due film alla75 Mostra di Venezia. Ora esce nelle sale il primo, La noche de 12 años (in Italiano Una notte di 12 anni). Una notte lunga 12 anni è stata la prigionia inflitta nel settembre 1973 a Mujica, Mauricio Rosencof e Fernández Huidobro, tre capi dei Tupamaros, il movimento di guerriglia [...] Vai alla recensione »
#Venezia75 #LaNOCHEde12ANOS - Orizzonti - 12 anni di prigionia e di torture per tre tupamaros arrestati dall'esercito sotto la dittatura di destra in Uruguay. Dal 1973 al 1985 i tre sono sempre uniti pur senza potersi vedere e senza comunicare verbalmente. Ma sapranno superare tutto con il coraggio e la forza dei veri vincitori. Fino al nuovo avvento della democrazia.
Nessun diritto per i membri di un gruppo appartenente ai Tupamaros, un movimento di resistenza rispetto alla dittatura militare in Uruguay. Nessuna dignità come avviene durante i regimi, quando l’unico diritto è quello del carceriere per cui il dovere è torturare il detenuto. E’ un film duro nella sua crudezza, senza fronzoli anche oltre le banalità del politicamente [...] Vai alla recensione »
Film potentissimo, uno dei più bei film che abbia mai visto. Ti tiene incollato alla sedia e allo schermo ininterrottamente, non riuscivo ad alzarmi nemmeno alla fine. Duro, crudo, sincero, realistico e reale. La tortura dei prigionieri non la vedi ma la senti nelle viscere. Nonostante il dolore che provi così emotivo da essere fisico, durante tutta la proiezione non esce una lacrima, [...] Vai alla recensione »
1973. Nell’Uruguay di Bordaberry i militari catturano un gruppo di guerriglieri e li conducono in carcere; tra di essi ci sono 3 dirigenti dei Tupamaros : Josè “Pepe” Mujica (Antonio De la Torre), Maurizio Rosencof (Chino Darin) ed Eleuterio Huidobro (Alfonso Fort). L’isolamento è strettissimo: i carcerati non devono parlare neanche con le guardie; non hanno [...] Vai alla recensione »
L’uruguaiano Brechner apre una finestra sul recente passato del suo paese mostrandoci impietoso l’orrore delle carceri di regime e le torture indicibili e la prigionia disumana cui furono sottoposti gli oppositori in armi negli stessi anni in cui la libera e democratica Italia subiva l’oltraggio dell’assalto innominabile delle bombe e del terrore stragista della strategia [...] Vai alla recensione »
film importante per ricordarci dei diritti di opinione , filmato magistralmente con grande sensibilità e non scontato
Lo ammetto, alla fine ho pianto, un pianto liberatorio e ho fatto fatica a reprimere le lacrime anche una volta 'uscita dal cinema. Come abbiano fatto a resistere quegli uomini è davvero un mistero, eppure tra loro ci sarebbe stato anche il futuro presidente dell'Uruguay! Ho riflettuto sulla piccolezza della mia vita, lo ammetto, questo film fa stare male se pensiamo che ci sono persone [...] Vai alla recensione »
Indispensabile per capire cosa è successo in Uruguay con la dittatura militare.
Settembre 1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni. Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento; una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica.
Tra di loro c'è anche Pepe Mujica, futuro Presidente dell'Uruguay.
In occasione dell'uscita al cinema di Una notte di 12 anni (guarda la video recensione), il regista Álvaro Brechner racconta la genesi del film.
È stato l'anno di Pepe Mujica quest'anno alla mostra di Venezia: sull'ex presidente dell'Uruguay che ha abbassato la povertà del paese al 9% si sono visti due film e la sua stessa presenza ha trasmesso moniti sulla responsabilità di tutto l'occidente nei confronti della povertà nel mondo, sulla necessità di creare un «piano Marshall» per l'Africa. Mentre Kusturica ha realizzato un documentario folgorato [...] Vai alla recensione »
Rimettere in scena il passato come gesto di rigenerazione, raccontarlo attraverso nuove immagini in cui riconoscere un vissuto condiviso, con cui dare forma a un'identità comune. Queste sono le operazioni attuate negli ultimi anni da alcuni cineasti sudamericani che si confrontano con la Storia, riscrivendo, con pratiche e stili diversi, alcuni avvenimenti, spesso traumatici, dei loro paesi.
Si tratta di una sfida davvero complessa quella intavolata da Álvaro Brechner. Il cineasta uruguaiano ha infatti tra le mani una storia tanto affasciante quanto urgente da raccontare che si basa sui ricordi di tre personalità dell'Uruguay contemporaneo: il leggendario José "Pepe" Mujica (ex Presidente dell'Uruguay), lo scrittore Mauricio Rosencof e Eleuterio Fernández Huidobro (già Ministro della [...] Vai alla recensione »
La notte del 7 settembre 1973 i militari uruguayani golpisti sequestrano nove tupamaros già in carcere, e li portano in luoghi che rimarranno segreti. Se i guerriglieri in libertà torneranno a combattere, i nove saranno uccisi. Una notte di 12 anni (La noche de 12 años) racconta la sorte di tre di loro: Mauricio Rosencof (Chino Darín), Eleuterio Fernández Huidobro (Alfonso Tort) e José Mujica (Antonio [...] Vai alla recensione »
Dodici anni di umiliazioni, torture, in un film che parla ai sensi prima che alla ragione. Dodici anni di privazioni totali punteggiate da pochi esterni struggenti e rari flashback. Dodici anni, 1973-1985, durante i quali il mondo cambia anche se i tre protagonisti non sanno nulla perché vengono trasferiti di continuo ma non possono comunicare tra loro né con i loro carcerieri.
