Cold War

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writer58 giovedì 3 gennaio 2019
paris, poland... Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
12%

Ho mandato una recensione su “Cold War” poco prima della mezzanotte del 31, ma deve essere stata inghiottita nel buco nero del Capodanno. Poco male, posso scriverne un'altra dopo aver lasciato sedimentare le mie impressioni per qualche giorno in più, anche se il film sembra opporre resistenza a una disamina “fredda” lasciandomi quelle sensazioni proprie di una grande opera, una miscela di emozioni, condivisione, ammirazione e speranza.

L'ultimo lavoro di Pawlikowski è essenzialmente un trattato sulla potenza e l'impossibilità dell'amore, inteso come comunione spirituale e fusione passionale, un'autentica “guerra fredda” tra ragione e pulsioni, tra individualità e desiderio di perdersi, tra fuga e bisogno di unire, di annullare le differenze, di con/fondersi. [+]

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vanessa zarastro sabato 22 dicembre 2018
nec sine te, nec tecum vivere possum Valutazione 5 stelle su cinque
76%
No
24%

Una storia d’amore così non la vedevo al cinema dai tempi di “Jules e Jimes” del 1962! Così l’incipit del film di Truffaut: «M'hai detto: ti amo. Ti dissi: aspetta. Stavo per dirti: eccomi. Tu m'hai detto: vattene».
Cold war”, girato in un magnifico bianco e nero in formato 4:3, narra le vicende del tormentato rapporto d’amore tra Wiktor e Zula durante l’arco di quindici anni, dal 1949 al 1964, tra la natia Polonia, la Berlino divisa, la Jugoslavia e la Parigi bohémienne. Gli ostacoli sono dovuti sia alla situazione politica che fa da sfondo alla vicenda, sia alla differenza caratteriale insita tra i due protagonisti. [+]

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michelecamero sabato 22 dicembre 2018
storia d'amore potente e fascinosa. Valutazione 3 stelle su cinque
91%
No
9%

 Film polacco girato in bianco e nero con sequenza a schermo quadrato quasi a voler definire con certezza la narrazione scenica e, chissà, forse anche con intenti esclusivi, nel senso di escludere dallo schermo ogni orpello che si rivelasse estraneo alla vicenda di cui si stava occupando l’opera d’arte. E’ completamente incentrato sul racconto di una grande e potente storia d’amore nata nella Polonia del dopoguerra in un’epoca in cui si gettavano le basi per la Polonia comunista con la conseguente omologazione socio - politico – culturale di quel Paese. Una storia d’amore fortissima nonostante i tanti contrasti che incontra lungo tutto il suo percorso, disseminati dalle problematiche della guerra fredda ma anche dalle difficoltà psico - caratteriali dei due protagonisti, compresa la incapacità della donna di adattarsi alle “metafore” ed allo stile di vita occidentale al punto da fuggire Parigi per tornarsene a Varsavia, percorso che rifarà, per non perderla ancora una volta, l’uomo che affronterà tuttavia conseguenze ben più dolorose per questo suo ritorno in Patria. [+]

[+] una storia d'amore, travagliata e sofferta (di antonio montefalcone)
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kimkiduk venerdì 28 dicembre 2018
grandissima regia Valutazione 5 stelle su cinque
85%
No
15%

Film affascinante per mille motivi; capisci perchè premiato a Cannes e come film europeo e candidato agli Oscar.
Regia mostruosa per me, con riprese bellissime nella scelta, ormai consueta, del regista, anche Ida era così, di un bianco e nero pieno di colori e un formato quadrato (penso sia un 4:3) che sembra come un 16:9 tanto non lo noti.
Pawlikowski inoltre riempie il film di momenti scenografici fantastici: Bateau mouche con passaggio davanti Notre Dame con loro abbracciati tipo Titanic; oppure quando sono appoggiati ad un enorme vetro riflettente la sala piena con loro in evidenza ed il retro sfuocato; e tante altre perle che per un profano come me risultano bellissime. [+]

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freerider giovedì 27 dicembre 2018
cinema autoriale europeo al suo massimo splendore Valutazione 5 stelle su cinque
64%
No
36%

 
Magnifico film, va detto senza indugio, "Cold War" è esemplare testimonianza di un cinema d'autore di matrice europea che rinasce dalle sue radici culturali più profonde per rilanciare un progetto espressivo di notevole spessore, complessità e impegno. 
 
