tacc
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lunedì 9 ottobre 2006
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sognare l'america
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Nonostante l'uso del colore, il film di Crialese è un film in bianco e nero, con luci (anzi con Luce) ed ombre, a tratti convincente e a tratti deludente.
E' convincente quando racconta l'America come un sogno, come il Paradiso in terra, come l'unica possibilità per scappare dall'inferno di pietre e povertà di una Sicilia in cui c'è a malpena l'aria che si respira.
E' ancor più convincente quando racconta proprio di questa terra povera, dove si cammina a piedi nudi sulle rocce, dove per giungere al primo luogo un po' abitato si fanno chilometri a piedi e si va al porto con il carretto e i somari.
E' deludente quando forza l'uso della metafora, quando l'autore si sente un po' Fellini, con il fiume di latte che scorre e nel quale i protagonisti si immergono, fiduciosi che il sogno americano li renderà ricchi e felici.
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Nonostante l'uso del colore, il film di Crialese è un film in bianco e nero, con luci (anzi con Luce) ed ombre, a tratti convincente e a tratti deludente.
E' convincente quando racconta l'America come un sogno, come il Paradiso in terra, come l'unica possibilità per scappare dall'inferno di pietre e povertà di una Sicilia in cui c'è a malpena l'aria che si respira.
E' ancor più convincente quando racconta proprio di questa terra povera, dove si cammina a piedi nudi sulle rocce, dove per giungere al primo luogo un po' abitato si fanno chilometri a piedi e si va al porto con il carretto e i somari.
E' deludente quando forza l'uso della metafora, quando l'autore si sente un po' Fellini, con il fiume di latte che scorre e nel quale i protagonisti si immergono, fiduciosi che il sogno americano li renderà ricchi e felici.
Ed è deludente quando racconta l'arrivo ad Ellis Island, perché non racconta un dramma, ma solo una serie di difficoltà in fondo superabili; ed anche gli "inquisitori" americani appaiono in fondo umani, magari un po' burberi e poco sensibili ai lamenti in siciliano stretto di donna Fortunata, ma in fondo comprensivi e preoccupati solo di far sbarcare gente sana e in grado di integrarsi con il resto della popolazione. Insomma, quasi a dire che Ellis Island era molto meglio dei nostri CPT ...
Quanto, poi, alla scelta di non far vedere l'America, capisco che questo accentui ancora di più la dimensione onirica del viaggio, che è un viaggio della speranza ancor prima che un viaggio fisico, geografico. Eppure, l'impatto visivo con il nuovomondo non doveva essere secondario e forse ha avuto un ruolo importante nel trasferire, attraverso i ricordi degli emigrati, l'immagine dell'America a chi era rimasto in Italia.
Finisce così che il film mi è piaciuto più di testa che di cuore e se penso alle ragioni per rivederlo, non me ne vengono molte. Non mi vengono in mente immagini o dialoghi per cui varrebbe la pena tornare a vederlo di nuovo.
Altro che C'era una volta in America ...
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ziogiafo
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lunedì 2 ottobre 2006
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un nuovo stile nel cinema italiano...
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ziogiafo - Nuovomondo Italia 2006 - Un nuovo stile nel cinema italiano:"Nuovomondo" - un viaggio all'interno dell'umana sofferenza, un passaggio epocale vissuto attraverso lo stupore e il disorientamento della famiglia Mancuso, che scappa dalla propria Terra per raggiungere la "Golden door"... "la porta del paradiso", dove venivano concentrati gli emigranti all'inizio del 900, Centro di prima accoglienza: Ellis Island, un'isola nei pressi di Manhattan, prima frontiera, dove le autorità americane effettuavano rigidamente le pratiche di registrazione di quei tanti disperati. Un viaggio senza tempo raccontato dal bravo regista in una maniera insolita, con la forza delle immagini miste al sogno, calate in una dimensione narrativa poetica che evoca aspetti profondi della psiche, scavando nella vita interiore del singolo.