Dall'Uruguay. Ma che errore sottovalutare il piccolo e il lontano. Ricostruisce l'incredibile resistenza di tre oppositori tupamaro del regime militare, imprigionati dal 1973 al 1985 con impietosa missione: «Non possiamo ucciderli, li facciamo impazzire». Il film racconta come. Nella crudele galleria di privazioni, isolamenti, torture e simulazioni, la regia di Brechner, claustrofobica ma fedele a [...] Vai alla recensione »
Pepe Mujica è uno dei personaggi del Novecento che fanno ritrovare l'ottimismo per il genere umano. Guerrigliero tupamaro, è arrestato e segregato in una cella di totale isolamento: una notte durata dodici anni. Alla fine della dittatura diventa presidente dell'Uruguay, un presidente che dalle aule del Parlamento passa ad arare i suoi campi, che donava il 90 per cento del suo stipendio parlando di [...] Vai alla recensione »
Una notte di 12 anni, terzo lungometraggio del regista uruguaiano Alvaro Brechner, presentato a Venezia è, diciamolo subito, un film da non perdere per la vicenda che affronta e per il gesto artistico che ne costruisce la rappresentazione. 1973, Uruguay: un colpo di stato militare consente l'instaurazione di una dittatura, che sopprime i partiti politici e determina la fine di ogni libertà democratica. [...] Vai alla recensione »
La cinepresa indugia nel mostrare con realismo il quasi nulla che si vede dietro una benda che copre gli occhi, mostra la visione dal basso di un immenso silos dove il prigioniero è recluso, si sofferma dentro spazi via via più angusti. Svela poi il piacere fisico che può provare un recluso in isolamento totale nell' assaporare, per la prima volta da anni, l'odore di un quaderno di carta, o quello [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta il cinema si prende carico di alzare il velo sulle storie celate, sconosciute per farle diventare patrimonio universale. Álvaro Brechner è il regista e scrittore di questa lunga e drammatica odissea detentiva di tre appartenenti alle formazioni clandestine dei Tupamaros durante la dittatura militare in Uruguay. I tre detenuti che conosciamo con i nomi di Rosco, Ñato e José Mujica vengono [...] Vai alla recensione »
Il titolo si riferisce alla lunga pena di detenzione inflitta in Uruguay ad alcuni esponenti del movimento ribelle dei Tupamaro, arrestati dagli squadroni della morte all' indomani del colpo di stato militare del luglio 1973 e rilasciati nel 1985 dopo la caduta della dittatura. Il regista Alvaro Brechner rievoca quei dodici anni di orrore attraverso tre personaggi che in seguito avrebbero avuto importante [...] Vai alla recensione »
«Visto che non li possiamo ammazzare, almeno facciamoli impazzire». Parola di dittatura. Così i tupamaros incarcerati nel 1973 in Uruguay incominciano da uomini e finiscono da larve i loro 12 anni di galera. Tra loro anche José Mujica, futuro presidente del Paese democratico protagonista in cella di un itinerario horror che dalla condizione di normalità fisica declina nei sintomi della follia e del [...] Vai alla recensione »
Settembre 1973. L'Uruguay è finito sotto il controllo di una dittatura militare che sta smantellando il movimento dei Tupamaros. In particolare, una notte, nove membri vengono imprigionati e torturati. Un'operazione militare che durerà ben dodici anni, portando i reclusi quasi al limite della pazzia. Uno di questi era Pepe Mujica (Antonio de la Torre), il futuro Presidente dell'Uruguay.
Dopo le riflessioni sul passato e il valore della memoria affrontate nelle commedie Bad Day to Go Fishing e Mr. Kaplan, con Una notte di 12 anni l'uruguayano Álvaro Brechner cambia registro, realizzando un dramma psicologico sugli anni di carcerazione del futuro presidente José Mujica e dei suo compagni Tupamaros, oppositori alla dittatura militare instauratosi nel Paese nel 1973.
Una buia notte lunga dodici anni. Notte passata in carceri disumane, avamposti freddi e inospitali trasformati in prigioni, celle puzzolenti. Uruguay, 1973. Il futuro presidente del paese Pepe Mujica viene arrestato insieme ad altri due compagni tupamaro durante un'azione segreta con l'evidente scopo di annientare l'opposizione. L'obiettivo non è però uccidere i resistenti, fatto che potrebbe scatenato [...] Vai alla recensione »
1973-1984: 12 sono gli anni di dittatura militare in Uruguay e di cattività per i dissidenti di Tupamaros, un gruppo di guerriglieri d'ispirazione marxista-leninista. Una parentesi nella storia della nazione, uno iato incolmabile nella vita degli attivisti, non prigionieri politici ma "ostaggi" del governo, e in quanto tali privati di equo processo e diritti fondamentali.
Uruguay 1973, sotto la dittatura. Tre guerriglieri Tupamaros, detenuti, vengono prelevati dalle loro celle e sottoposti a una sorta di esperimento per distruggerne la resistenza fisica e psicologica. Trasportati in diverse caserme, isolati, quasi senza contatti con l'esterno, sottoposti a varie forme di tortura, servono da ostaggi da eliminare in caso di azioni violente da parte dei loro compagni. Vai alla recensione »