Nuovomondo

Film 2006 | Drammatico, +13 111 min.

Titolo originaleThe Golden Door
Anno2006
GenereDrammatico,
ProduzioneItalia, Francia
Durata111 minuti
Regia diEmanuele Crialese
AttoriCharlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Aurora Quattrocchi, Filippo Pucillo Federica de Cola, Ernesto Mahieux, Isabella Ragonese, Filippo Luna, Andrea Prodan, Paride Benassai.
Uscitavenerdì 22 settembre 2006
TagDa vedere 2006
Distribuzione01 Distribution
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,50 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Emanuele Crialese. Un film Da vedere 2006 con Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Aurora Quattrocchi, Filippo Pucillo. Cast completo Titolo originale: The Golden Door. Genere Drammatico, - Italia, Francia, 2006, durata 111 minuti. Uscita cinema venerdì 22 settembre 2006 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,50 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 7 novembre 2019

Sicilia, primi del Novecento. La famiglia Mancuso decide di partire per l'America per abbandonare stenti e povertà alla ricerca di fortuna e denaro. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Nuovomondo ha incassato 2,4 milioni di euro .

Nuovomondo è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,59
PUBBLICO 3,40
CONSIGLIATO SÌ
Una lezione di cinema che diventa lezione di vita.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Nella Sicilia degli inizi del Novecento, Salvatore fa un voto e chiede un segno al cielo: vuole imbarcarsi per il nuovomondo e condurre in America i figli e l'anziana madre. Il segnale è una cartolina di propaganda che ritrae minuscoli contadini accanto a galline giganti o a carote sproporzionate. Venduta ogni cosa posseduta, Salvatore lascia la Sicilia alla volta dell'America. Durante la traversata oceanica incontra la bella Lucy, una young lady che indossa il cappello ed è più elegante della figlia del sindaco del paese. Luce parla la lingua dell'America e cerca un compagno da impalmare per ritornarci da signora. Salvatore, da vero galantuomo, accoglie la sua avance. Il lungo viaggio approderà ad Ellis Island, l'isola della quarantena dove si decideranno gli ingressi e i rimpatri.
Non poteva scegliere un tempo migliore di questo, Emanuele Crialese, per ripercorrere la storia della migrazione italiana, indagando sulla genesi del pregiudizio che accompagna da sempre i fenomeni migratori e le dinamiche dell'inserimento nella società di accoglienza. Proprio oggi che l'Italia è il "nuovomondo", una meta ambita di immigrazione. La ricerca di una storia individuale dentro la Storia migratoria era già contenuta nei film precedenti, nell'Once we were strangers del debutto, storia di un siciliano a New York che sogna il sogno americano, e nel premiato e prezioso Respiro, storia di una isolana di Lampedusa che il paese vuole internare in una clinica del nord Italia. L'esperienza migratoria italiana, interna (da Sud a Nord) o transoceanica, si compie con Nuovomondo, la storia di un viaggio oltremare alla ricerca della terra promessa. Quel viaggio, chiuso nel profondo di una nave mai ripresa in campo lungo, è compreso fra due sequenze potenti fino a togliere il fiato: la partenza del bastimento dal porto siciliano e lo sbarco bianco in America. La nave si stacca dalla terra arcaica strappando la composizione dell'inquadratura come i cuori di chi abbandona il vecchiomondo e le origini. In mezzo, la traversata fisica e interiore di personaggi spiegati unicamente dalle immagini, fino al bagno candido, arrestato dall'affiche, da cui i protagonisti emergono al nuovomondo e di nuovoalmondo.
Prima degli alberi carichi di monete, dei fiumi di latte e di una scatola che sale e scende da case che grattano il cielo, bisogna superare i test psicoattitudinali, un esame a carattere medico e amministrativo dal cui esito dipendeva l'accesso alla golden door del titolo internazionale. Gli edifici di Ellis Island raccoglievano e raccolgono nel film di Crialese una popolazione agraria e prevalentemente analfabeta, che come Salvatore fuggiva la fame, il tramonto dei vecchi mestieri artigiani o l'aggravarsi delle imposte sulle campagne del meridione. Alternando campi medi a primi piani, disciplinando anche le scene più spettacolari, come quella della tempesta tutta implosa nel ventre della nave, seguendo le linee del profilmico e le visioni surreali dei protagonisti, Crialese crea una sua idea di cinema, bagnata perennemente dal mare di Sicilia o dagli oceani del Nuovomondo. Una lezione di cinema che diventa lezione di vita perché rivela allo spettatore l'indesiderabilità dei nuovi venuti.
Ancora una volta, come è stato per la Golino in Respiro, a illuminare fin dal nome la traversata della vita è una donna, Luce, una straordinaria Charlotte Gainsbourg, che col suo cappello, i capelli rossi e l'accento inglese è anticipatrice del nuovo femminismo americano del secondo dopo guerra. È lei a formulare la proposta di matrimonio a Salvatore, senza credere neanche un momento che la felicità femminile si esaurisca nel ruolo di moglie e di madre. Lei è la donna moderna, la cui razionalità si scontra con la superstizione e le credenze assurde di Donna Fortunata, la madre di Salvatore rimpatriata perché considerata scarsamente intelligente. Lei è la terra madre che qualcuno ha lasciato, come Crialese, per ritornare e per fare più bella. Non solo al cinema.