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ziogiafo - Nuovomondo Italia 2006 - Un nuovo stile nel cinema italiano:"Nuovomondo" - un viaggio all'interno dell'umana sofferenza, un passaggio epocale vissuto attraverso lo stupore e il disorientamento della famiglia Mancuso, che scappa dalla propria Terra per raggiungere la "Golden door"... "la porta del paradiso", dove venivano concentrati gli emigranti all'inizio del 900, Centro di prima accoglienza: Ellis Island, un'isola nei pressi di Manhattan, prima frontiera, dove le autorità americane effettuavano rigidamente le pratiche di registrazione di quei tanti disperati. Un viaggio senza tempo raccontato dal bravo regista in una maniera insolita, con la forza delle immagini miste al sogno, calate in una dimensione narrativa poetica che evoca aspetti profondi della psiche, scavando nella vita interiore del singolo. Un atto d'amore verso quelle tantissime persone che prese dalla disperazione partirono con grande coraggio verso l'ignoto, verso quel "nuovomondo" che era
distante anni luce dalle loro condizioni sociali. Il film propone un susseguirsi di suggestive immagini,lunghi silenzi e intensi sguardi che accompagnano l'oblio dei protagonisti verso un mare di latte in cui nuoteranno per assaporare la tanto anelata "abbondanza", che si manifesterà nei loro sogni-miraggio sotto forma di grandi carote, grossi polli e monete sonanti che cadono dagli alberi. Il linguaggio delle immagini di Crialese dà un impatto nuovo alla cinematografia italiana, rompendo gli schemi classici a cui di solito siamo abituati.
Da non perdere !!!
Buona visione!
Cordialmente
ziogiafo
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(di nikita)
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robbie23
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giovedì 28 settembre 2006
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un sogno... un viaggio... un unico respiro...
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Carico di immagini evocatrici di un "sogno americano" che i nostri poveri immigrati di inizio Novecento, speravano di poter trasformare in realtà, il film "NuovoMondo" si inserisce tra i dieci film, a mio parere, più intensi e suggestivi degli ultimi anni. Straordinaria interpretazione è quella di Charlotte Gainsbourg, nel ruolo di Lucy, l'unico personaggio "estraneo" nella nave che trasporta gli immigrati nel Nuovo Mondo. Lucy è una ragazza che parla benissimo l'inglese, che deve tornare in America a tutti i costi (poco interessa sapere il perchè) e per farlo è costretta addirittura a chiedere a Salvatore Mancuso (Vincenzo Amato) di sposarla una volta giunti in America. Figura che funge da legame tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, Lucy sembra apparire, a prima vista, superba, quasi stizzita dal comportamento delle sue compagne di viaggio, e al tempo stesso i suoi occhi appaiono velati da quell'incantevole tenerezza che la rende così vicina al gruppo di immigrati italiani.
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Carico di immagini evocatrici di un "sogno americano" che i nostri poveri immigrati di inizio Novecento, speravano di poter trasformare in realtà, il film "NuovoMondo" si inserisce tra i dieci film, a mio parere, più intensi e suggestivi degli ultimi anni. Straordinaria interpretazione è quella di Charlotte Gainsbourg, nel ruolo di Lucy, l'unico personaggio "estraneo" nella nave che trasporta gli immigrati nel Nuovo Mondo. Lucy è una ragazza che parla benissimo l'inglese, che deve tornare in America a tutti i costi (poco interessa sapere il perchè) e per farlo è costretta addirittura a chiedere a Salvatore Mancuso (Vincenzo Amato) di sposarla una volta giunti in America. Figura che funge da legame tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, Lucy sembra apparire, a prima vista, superba, quasi stizzita dal comportamento delle sue compagne di viaggio, e al tempo stesso i suoi occhi appaiono velati da quell'incantevole tenerezza che la rende così vicina al gruppo di immigrati italiani. Nota di merito a Vincenzo Amato (attore già apprezzato nel famoso "Respiro"-2002, dello stesso Crialese),personaggio che incarna nel suo dialetto e nel suo "modus vivendi", tutta quella semplicità e quella tenera ignoranza di un uomo vissuto nell'entroterra siciliano(Petralina), fino all'età di trentasette anni. Film tutto d'un fiato, tutto da vedere in un solo "respiro", scene che sarà difficile dimenticare, la nave che durante la tempesta fa vivere il dolore e la sofferenza della perdita, la partenza della stessa, tra i mille volti in silenzio e incapaci di saluti, il "vecchio" che non potrà entrare nel "NuovoMondo"(Aurora Quattrocchi- Donna Fortunata sarà l'unica che non potrà restare in America, perchè non ritenuta idonea), perchè le anziane e radicate radici non possono e non vogliono scendere a compromessi; straordinarie le scene sognanti di un'America utopica e,oserei dire campanelliana, tra fiumi di latte, carote giganti e monete che cascano dagli alberi come fossero pioggia. Tutto fila liscio in questo film. Forse troppo. Così scorrevole e veloce che, appena conclusi i titoli di coda, si corre il rischio di ritrovarsi fuori dal proprio tempo, di guardarsi intorno e sentire di essere lontani mille anni da questa vicenda di uomini comuni, che invece è accaduta soltanto "l'altro ieri".
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alessio
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martedì 11 dicembre 2007
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dovete vederlo
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Un viaggio benedetto dall’alto è un viaggio che si intraprende con i vestiti buoni dei giorni di festa, anche quando si parte da posti che non conoscono feste e che maledicono i giorni: dovete vederlo con i vostri occhi.
