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Un western fra le montagne per Terence Hill

Dopo Trinità e Don Matteo, l'attore ritorna su RaiUno con Un passo dal cielo.
di Edoardo Becattini

Terence Hill (Mario Girotti) (85 anni) 29 marzo 1939, Venezia (Italia) - Ariete. Interpreta Pietro nel film di Enrico Oldoini Un passo dal cielo.

venerdì 8 aprile 2011 - Televisione

Non solo i preti di campagna sono abili investigatori, ma anche le guardie forestali delle montagne. Dopo ben sette stagioni di Don Matteo, Terence Hill e la Lux Vide mettono momentaneamente a riposo il parroco di Gubbio per portare l'indimenticabile Trinità a Un passo dal cielo, lassù sulle montagne dell'Alta Pusteria, in Sud Tirolo. Più solitario e introverso del sacerdote, anche se non meno abile a risolvere delitti e misteri, il protagonista di Un passo dal cielo è Pietro, il capo della squadra del corpo forestale di San Candido. Un protagonista che ama andare a cavallo e stare da solo in mezzo alla natura selvaggia, esattamente come gli eroi dei western che l'attore interpretava negli anni Settanta. Accanto a lui, oltre il silenzio delle valli e i versi di una fauna ricchissima, una squadra di burberi poliziotti e simpatici comprimari che lo aiuteranno a risolvere i vari casi che gli si presenteranno di puntata in puntata a partire da domenica sera su RaiUno: Enrico Ianniello, Gaia Bermani Amaral, Katia Ricciarelli, Francesco Salvi, Gianmarco Pozzoli. A dirigere tutti e il tutto, Enrico Oldoini, il regista che già aveva ideato e avviato la nuova carriera da "indagatore" di Terence Hill con la prima stagione di Don Matteo nel lontano 2000.
Apre la conferenza stampa di presentazione della serie, il direttore di RaiFiction Fabrizio Del Noce, partendo dalla considerazione su quanto sia "difficile riuscire a creare un punto di vista nuovo nei seriali di fantasia". "Con Un passo dal cielo ci siamo riusciti a partire da una storia che fa molta leva sui paesaggi molto suggestivi, sull'amore per gli animali, l'amore per la natura. E anche su un grande supporto tecnico, visto che è la prima fiction interamente girata in alta definizione". Sugli aspetti ecologico e tecnico si soffermano anche i due eredi della Lux Vide, ovvero Matilde e Luca Bernabei. La prima ricorda come il tema dell'amore per la natura e il rispetto per gli animali sia in fondo un tema nuovo per la fiction italiana: "Per poterli raccontare, siamo voluti andare in uno dei paesi più belli del mondo e valorizzarli al meglio. I magnifici angoli di San Candido ci hanno anche permesso alcune innovative operazioni di product placement sempre in funzione della storia". Il fratello Luca elenca i numerosi primati della serie: oltre a quello dell'impiego dell'HD in fase di ripresa e di trasmissione, "è la prima serie girata in montagna. Trasferire tutte le nostre maestranze a più di 2000 metri di altezza è stato molto difficile e anche molto costoso, ma il risultato non teme paragoni con le serie internazionali".
A proposito di macchine e maestranze, il regista Enrico Oldoini si sofferma su un aneddoto di produzione: "Su un set, quando un regista non è contento del punto in cui è stata piazzata la macchina da presa, il macchinista si giustifica con sempre con la battuta 'C'è cascata!'. In questo caso, i luoghi erano talmente belli, che dovunque la macchina 'cascasse', cascava bene!".

