Titolo originale | The Autopsy of Jane Doe |
Anno | 2016 |
Genere | Horror, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 86 minuti |
Regia di | André Øvredal |
Attori | Brian Cox, Emile Hirsch, Olwen Catherine Kelly, Ophelia Lovibond, Michael McElhatton Parker Sawyers, Yves O'Hara, Mark Badham, Jane Perry, Mary Duddy, Mark Phoenix, Sydney (II). |
Uscita | mercoledì 8 marzo 2017 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | M2 Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,26 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 marzo 2017
Il corpo di una giovane donna diventa l'oggetto di analisi di due uomini, padre e figlio, che faranno scoperte inquietanti. In Italia al Box Office Autopsy ha incassato 447 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Grantham, Virginia. Nello scantinato di una casa teatro di un misterioso duplice omicidio viene trovato anche il cadavere di una giovane donna. Nessuno sa chi sia e perciò viene denominata Jane Doe, nome generico. L'esperto medico legale Tommy Tilden, assistito dal figlio Austin, è incaricato di eseguire l'autopsia di Jane Doe per individuare le cause della morte, che sono ignote. Il corpo è in condizioni perfette, senza alcun segno evidente di ferite o ecchimosi. Che cosa quindi ha ucciso la ragazza? Questo è il mistero che padre e figlio devono svelare attraverso l'autopsia. Polsi e caviglie risultano fratturati, gli occhi grigi, la lingua recisa. Una mosca, inoltre, esce dal naso di Jane. Più procede l'analisi, più il mistero si infittisce in un clima di orrore che non può che sfociare nell'orrore vero e proprio. E intanto, fuori, è in arrivo una tempesta epocale.
Horror claustrofobico, tutto girato all'interno di una sala per autopsie e negli uffici adiacenti con, in sostanza, due soli personaggi a reggere la storia (più l'imperscrutabile cadavere di Jane Doe), il film è un riuscito esercizio di costruzione della suspense, che gioca anche molto sui dettagli (ad esempio il campanellino legato ai cadaveri come ai vecchi tempi, per vedere se sono davvero morti) e sul modo in cui essi, metonimicamente, si ripercuotono sugli avvenimenti.
La prima parte è magistrale nel presentare una situazione via via più inquietante, disseminando il procedere della storia di fatti strani e misteriosi e dando così il senso di un enigma dalle profondità insondabili. La seconda parte è condotta in modo quasi altrettanto magistrale, ma pecca un po' in prevedibilità, nel deflagrare in una lotta per la vita contro l'esplosione di forze sconosciute e incomprensibili, oltre che malevole.
Il film disegna con cura anche la psicologia dei due protagonisti, in particolare quella del padre, vedovo da due anni, che si porta dentro inconfessati sensi di colpa per la morte della moglie. Ciò rende più umani i personaggi e ci fa seguire con maggiore attenzione le loro sorti, come dovrebbe sempre essere, ma di rado accade nei film horror.
Quando alla fine viene svelato, il mistero non è forse del tutto all'altezza delle aspettative create, ma non delude e mantiene in sé una carica di pathos non banale. Un horror, questo, che dovrebbe piacere agli amanti del genere, ma - a parte i realistici dettagli autoptici che potrebbero urtare i più sensibili - non dovrebbe dispiacere neanche ai neofiti per la sua qualità e per la forza evocativa della storia che racconta.
André Øvredal si era fatto notare qualche anno fa per un film interessante, Trollhunter, forse più curioso che riuscito, ma qui dimostra di essere notevolmente cresciuto quanto a capacità registiche e narrative, riuscendo a tenere saldamente in pugno una storia non densa di avvenimenti e a valorizzarla pienamente quale perfetto meccanismo generatore di inquietudine.
Buona la prova dei due protagonisti principali. In particolare, l'esperto Brian Cox - il primo Hannibal Lecter cinematografico (Manhunter - Frammenti di un omicidio) - dimostra duttilità e sensibilità attoriale nel tratteggiare con sapienza il ritratto di un uomo totalmente immerso nel suo lavoro, ma sempre oppresso dai propri drammi personali. La bellezza misteriosa di Olwen Kelly rende perfettamente giustizia alla figura spettrale di Jane Doe.
Autopsy, del semi-sconosciuto regista norvegese André Øvredal (Troll hunter), è un buon prodotto fondamentalmente horror ma con una trama che gli fa assumere, con buoni risultati, i connotati di un thriller che non rinuncia a strizzare l’occhio ai cliché di genere, molto spesso apprezzati da un ampio pubblico. Sufficiente la sceneggiatura affidata a Ian Goldberg e [...] Vai alla recensione »
Autopsy riprende il tema delle maledizioni, malvagità a carattere religioso che spesso sono in voga negli ultimi anni e lo fa con una buona originalità. Il film nella prima parte merita 4 stelle la storia scorre fluida senza intoppi con un buon ritmo, ottimo il contenuto e ottimi i dialoghi che quasi appassionano lo spettatore al mestiere di chi fa le autopsie.