Uno degli elementi di pregio che più unanimemente gli sono stati riconosciuti consiste nell'eleganza della composizione formale, ma vale la pena spingersi oltre il mero riconoscimento dell'appagamento visivo che se ne ricava, perchè la finezza del bianco e nero di "Cold War" non risulta mai inerte o fine a se' stessa né l'assetto dell'inquadratura è mai puramente decorativo, ciò di cui facciamo esperienza con gli occhi - ma non solo - è invece un'estetica assai raffinata ma non priva di crepe vitali, la ricercatezza dell'immagine non è soltanto esteriore, è sempre animata dall'interno e resa viva dal significato insito nella scena stessa. [+]

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nino pellino sabato 29 dicembre 2018
un amore difficile ai tempi della guerra fredda Valutazione 3 stelle su cinque
67%
No
33%

Ottimo film per quanto riguarda l'aspetto della regia e dell'eccellente stile in bianco e nero della pellicola. La trama ci descrive la storia di due perenni innamorati il cui amore è costantemente ostacolato dalle barriere ideologiche e politiche della loro epoca e soprattutto dalla volontà di lei di non abbandonare la propria notorietà artistica per fare posto, con determinazione, ad un grande amore assoluto, ma con il rischio di essere vissuto probabilmente senza vere sicurezze future e in povertà. Comunque, dopo tante peripezie e indecisioni succedute nel corso degli anni con relativi spostamenti da una nazione all'altra, quando finalmente i due amanti decidono di abbandonare le loro separate vite artistiche per realizzare il loro sogno d'amore, sposandosi clandestinamente in una chiesetta dle loro paese di origine, si accorgono che comunque, anche in quest'ultima circostanza, le loro vite denotano dei vuoti realizzativi, per cui prenderanno, in comune accordo, la loro decisione estrema. [+]

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daniela giovedì 27 dicembre 2018
forma e contenuto: bellezza pura Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Quando forma e contenuto non possono essere scisse e diventano una cosa sola - e non capita spesso – allora, solo allora, si crea una magia. La magia della bellezza più pura. Così lo sguardo di Zula che seduce per la prima volta Wictor lo vedi riflesso nello specchio durante una festa e mi riporta alla mente, anche se con l’immagine ribaltata, il bar delle Folies-Bergére di Monet. Ogni inquadratura perfetta ti inchioda all’ascolto di una musica ipnotica e toccante e ti immerge nella bellezza commovente di una Polonia brulla e disadorna, ma che sa diventare luminosa e raggiante.
Ecco, quindi, che le scelte stilistiche del regista permeano l’amore senza tempo di Wictor e Zula: lo schermo quattro terzi, la macchina da presa che a tratti assale i personaggi e a tratti li schiaccia di tre quarti nella parte bassa dello schermo, gli stacchi al nero ad ogni passaggio importante della storia. [+]

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jackbeauregard giovedì 3 gennaio 2019
esteticamente molto bello Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Cold War è un film esteticamente molto bello. Bianco e nero contrastato, grande cura delle inquadrature, dei veri e propri quadri d'autore. Il formato è sempre un 4:3 come in Ida, ma in Cold War ci sono molto più movimenti di macchina, mentre Ida era costruito quasi interamente da inquadrature fisse con i personaggi che  si muovevano all'interno di ogni quadro. Grande regia e fotografia.
Detto questo, devo ammettere che sono rimasto un po' deluso, come solitamente capita quando si hanno aspettative troppo alte.
C'è un certo squilibrio tra la prima parte, in Polonia, molto curata, ma forse eccessivamente lunga e la seconda, principalmente ambientata a Parigi. [+]

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camillalavazza venerdì 4 gennaio 2019
musica e vita Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

È la donna della mia vita” ripete più volte il musicista Wiktor nel corso del film. Ma di questa donna, Zula, interpretata dalla magnetica Joanna Kulig, che attrae qualsiasi sguardo, sia che il regista la collochi al centro  sia che la spinga ai bordi dell’inquadratura,  sappiamo fin dall’inizio – e lo sa anche Wiktor -  che ha subito un danno. Ce lo fa sapere lei stessa con una battuta folgorante nella prima parte del film, tra un vocalizzo e l’altro, e ce lo dimostra durante lo scorrere della storia, in cui i personaggi si amano e si perdono, si ritrovano, anche dopo lunghi intervalli di separazione, trasformati dalle diverse esperienze eppure intimamente identici, si fanno del male come se ferirsi e lasciarsi fosse solo un’altra dimostrazione d’amore (“L’ho fatto per te” dice, ad un certo punto lei, quando lui le domanda perché si sia sposata con altro). [+]

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felicity lunedì 30 marzo 2020
per un pubblico cinefilo Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%

Cold War mantiene quasi sempre lo stesso tono, ma ogni tanto si accende come avviene nella parte iniziale che appare più riuscita.
Il film appare però impenetrabile: ci sono delle ombre kafkiane, dove Parigi diventa claustrofobica, ma in cui vengono lasciati tutti i segni di una ricostruzione che formano quadri esemplari come quello del coro sullo sfondo dell’immagine di Stalin.
Un film imploso, forse per segnare metaforicamente tutta la persistente oppressione. 
Girato con eleganza impeccabile, in formato 4:3, splendidamente fotografato in un bianco e nero ora denso e lattiginoso, ora in grado di sovrimprimere un senso di graficità ai paesaggi e alle persone, Cold War è un film indirizzato prevalentemente a sedurre un pubblico cinefilo sempre alla spasmodica ricerca di un nuovo “classico” da celebrare. [+]

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