Il cowboy Terence
Come al solito, Terence Hill non è molto prodigo con le parole, vero e proprio mito vivente per più generazioni, dai più giovani che continuano ad amarlo per i suoi film di "cazzotti" fino agli adulti che si sono appassionati anno dopo anno alle indagini di Don Matteo. La maggior parte delle domande a lui rivolte vertono ovviamente sui rapporti fra il nuovo Pietro e il vecchio Trinità, il personaggio che più di ogni altro lo ha reso famoso nel mondo. "Il riferimento più antico coi miei vecchi personaggi è sicuramente legato all'andare a cavallo e all'aura da cowboy che anche Pietro porta con sé. Ci tenevo ad utilizzare il più possibile il cavallo non tanto per sfizio personale, quanto per giustificare il fatto che Pietro potesse arrivare laddove le quattro ruote non riescono, oltre a rappresentare una scelta ecologica". Poi, sulle location dell'Alta Pusteria, aggiunge: "Questi luoghi trasmettono un senso di epicità e di avventura che mi ha permesso di tornare ai miei vecchi personaggi con più facilità".
Non sono solo i luoghi ciò che hanno attratto Katia Ricciarelli: "Mi piace moltissimo l'Alto Adige, ma uno dei motivi principali è che ci tenevo a lavorare nuovamente con Terence Hill, dopo che proprio lui mi aveva tenuto a battesimo nella recitazione in una puntata di Don Matteo". "Ho sognato per tutto il tempo di poter interpretare l'amante di Terence, poi quando ho capito di essere solo la sorella di Francesco Salvi è stata una grossa delusione", scherza la cantante-attrice.

La natura delle montagne
Anche le autorità che hanno collaborato alla realizzazione della fiction ci tengono a esprimere il loro parere positivo sull'esperienza. Il direttore della Business Location Südtirol-Alto Adige, Ulrich Stofner, sottolinea come l'esperienza di Un passo dal cielo abbia significato "un grosso passo in avanti per la nostra Film Commission nella produzione cine-televisiva", mentre il rappresentante delle guardie forestali della provincia di Bolzano, Paul Zipperle, elogia il grande lavoro mimetico degli attori, che "in poco tempo sembravano dei veri membri delle guardie forestali". L'attore Enrico Ianniello, a questo proposito, ricorda come per un napoletano come lui muoversi nel silenzio di San Candido sia stata un'esperienza molto simile a quella del suo personaggio, "un commissario abituato agli inseguimenti in moto fra i vicoli di Napoli che si ritrova coinvolto in missioni dove i ladri scappano con gli aerei senza saper come fare". Sul rapporto conflittuale fra il suo Vincenzo e il Pietro di Terence Hill, l'attore napoletano scherza: "Credo che anche i cavalli abbiano riconosciuto Terence, anche per il fatto che ogni volta che saliva su di essi, cominciava a pedalare come Don Matteo!".
Infatti, subito dopo il rapporto fra Pietro e Don Matteo salta subito fuori. "Rispetto a Don Matteo, Pietro è senza dubbio un eroe più solitario, più simile ai personaggi dei miei vecchi western, ma resta il fatto che Pietro è comunque una guardia forestale, una persona che sta comunque sempre in mezzo alla gente e che ama moltissimo la natura". Poi aggiunge: "Così come per Don Matteo non ho mai usato la parola 'contenuto morale', non lo farò per Un passo dal cielo. Non è il contenuto morale la ragione per cui ho scelto di fare questa fiction, ma la necessità di raccontare un'arma poco frequentata come la Forestale e un principio come quello della tutela dell'ambiente".
In coda alla conferenza stampa, la co-protagonista femminile Gaia Bermani Amaral ricorda come il suo approccio con il mondo degli animali e delle veterinaria sia passato attraverso l'aiuto di ragazze specializzate che le hanno insegnato come portare i cavalli o dar da mangiare ai lemuri, mentre Francesco Salvi si prende tutto un suo spazio per un vero e proprio comizio comico in cui prende in giro i suoi due partner: "Katia è una donna straordinaria, una donna con un grande tenore di vita, o meglio un 'soprano' di vita...mentre Terence sembra un uomo calmo ma in realtà è completamente pazzo: alla sua età sale su una roccia senza stuntman e cerca di maneggiare con le proprie mani i serpenti boa!".

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