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Recensione di Luisa Ceretto
venerdì 6 ottobre 2006

Che cos'è il Nuovo Mondo? Alberi carichi di monete, fiumi di latte nei quali immergersi: questa è l'America degli immigrati italiani d'inizio secolo scorso che, costretti dalla fame e dalla povertà a lasciare il proprio paese, non temevano di affrontare i pericoli di un lungo viaggio in mare. Crialese nella sua nuova pellicola ci racconta l'odissea di una famiglia siciliana che lascia la sua amata/odiata terra, affrontando le umilianti procedure e i test attitudinali, per essere finalmente accettata dal paese ospitante. La terra promessa è un'immensa prigione dove sostare e attendere che le autorità straniere diano loro diritto di esistenza.
Visto dall'isolotto di Ellis Island, il sogno americano non è così esaltante, almeno non per quei cittadini che vi arrivavano senza saper leggere, né scrivere e che a stento parlavano nel proprio dialetto. Il regista sembra ripetere il miracolo di Respiro, tratteggiando atmosfere cariche di pathos, sospese in una dimensione atemporale, dove il paesaggio è complice e partecipe. Sin dalla prima sequenza la nebbia che avvolge i corpi dei protagonisti rispecchia la loro condizione interiore e al contempo un'effettiva difficoltà fisica, la loro scarsa visibilità di fronte a un universo che li ignora e non si mostra e che rimane nel fuori campo. Tuttavia, diversamente dall'opera precedente, Nuovomondo non riesce a raggiungere un'unità di stile, in parte forse anche per una colonna sonora che contrappunta eccessivamente le immagini, e il risultato finale è meno convincente.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 22 dicembre 2015
Luca Scialo

Emanuele Crialese è uno dei registi più interessanti partoriti dal cinema italiano negli ultimi anni, per il modo da un lato rude e dall'altro onirico col quale affronta i problemi della sua Sicilia e dei siciliani. Ora emigranti verso la lontana america, ora accoglitori di immigrati stranieri. In questa pellicola, affronta l'emigrazione di massa d'inizio 900 dei siciliani [...] Vai alla recensione »

mercoledì 14 settembre 2011
pruoffc

venerdì 30 settembre 2011
alemrg

Niente da fare, non mi è piaciuto. C'erano molti modi per raccontare questa storia, il modo scelto dal regista non lo capisco.

domenica 7 marzo 2010
Fulvia

Per conoscere, studiare, assaporare, la vita degli emigranti italiani, alla fine del 900, è opportuno vedere questo film, che ci trasporta nel transatlantico diretto a New York, col suo carico di disperati. Anime derelitte, senza nemmeno un paio di scarpe, che viaggiano alla volta del "nuovo mondo" con abiti logori e un grande fardello di ignoranza e superstizione.

Frasi
"Ma io non saccio leggere!"
Salvatore (Vincenzo Amato)
dal film Nuovomondo - a cura di Elisa Oss
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberta Ronconi
Liberazione

Inizi del '900. La famiglia Mancuso vive nelle pietraie delle Madonie, condividendo la propria povertà con gli animali e la natura. Qualche cartolina contraffatta di alberi che fruttano oro e di carote gigantesche apre i sogni della piccola comunità di siciliani alla terra promessa, quella che per raggiungerla bisogna vendersi le capre e vestirsi con l'abito buono dato dalla parrocchia.

Stefano Lusardi
Ciak

Tra il 1880 e il 1915, 4 milioni di italiani transitarono per Ellis Island, l"isola delle lacrime" oltre la quale iniziava per gli emigranti il sogno americano. La storia, immaginaria ma esemplare, del pastore siciliano Salvatore (Vincenzo Amato, di notevole espressività) contiene in sé tutto ciò che serve a una riflessione politico-sociologica su migrazioni di ieri e di oggi: la tabula rasa che ci [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Dopo l'exploit di Respiro, secondo film del regista siculo-romano di educazione newyorkese, c'era da aspettarsi molto dal suo talento ma le voci sull'ambizione del nuovo progetto facevano temere il passo più lungo della gamba. Crialese ha ripreso in mano un grande tema della nostra storia recente, la massiccia emigrazione italiana di fine Ottocento verso l'America, che in realtà è stato raccontato [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Condivido pienamente l’indicazione dell’Anica all’Accademia di Hollywood in favore del film di Emanuele Crialese Nuovomondo perché possa partecipare alla gara per l’Oscar da destinarsi al miglior film straniero. C’era l’imbarazzo della scelta perché anche questa volta la stagione cinematografica italiana era delle più propizie, con un’ampia messe di film tutti di qualità sicure.

