Titolo originale | Noi siamo Francesco |
Anno | 2013 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Guendalina Zampagni |
Attori | Elena Sofia Ricci, Mauro Racanati, Gabriele Granito, Mariolina De Fano, Cristiana Vaccaro, Diletta Acquaviva, Gelsomina Pascucci, Luigi Diberti Paolo Sassanelli. |
Uscita | giovedì 25 giugno 2015 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Microcinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,32 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 giugno 2015
Con l'aiuto dell'inseparabile amico Stefano, Francesco troverà la strada per vivere serenamente la sua disabilità. In Italia al Box Office Noi siamo Francesco ha incassato 8,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Francesco è un ragazzo disabile privo delle braccia. Frequenta l'università con profitto ed è sempre affiancato dall'amico e compagno di studi Stefano, un (apparente) buontempone che si prende molta cura di lui. La madre Grazia e la tata circondano Francesco del loro affetto, fin quasi a soffocarlo, e le giornate del ragazzo trascorrono fra gli studi e i sogni di una prima volta che tarda ad arrivare. Sarà l'amorevole invadenza materna a decretarne l'arrivo, o la presenza di una compagna di università, troppo timida per farsi avanti da sola?
Noi siamo Francesco è il secondo lungometraggio di Guendalina Zampagni che ha alle spalle una lunga militanza come assistente alla regia, ed è costruito su una sceneggiatura (sempre della Zampagni) finalista al premio Solinas. Queste solide basi sono fondamentali per smarcare il film dal pericolo più grande: trasformare la storia di Francesco in un trattato semisociologico sulla disabilità. La storia invece è delicata e convincente, i personaggi ben delineati e recitati (soprattutto Stefano, l'amico di Francesco, interpretato da un giovane attore di razza come Gabriele Granito), le ambientazioni credibili, e la "localizzazione" della vicenda in una Puglia riconoscibile per cadenze e interazioni umane rende l'apporto della Apulia Film Commission non meramente economico.
L'intercalare del racconto della "prima volta" da parte di tutti i personaggi, compresa l'anziana tata (l'ottima Mariolina De Fano), allarga lo sguardo dalla sessualità potenzialmente problematica dei disabili alla goffaggine sessuale di ognuno di noi. Ma di sessualità e disabilità Noi siamo Francesco parla con franchezza, sensualità e rispetto, senza mai arretrare e senza cadere negli -ismi più pericolosi (pietismo, voyeurismo, manicheismo, per citarne solo qualcuno).
La regia è competente e mai invasiva (ma mai emotivamente distante), gli interpreti di maggiore esperienza - Elena Sofia Ricci in un ruolo che, senza la sua simpatia naturale, risulterebbe ingrato, il sempre affidabile Paolo Sassanelli (dalla cui talent factory proviene Granito) e Luigi Diberti - si amalgamano con il cast di giovanissimi dalla recitazione spontanea, fra cui Mauro Racanti nei panni di Francesco si distingue per la capacità di calarsi in una condizione fisica che non gli appartiene (complimenti agli effetti speciali).
Una bella prova, elegante e misurata, delicata e carnale, un modo originale e sincero di parlare di amore, prima ancora che di disabilità.
E' proprio vero che i regali piu' preziosi sono racchiusi in piccole confezioni. Nella calura estiva,tra l'indifferenza generale esce questo piccolo ma prezioso film.La terribile disabilita' di Francesco,studente modello di agiata famiglia,privo delle braccia alla disperata ricerca della prima esperienza sessuale,viene delineata in un mirabile equilibrio tra realta' e commedia,senza [...] Vai alla recensione »
Questo film mi incuriosisce per il tema trattato anche se ormai in Italia stiamo proprio alla frutta... Leggendo la recensione sono rimasto colpito da questa frase: "Noi siamo Francesco è il secondo lungometraggio di Guendalina Zampagni che ha alle spalle una lunga militanza come assistente alla regia". Il termine militanza usato riguardo una assistente alla regia, dice tutto su come stiamo messi. Che [...] Vai alla recensione »
un modo originale e sincero di parlare di amore, prima ancora che di disabilità.