Cold War |
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Un film di Pawel Pawlikowski.
Con Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza, Cédric Kahn.
continua»
Titolo originale Zimna wojna.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 85 min.
- Polonia 2018.
- Lucky Red
uscita giovedì 20 dicembre 2018.
MYMONETRO
Cold War ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Paris, Poland...
di Writer58Feedback: 52949 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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giovedì 3 gennaio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho mandato una recensione su “Cold War” poco prima della mezzanotte del 31, ma deve essere stata inghiottita nel buco nero del Capodanno. Poco male, posso scriverne un'altra dopo aver lasciato sedimentare le mie impressioni per qualche giorno in più, anche se il film sembra opporre resistenza a una disamina “fredda” lasciandomi quelle sensazioni proprie di una grande opera, una miscela di emozioni, condivisione, ammirazione e speranza. L'ultimo lavoro di Pawlikowski è essenzialmente un trattato sulla potenza e l'impossibilità dell'amore, inteso come comunione spirituale e fusione passionale, un'autentica “guerra fredda” tra ragione e pulsioni, tra individualità e desiderio di perdersi, tra fuga e bisogno di unire, di annullare le differenze, di con/fondersi. Girato in un meraviglioso bianco e nero, più luminoso e profondo del colore, “Cold war” ci porta nella Polonia comunista del 1949. Wiktor dirige la Scuola di Musica di canto popolare, seleziona ballerini e voci del coro che interpreteranno i ritmi folclorici della tradizione. Zula è una giovane donna, dalla forte personalità, in libertà vigilata per l'omicidio del padre che voleva abusare di lei, cantante di talento. Il loro amore è impetuoso, ha la stessa forza di un magnete che attrae a sé gli oggetti nel proprio campo. Ma, allo stesso tempo, è sottoposto a sollecitazioni che rischiano di dissolverlo. Lo stalinismo pervade l'Est Europeo e arriva a invadere la stessa scuola di musica, che dovrebbe trasformarsi in un'agenzia di propaganda. Wiktor non vuole assecondare l'involuzione, progetta di superare la cortina di ferro e rifugiarsi a Parigi, Zula esita, teme la portata del cambiamento, lascia che Wiktor parta da solo. Quando, anni dopo, si ritrovano a Parigi, la loro passione è ancora intatta, così come le ragioni che li hanno spinti a separarsi. Anche quando lei può risiedere legalmente nella capitale francese, grazie a un matrimonio di facciata, la loro relazione appare contrastata, fragile, alterna momenti appassionati, con litigi, tradimenti, bicchieri di troppo, difficoltà di adattamento, rifiuto di un contesto culturale differente. Zula si concede e si nega, come se la sua passione potesse essere alimentata solo da situazioni estreme: soggiacere al desiderio con tutto il suo essere e subito dopo allontanarsi per cancellare, per ripristinare il “momento zero” dell'amore. Gli amanti in questo gioco ardono come falene troppo vicine al fuoco, finché Zula decide di rientrare in Polonia, senza lasciare alcuna comunicazione. Wiktor prova a rintracciarla telefonicamente, poi, come lo spettatore ha già intuito, varca clandestinamente la frontiera e torna nel suo paese dopo 10 anni di assenza. In Polonia viene torturato e condannato a 15 anni di carcere, ridotti a un terzo grazie all'intercessione di Zula. Gli amanti sono di nuovo insieme a fissare la campagna polacca, forse contenti per essere sopravvissuti alla follia della cortina di ferro, forse maledicendo in cuor loro il momento in cui si sono conosciuti e la rovina che sono riusciti ad attirare su di loro. “Cold war” è un film girato in modo magnifico, con scene che rimangono incise nell'immaginario dello spettatore, come quella della sala colma di persone viste attraverso lo specchio, con i protagonisti in primo piano e gli altri progressivamente sfocati oppure gli andirivieni di Wiktor e Zula per le strade di Parigi, inquadrature così nitide che sembrano girate mediante una macchina del tempo. Una storia narrata in modo magistrale, senza tempi morti, con una scansione temporale rapida che compendia 15 anni in un'ora e mezza di filmato. Un magnifico film, a mio giudizio il migliore dell'anno che si è appena concluso.
W.
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