Marco Bertolino
Il Mucchio

Once we were emigrants. In un tempo in cui guardiamo con orrore ai bastioni di Lampedusa assaltati dai barbari, fa un certo effetto veder scorrere sullo schermo le immagini di Nuovomondo. Il film con cui Emanuele Crialese torna in scena dopo il successo di Respiro ci riporta infatti a quegli anni in cui fummo noi italiani ad abbandonare la madre patria per cercar miglior fortuna negli Stati Uniti. Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

È il film italiano che ha vinto a Venezia il Leone d'argento. Lo ha realizzato Emanuele Crialese in cifre simili a quelle che gli avevano ottenuto un successo intensissimo con Respiro, la sua impresa precedente: un realismo duro attraversato dall'arcano fino alla visionarietà. Il tema è l'immigrazione. Quella che cento anni fa indusse tanti nostri compatrioti, specialmente del Sud, a lasciare le loro [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Credevamo di sapere tutto sulla grande emigrazione che ai primi del '900 portò milioni di italiani in America, invece non sapevamo quasi nulla. Credevamo di sapere cosa li muoveva, come erano fatti, come vivevano, parlavano, pensavano. Grazie al cinema, ai libri e alle canzoni conoscevamo le immense difficoltà materiali e morali che dovettero affrontare; a forza di racconti la distanza incolmabile [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Reinventando l'esodo d'inizio Novecento della nostra emigrazione verso le Americhe, Nuovomondo riesce a fondere il suo afflato di realismo alla Visconti ed epicità alla Tornatore con una visionarietà che non sconta l'abituale demagogia del cinema d'impegno etico-politico. Nonostante il meritato Leone d'argento, qualcuno a Venezia parlava d'eccessivo manierismo, come se la sensibilità personale, la [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Dalla parabola liquida di respiro alla traiettoria onirica di Nuovomondo. Un denominatore comune lega i due film di Emanuele Crialese: il ragionare intorno alla consistenza non tanto, o non solo, di corpi e cose ma delle storie, con e senza "s" maiuscola. L'idea di partenza di Nuovomondo è un'esperienza personale del regista, che si accorse di rimpiangere l'Italia solo durante un lungo soggiorno negli [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Non eravamo fan di Respiro, né di una Valeria Golino un po' fuori di testa che ascoltava ossessivamente il 45 giri nel mangiadischi, mentre tutto il resto dell'isola sembrava contemporaneo. Ma Nuovomondo è un'altra cosa: un film molto ben scritto, ben diretto (magari con qualche scena visionaria di troppo, ma è questione di gusti, la bravura va riconosciuta anche nelle scene più azzardate).

Lietta Tornabuoni
La Stampa

L'idea di partenza del film è semplice, da anni ripetuta come mònito alla ostilità verso gli immigrati in Italia: «Anche noi italiani siamo stati emigranti, abbiamo patito le sofferenze dello sradicamento». Il film ambientato all'inizio del Novecento racconta la partenza, il viaggio, l'arrivo negli Stati Uniti di una piccola famiglia paesana di Sicilia, con una forza e un realismo magico ammirevoli. Divisa [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Eccolo qua, il film-rivelazione di Venezia 2006. Ci riferiamo, con un po' di sana ironia, al Leone speciale che la giuria veneziana si è inventata per premiare Nuovomondo, il film di Emanuele Crialese. Giunto al terzo lungometraggio, il regista italiano non è una rivelazione per noi e non dovrebbe esserlo nemmeno per gli stranieri, visto che il primo film Once We Were Strangers era stato realizzato [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Nuovomondo di Emanuele Crialese è un film da festival, più che da pubblico. Racconta gli emigranti siciliani d'inizio '900, analfabeti con un solo patrimonio, quello antropologico-magico. Per gli Stati Uniti, essi erano «gente di colore», da sottoporre a quarantena, seguita da sfruttamento. Crialese vuole onorare gli umili di allora, ma anche accusare i superbi di oggi: gli italiani che - come gli [...] Vai alla recensione »

Giorgio Carbone
Libero

Anno 1905. Salvatore, un padre di famiglia siciliano, è stufo della Sicilia e sogna l'America. Un Paese che stando alle cartoline, è la terra promessa dell'umanità. Un giorno si stufa di sognare e decide di partire. Vende tutto, prende moglie, figlia, la vecchia madre e s'imbarca su un bastimento per le terre "assai luntane" (come dice una popolare canzone dell'epoca).

winner
miglior scenogr.
David di Donatello
2007
winner
migliori eff. speciali
David di Donatello
2007
winner
leone d'argento rivelazione
Festival di Venezia
2006
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