Titolo internazionale | Happy to Be Different |
Anno | 2014 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Gianni Amelio |
Attori | Glauco Bettera, Giorgio Bongiovanni, Mosè Bottazzi, Nicola Calì, Ciro Cascina Francesco Cocola, Roberto David, Ninetto Davoli, John Francis Lane, Corrado Levi, Alberto Marché, Alba Montori, Claudio Mori, Fernando Nigiro, Roberto Pagliero, Paolo Poli, Lucy Salani, Aldo Sebastiani. |
Uscita | giovedì 6 marzo 2014 |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,42 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 marzo 2014
Attraverso interviste e immagini di repertorio, Amelio ripercorre la battaglia combattuta contro i gay in Italia nella seconda metà del 900. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Attraverso le parole dei giornali e le immagini di repertorio della televisione, viene raccontata la battaglia combattuta contro l'omosessualità in Italia nella seconda metà del novecento. Finita la repressione e il silenzio totale sulla questione degli anni fascisti, il paese scopre tutto insieme la presenza e la vita degli omosessuali, in una continua condanna che quando non prendeva la forma dell'attacco diretto o dell'insulto palese, era sottilmente indagata come la più infamante delle condizioni, la più deprecabile delle depravazioni umane.
L'accettazione sociale dell'amore omosessuale e la sua normalizzazione sono una questione lessicale irrisolta per Gianni Amelio. È questa la prima e più importante intuizione sottesa a tutto quel che Felice chi è diverso costruisce, l'assunto che fonda un'impalcatura costituita da circa 20 interviste a 19 anziani omosessuali che ricordano la loro vita e (in un chiusura) ad un adolescente che non conosce che la situazione odierna.
Parte quindi dalle parole ma finisce anche alle parole questo documentario che celebra non la diversità dal normale (come spesso viene identificata l'omosessualità) ma la diversità in quanto tale, anche all'interno della singola categoria (che è poi il senso della poesia di Sandro Penna da cui il titolo è tratto). Sebbene Felice chi è diverso non vada per nulla leggero nel raccontare gli abissi di ignoranza che hanno caratterizzato la propaganda omofobica negli anni trattati, il documentario vive soprattutto di momenti sorprendenti in cui molti intervistati si dicono comunque nostalgici del passato. Chi per pudore, chi per l'eccitazione del proibito, chi per la varietà delle categorizzazioni che prendevano la forma dei diversi epiteti regionali e che la parola "gay" ha appiattito come se tutto fosse la stessa cosa. Nessuno è uguale a nessun altro in questo racconto fatto solo da omosessuali, nessun esperienza si somiglia, nessun opinione concorda.
Mettendo in primo piano titoli di giornale, assurdità lessicali, follie giornalistiche (come il reportage investigativo sulla prostituzione maschile o le interviste canzonatorie in rima) fino alle gag più innocenti che nascondevano comunque una lettura repressiva del fenomeno, Amelio agita lo specchietto dell'indignazione facile, ma sembra che il vero obiettivo di questo documentario sia di far strisciare dietro alle immagini e riuscire a permeare ogni racconto di quel senso di gioia delle differenze che è la base della tolleranza in generale.
Non c'era di sicuro bisogno di un nuovo documentario sulla vita omosessuale, di certo ce n'era di uno come questo che riporta alla luce un clamoroso rimosso collettivo e affronta la questione da un punto di vista tra i meno comuni, per cercare di superare uniformità di sguardo e percezione e rendere la complessità di un mondo.
FELICE CHI È DIVERSO disponibile in DVD o BluRay |
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Invertiti, anti-natura, “capovolti”, “terzo sesso”: queste solo alcune delle parole coniate da un mondo eterossessuale, spietato e sessista, per additare con spregio gli omossessuali, affiancate non di rado da altri vocaboli, pescati appositamente per loro dallo “stanzino maleodorante” del vizio e dello squallore.
Dal tuo post però non si capisce se il tuo dio era uomo o donna.
Sono ricchi, poveri, colti, ignoranti, ingenui, smaliziati, felici, quasi felici, molto infelici. Hanno tutti 70-80 anni, tranne uno. E sono omosessuali. Insieme, sollecitati con infinita delicatezza da Amelio, raccontano una storia "invisibile" che appartiene a tutti. La storia di un paese che sotto il fascismo (ma anche dopo, eccome!) ha cancellato l'esistenza degli omosessuali.
Di Felice chi è diverso, documentario sull'ostracismo degli omosessuali nella società italiana sull'arco di oltre mezzo secolo a partire dall'epoca fascista, è straordinario il modo in cui riesce a coniugare leggerezza e gravità. La leggerezza nasce dalla serenità d'animo e di mente con cui Gianni Amelio (che ha fatto outing qualche tempo fa) affronta il tema; la gravità deriva dalla consapevolezza [...] Vai alla recensione »
Lo sguardo sull'omosessualità del documentario di Gianni Amelio Felice chi è diverso è l'opposto di quello espresso ripetutamente da Ferzan Ozpetek e confermato anche dal suo nuovo film Allacciate le cinture. Tanto il regista turco-romano afferma un principio di normalizzazione e interpreta un soggetto che aspira a essere al centro della medietà borghese e ad affermare la propria quota di potere e [...] Vai alla recensione »
Omosessuali, ieri. Dopo il recente coming out, Amelio firma un documentario sincero, didattico e a uso soprattutto delle nuove generazioni per capire come si viveva da gay, dal fascismo agli anni'70. Fin troppo convenzionale nella forma, l'interesse è sul "contenuto", dove con le testimonianze di gente famosa e non, si dimostra (non senza ironia, specie con Paolo Poli e il gay degli ambienti vaticani) [...] Vai alla recensione »