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Filippo Pucillo, biondo pescatore d'Africa

L'attore ventiduenne protagonista in Terraferma di Emanuele Crialese.
di Ornella Sgroi

Filippo Pucillo in una scena del film Terraferma di Emanuele Crialese.
Filippo Pucillo (35 anni) 12 agosto 1989, Lampedusa (Italia) - Leone. Interpreta Filippo nel film di Emanuele Crialese Terraferma.

lunedì 8 agosto 2011 - Incontri

Non esiste un cinema a Lampedusa. Fatta eccezione per l’arena estiva che anche quest’anno è stata allestita in Piazza Castello per la terza edizione de Il Vento del Nord, la rassegna cinematografica organizzata sull’isola e per l’isola da Massimo Ciavarro, con la collaborazione di Laura Delli Colli. Un evento che, mai come quest’anno, in una stagione estiva difficile per il turismo isolano a causa dell’eco mediatica degli sbarchi clandestini, ha portato a Lampedusa un po’ di leggerezza. Di respiro. O’scia’, come dicono sull’isola.
Eppure Lampedusa il cinema lo conosce bene. Protagonista silenziosa e potente di molti film. Di uno in particolare. Respiro di Emanuele Crialese, con Valeria Golino e un giovanissimo Filippo Pucillo che, oggi, a distanza di quasi dieci anni e dopo un ruolo anche in Nuovomondo, è di nuovo interprete dell’attesissimo film di Crialese girato l’estate scorsa a Linosa, Terraferma, in concorso alla Mostra di Venezia ormai imminente.
«Sono l’unico del cast a non avere ancora visto il film, ma tutti gli altri mi hanno detto che dà molte emozioni» ci racconta Filippo, in riva al mare turchese di Cala Croce. Il suo mare. Quello di Lampedusa, che lo ha visto nascere e che lo ha cresciuto. «Vedrò il film per la prima volta a Venezia e sono già emozionatissimo, anche perchè sono molto critico con me stesso. Però ho visto il trailer e mi sono tranquillizzato, con un regista come Emanuele non c’è da avere paura. Ormai è come un padre per me».

Una famiglia di pescatori alle prese con gli sbarchi
Oggi Filippo ha ventidue anni. Ricci biondi bruciati dal sale, pelle chiara scottata dal sole. Lenti scure a proteggere gli occhi trasparenti, un bracciale con il nome “Obama” al polso, una maglietta blu con scritto “Terraferma. Linosa 2010”.
«Quando Emanuele mi ha proposto questo nuovo ruolo più da protagonista non mi sentivo all’altezza. Ma lui mi ha detto che si fidava di me e che dovevo solo essere me stesso. Sono stati quattro mesi intensi. A volte sul set mi girava la testa perchè dal nervosismo non mangiavo neanche. È stata dura per tutti, anche per colpa del clima che ha creato qualche problema».
Nel film, al fianco di Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello e Mimmo Cuticchio, Filippo Pucillo appartiene ad una famiglia di pescatori siciliani, la cui vita viene travolta dal dramma dell’immigrazione clandestina e dalla nuova regola del respingimento forzato. Negazione stessa della legge del mare che obbliga ad aiutare chi è in difficoltà. Un conflitto che Lampedusa, a poca distanza da Linosa in cui Terraferma è stato girato, vive con fatica e generosità.

La fiction come la realtà
«Quest’inverno ero a Lampedusa durante la crisi degli sbarchi. Ed è stato sorprendente vedere che ciò che avevamo girato per finta stava accadendo nella realtà. Tutta l’isola si è data da fare per aiutare queste persone, le abbiamo accolte con affetto come fossero parte della nostra gente. Gli abbiamo dato cibo e vestiti, fatto usare le nostre docce. La tensione degli isolani era verso lo Stato che ci ha mancato di rispetto, non verso gli immigrati. Molti sono anche diventati degli amici per me. Io parlavo con loro, ascoltavo il loro sogno di andare in Francia, ho vissuto le loro partenze ed è stato doloroso. Oggi però la situazione è tranquilla».

Venezia e il mestiere dell'attore
Per questo Filippo vorrebbe vedere a Lampedusa meno poliziotti e carabinieri e più turisti. Perchè è di turismo che vive la sua isola e, in parte, anche lui. Il lavoro di attore, infatti, per Filippo è arrivato per caso con Emanuele Crialese. Tanto che tra un film e l’altro si divide tra piccoli lavoretti estivi sull’isola, come quello di bagnino nel lido in cui lo abbiamo incontrato, e viaggi invernali in giro per l’Italia «per imparare l’italiano». Anche se, alla proiezione di Nuovomondo a Venezia, l’esplosione di applausi dopo un lungo silenzio di esitazione lo ha colpito al cuore. Poi, la fiducia di Crialese e l’esperienza di Terraferma hanno fatto il resto e oggi Filippo, in questo lavoro, comincia un po’ a crederci.
«Fino ad ora, più che un lavoro è stato un divertimento. Mi piace. Però adesso sono più grande e sto cominciando a prenderlo sul serio. Emanuele mi ha dato questa possibilità e voglio sfruttarla al meglio. Dopo Venezia comincerò a studiare dizione, poi se andrà bene...bene. Altrimenti sarò contento lo stesso, perchè tre film con Emanuele sono già più di quanto potessi mai immaginare».
Intanto, in attesa di Venezia, la prossima tappa è Roma. Dove lo aspetta un abito di Dolce&Gabbana per il red carpet al Lido. Il secondo. E per un attore non professionista non è poco.

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