Hostages

Film 2017 | Drammatico, +13 103 min.

Regia di Rezo Gigineishvili. Un film Da vedere 2017 con Avtandil Makharadze, Irakli Kvirikadze, Tinatin Dalakishvili, Merab Ninidze. Cast completo Titolo originale: Hostages. Genere Drammatico, - Russia, Georgia, Polonia, 2017, durata 103 minuti. distribuito da Merlino Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,30 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 19 febbraio 2018

Spinti dal desiderio di indipendenza, un gruppo di giovani georgiani tenta di dirottare un aereo.

Consigliato sì!
3,30/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,10
CONSIGLIATO SÌ
Un film compiutamente drammatico su una vicenda che scosse e divise la Georgia nei primi anni 80.
Recensione di Andrea Fornasiero
giovedì 2 novembre 2017
Recensione di Andrea Fornasiero
giovedì 2 novembre 2017

Nella Georgia dei primi anni 80, un gruppo di uomini relativamente giovani fa il bagno fuori dall'orario permesso e le guardie gli ordinano di uscire dall'acqua perché «non penseranno di nuotare fino in Turchia!». La realtà non è molto lontana: sarà presto chiaro che i giovani progettano di fuggire effettivamente oltre la Cortina di ferro. Il loro piano è di approfittare del matrimonio di due di loro e dell'impegno dello sposo, che fa l'attore e deve recitare su un set vicino al confine, per salire come un gruppo in festa su un aereo e poi obbligare l'equipaggio ad atterrare in Turchia. Già in aeroporto però le cose iniziano a non andare secondo i loro piani, quando scoprono che due voli sono stati accorpati e che quindi anche altri passeggeri saranno insieme a loro sull'aereo.

Tratto dalla vicenda del volo Aeroflot 6833, avvenuta nel 1983, Hostages cambia solo alcuni nomi e dettagli, ma rimane fedele ai fatti e al loro esito giudiziario, rappresentandoli con lo sguardo distaccato di chi vuole studiare la vicenda senza giudicarne gli attori, ma solo l'opprimente contesto.

Il regista georgiano Rezo Gigineishvili, nato un anno prima dei fatti messi in scena, racconta di aver fatto ricerche per circa sette anni sul dirottamento e di aver provato dolore per tutte le persone coinvolte: dai giovani alle forze speciali, passando per i passeggeri e i membri dell'equipaggio. Ha consultato centinaia di testimoni, ha letto tutta la documentazione disponibile e ritiene che siano tutti vittime, non a caso il titolo del film indica sia gli ostaggi presi durante il dirottamento, sia la condizione di ostaggi di chi viveva oltre la cortina di ferro senza poter conoscere un altro mondo - cosa esplicitata da un dialogo intergenerazionale nel terzo atto del film.

Un punto chiave della questione, sottolineato dai media georgiani e poi usato come aggravante durante il processo, è l'estrazione sociale relativamente alta dei dirottatori, che avrebbero avuto quanto di meglio la Repubblica Socialista di Georgia - e dunque l'Unione Sovietica di cui faceva parte - potesse offrire ai suoi giovani in termini di istruzione e benessere. Che proprio tra i privilegiati si nascondessero persone pronte a tutto pur di abbandonare il proprio Paese fu uno smacco inaccettabile, forse più per Mosca che non per la Georgia, tanto che Shevardnadze è stato accusato di aver voluto con ogni mezzo una pena esemplare per compiacere i vertici sovietici. La questione infatti è considerata tuttora controversa, come rimarca anche il film in un durissimo epilogo ambientato dopo la caduta della Cortina di ferro.

Si tratta per il regista del primo film compiutamente drammatico, dopo altri tre titoli vicini alla commedia, e Hostages ha più le caratteristiche del cinema d'essai che non del thriller per via dello sguardo analitico imposto alle scene. Non mancano i passaggi virtuosi con la più tipica delle marche autoriali ossia il piano sequenza, tra cui uno molto concitato e al tempo stesso naturalistico, quando il giovane attore attraversa l'appartamento per salutare tutti i parenti che festeggiano il suo matrimonio. Gigineishvili evita di entrare troppo addentro alle psicologie dei dirottatori e la maturazione della loro decisione per l'appunto non viene raccontata. I giovani più che personaggi a tutto tondo, sono figure esemplari di ribellione contro un sistema ingiusto, portata fino alle estreme conseguenze anche quando non ha quasi più speranze di successo.

La loro assoluta determinazione è mostrata come un dato di fatto, così come la reazione dei militari che sparano sull'aereo, con il rischio di ferire degli innocenti. A tal proposito la morte di una delle assistenti di volo è tra i punti più dibattuti della cronaca di quegli eventi e il regista non si tira indietro, mostrando come lo Stato fosse altrettanto violento degli attentatori. È infatti solo verso il potere che Gigineishvili esprime implicitamente un giudizio, severo e inappellabile, perché se il benessere dei terroristi è un'aggravante allora quanto è ancora più grave che chi ha uno Stato in mano usi la giustizia come una vendetta e una persecuzione, destinata non poter essere riparata nemmeno dopo la morte?

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 15 febbraio 2018
Roberto Nepoti
La Repubblica

Nel 1983 un gruppo di giovani georgiani che si sentono ostaggi in patria (comprano sigarette americane al mercato nero e sognano il "mondo libero") non ha nemmeno la possibilità di bagnarsi nel Baltico senza incorrere nelle sanzioni di una Unione Sovietica occhiuta e poliziesca. Esasperati, gli amici decidono allora di tentare la fuga, mettendo in atto un piano assurdo e malamente organizzato che prevede [...] Vai alla recensione »

NEWS
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giovedì 26 ottobre 2017
 

Sarà Antonio Carloni il nuovo Direttore Commerciale di Merlino, società di distribuzione cinematografica. La collaborazione inizierà oggi, 26 ottobre, in coincidenza dell'apertura della Festa del Cinema di Roma.

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