Un horror atipico e un crescendo di tensione e mistero che non può lasciare indifferenti. Una discesa nel baratro che parte con la solita scena del crimine e una spensieratezza di fondo dei protagonisti, un medico legale e suo figlio, per l'abitudine del macabro lavoro, che declina in un horror privo di veri mostri e ricco di sana ansia e di un'atmosfera di totale disagio, nonché [...] Vai alla recensione »
Sulla scena per quasi due ore, senza soluzione di continuità, come in una piece teatrale, due soli attori protagonisti, Brian Cox e Emile Hirsch, più il cadavere di una inquietante e quasi aliena Kelly Olwen, in un horror psicologico di un talentuoso regista norvegese, André Øvredal, in cui all’orrore verosimile provocato dalle immagini realistiche [...] Vai alla recensione »
il film è pienissimo di scene splatter molto crude e realistiche, ma questo è necessario, è un film su un'autopsia. Io odio lo splatter ma questa volta ha un senso ed era inevitabile, non è un espediente per fare orrore o per colmare una trama vuota. Io non capisco guardando i protagonisti se sono medici legali o macellai.
Ritrovata semisepolta nella cantina di una misteriosa scena del crimine in cui le altre vittime sono state orribilmente trucidate, il corpo intonso di una bella ragazza viene condotto nel vicino obitorio gestito dall'anziano Tommy Tilden e dal figlio Austin.Già dopo una sommaria ispezione cadaverica però, compaiono gli ispiegabili segni interni di traumi imputabili a quelle che a prima vista sembrano [...] Vai alla recensione »
Buon film a basso costo. Più orrorifico che spaventoso,giocato su immagini truculente che nascondono notevoli effetti speciali. Bravi attori,coinvolgente l'attesa creata. Lascia un po' stupiti che la chiave dell'enigma si rifaccia ad un caso classico dell'horror americano.
"The Autopsy of Jane Doe"(Andre'Ovredal, scritto da Ian Goldberg e Richard Naing, 2016). Cadavere di una giovane donna morta(?)viene esaminato da un medico legale e dal figlio, suo tecnico assistenete e da subito non mancano le sorprese, dato che nulla e'come in genere avviene , ossia non ci sono lesioni ne'ustioni, lo stato di conservazione del corpo e'decisamente notevole [...] Vai alla recensione »
Debutto americano per il regista norvegese.Il film azzecca l'idea di base,con un che di CSI in versione horror,e nella prima parte sa essere disturbante,sia per i dettagli anatomici sia quando i protagonisti elencano distaccati le varie i dettagli peggiori(bella la sequenza in cui la fidanzata di Austin visiona i cadaveri,e con una bella soluzione finale).
A dir la verità possiamo evitare un autopsy 2. Non è vero che non concludono niente. La ragazza si rivela essere una innocente cui è stata disgraziatamente sottoposta a un rituale per creare una strega. E ci sono anche riusciti. Un rituale che le dona poteri sovrannaturali ma che lo paga con la morte del corpo mantenendo intatto lo spirito e la coscenza.
Guardabile, ma nulla di speciale
Nel 2016 produttori, registi, recensori sono ormai costretti a spacciare il solito insulso film di zombie/morti che camminano, che è lo stesso rifatto 1000 volte dai tempi di Romero, per un film di horror splatter/chirurgico, per riuscire a venderlo. Questo è consolante, se si è ridotti a ricorrere all'inganno posso almeno sperare che l'insulsaggine [...] Vai alla recensione »
Come horror, Autopsy è forse un film un po' troppo sobrio. Ma dal punto di vista della recitazione è un lavoro eccellente. Brian Cox ed Emile Hirsch sono padre e figlio e lavorano come medici legali nell'obitorio di una piccola città. Quando arriva il corpo di una giovane donna non identificata e l'autopsia si rivela piuttosto complessa, i rapporti tra i due s'irrigidiscono.
Non sappiamo se il regista norvegese André Ovredal fosse consapevole che Autopsy, almeno in Italia, sarebbe uscito l'otto marzo. Il suo primo film in lingua inglese, ambientato in un piccolo paese della Virginia, con protagonisti il medico legale Tommy Tilden e il figlio assistente, in effetti, porta in dote il tema della violenza sulle donne esemplificato nel cadavere di una sconosciuta, trovato inspiegabi [...] Vai alla recensione »
Una parentesi rossa tra il bisturi e le parole "ho paura". Ecco che cos'è l'horror allestito in un obitorio-crematorio con una ragazza da squartare. Non per prassi criminale, non per depravazione da serial killer, ma come dovere professionale di una famiglia, padre e figlio, che si tramanda da generazioni la carica di coroner (l'investigatore medico delle cause del decesso per la polizia e per la procura). [...] Vai alla recensione »