Titolo originale | Kiss and Cry |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Chloé Mahieu, Lila Pinell |
Attori | Sarah Bramms, Dinara Drukarova, Xavier Dias, Aurélie Faula, Amanda Pierre Carla-Marie Santerre, Noémie Carroué, Ilana Bramms, Samuel Brian, Cassandra Perotin, Emma Bodier, Eve Cornet, Aline Faula, Lucas Morati, Angélique Perotin, Muriel Pierre, Christophe Santerre, Wim Willaert. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 novembre 2017
Un gruppo di pattinatrici adolescenti si confronta con amicizie, competizioni, innamoramenti e difficoltà. Il film è stato premiato a Torino Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Per una frattura al bacino che le precluderà l'agonismo, l'adolescente Cassandra è costretta a rinunciare al campionato più importante, lasciando la sua squadra di pattinaggio su ghiaccio dell'alsaziana Colmar orfana della propria "punta di diamante". Sarah avrebbe le qualità caratteriali e tecniche per aspirare per il ruolo, ma quindici anni sono un'età molto confusa per trovare in se stessi tutta quella determinazione, quando tutto ciò che ti circonda non fa che spingerti altrove.
Kiss and Cry prende a titolo il modo in cui nel pattinaggio si designa quel momento in cui si aspetta il giudizio sulla propria prova ad angolo pista.
Si dichiara perciò fin dall'inizio - su un inno francese smozzicato, che alcune delle ragazze non conoscono o addirittura non cantano nemmeno - una riflessione sull'aspettativa, su quell'età la cui caratteristica essenziale è l'essere costantemente assediati, tenuti sotto osservazione, provvisti di norme prescrittive. A cui nel contesto dello sport professionistico si aggiungono le aspettative dei genitori, e il loro proiettare sui figli speranze, attenzioni, energie, ricerca di compensazione. Un dato ben sottolineato dal personaggio di Xavier, allenatore la cui crudeltà verbale riflette una frustrazione pregressa e al tempo stesso prefigura la dura ineludibilità delle regole del mondo adulto ("nella vita bisogna spezzarsi la schiena").
Buon lavoro di impianto documentaristico, felicemente disponibile a cogliere la realtà nel suo farsi, quando ciò è possibile, lungo scaturito da un cortometraggio di analoga ambientazione del 2014, Kiss and Cry si appoggia ad attrici non professioniste folgoranti, colte nel pieno della loro fotogenia e sfrontatezza, in cerca di una rassicurante omologazione mentre si fanno largo tra i riti di passaggio. In una costante discronia tra il sacrificio loro richiesto dal professionismo sportivo e una maturità psicologica ancora distante dall'essere raggiunta.
A tale metodo fa eccezione una manciata di ben congegnate situazioni sospese tra sogno e incubo, ben ispirate alla dimensione favolistica più inquietante, da Cenerentola (la coreografia brasiliana di Xavier in lilla) a Barbablù (la mano villosa che accarezza i corpi delle ragazze), dal dettaglio slasher che cita la sequenza ghiacciata di In the Cut di Jane Campion fino alla giuria da film horror (kiss and cry, appunto).
Sogni di lycra, deficit di attenzione, bronci sfacciati, risate e vendette complusive, insidie di Snapchat, la "prima volta" di tutto - dal sesso alla sigaretta e all'alcol - gli ormoni che bussano alla porta, il bisogno di specchiarsi, vedersi e mappare umori e secrezioni del proprio corpo: scivola veloce davanti agli occhi tutto il repertorio di quel momento di intimità preziosa, irripetibile e impacciata, già vista in Diamante nero di Céline Sciamma, ma anche in Il primo bacio di Riad Sattouf. Dalla sezione ACID (Association du cinéma indipendente pour sa diffusion) di Cannes 2017 al concorso di Torino Film Festival.