Non si possono dividere due gemelli per sempre, neanche se in mezzo ci metti un oceano, anche se non sai cos’é un oceano, la parola ti spaventa, ma la forza avvinghia le parole e il coraggio si sa è nei segni: dovete vederlo con i vostri occhi.
Il punto d’inizio è la Sicilia: terra, animali, pietre e affetti; la meta: l’America.
Nell’era delle immagini (dove abbiamo visto ogni cosa anche se non ci siamo mai spinti al di là della tangenziale) come posso chiarire il percorso mentale di un uomo che non conosce che razza di faccia ha la meta?
Alcuni raccontano di ortaggi giganti, di alberi di monete, altri parlano di verità ma nel vuoto, perché la lingua a volte è straniera.
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Un viaggio benedetto dall’alto è un viaggio che si intraprende con i vestiti buoni dei giorni di festa, anche quando si parte da posti che non conoscono feste e che maledicono i giorni: dovete vederlo con i vostri occhi.
Non si possono dividere due gemelli per sempre, neanche se in mezzo ci metti un oceano, anche se non sai cos’é un oceano, la parola ti spaventa, ma la forza avvinghia le parole e il coraggio si sa è nei segni: dovete vederlo con i vostri occhi.
Il punto d’inizio è la Sicilia: terra, animali, pietre e affetti; la meta: l’America.
Nell’era delle immagini (dove abbiamo visto ogni cosa anche se non ci siamo mai spinti al di là della tangenziale) come posso chiarire il percorso mentale di un uomo che non conosce che razza di faccia ha la meta?
Alcuni raccontano di ortaggi giganti, di alberi di monete, altri parlano di verità ma nel vuoto, perché la lingua a volte è straniera.
Salvatore (Vincenzo Amato), il nostro eroe romantico, sarà pure analfabeta ma riconosce la calligrafia delle parole giuste se le vede segnate sui volti: bellezza, tenacia, amore.
Emanuele Crialese (Respiro, 2001), regista di questo lungometraggio che rappresenterà l’Italia nella notte degli OSCAR© 2006, non ci mostra nessun NUOVO MONDO, nessuna immagine dei grattacieli newyorkesi, nessuno scorcio della metropoli dei sogni, neanche un velo della statua della libertà; è tutto nell’immaginazione di Salvatore:
questo però dovete vederlo con i vostri occhi (chiusi).
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piernelweb
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venerdì 26 gennaio 2007
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dreaming america
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Nuovomondo è l'eterna storia migratoria dell'uomo che cinica e indifferente si ripete uguale a se stessa, è la deformazione delle speranze che si materializza in forme abnormi e fasulle, è il grande cinema che rinasce rigoglioso dalle sue ceneri. Crialese rielabora il sogno de "Lamerica" suddividendo la sua portentosa opera in 3 distinte parti: lo sradicamento e l'abbandono dalle antiche e spoglie natie radici, il parrallelo doppio viaggio transoceanico e metafisico verso certezze idealizzate ma ignote, il confronto amaro con la realtà della "golden door" di Ellis Island, anticamera del paradiso. Diverse le sequenze da ricordare, dalle oniriche visioni del protagonista, agli incroci di sguardi sul ponte della nave "fantasma", al drammatico confronto finale per l'amissione.
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Nuovomondo è l'eterna storia migratoria dell'uomo che cinica e indifferente si ripete uguale a se stessa, è la deformazione delle speranze che si materializza in forme abnormi e fasulle, è il grande cinema che rinasce rigoglioso dalle sue ceneri. Crialese rielabora il sogno de "Lamerica" suddividendo la sua portentosa opera in 3 distinte parti: lo sradicamento e l'abbandono dalle antiche e spoglie natie radici, il parrallelo doppio viaggio transoceanico e metafisico verso certezze idealizzate ma ignote, il confronto amaro con la realtà della "golden door" di Ellis Island, anticamera del paradiso. Diverse le sequenze da ricordare, dalle oniriche visioni del protagonista, agli incroci di sguardi sul ponte della nave "fantasma", al drammatico confronto finale per l'amissione. Bravissimi tutti gli interpreti, ma un plauso particolare va a Vincenzo Amato e a Charlotte Gainsbourg. Un film che da lustro non solo al cinema italiano; un opera che ci restituisce un regista su cui si può tranquillamente contare.
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francesca
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martedì 26 settembre 2006
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cambiando si impara
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Appena visto...
l'ho trovato bellissimo: nell'attesa che il film finisse perchè avevo voglia di fumare, volevo non finisse più.
Ho trovato molto bello l'accostamento tra la storia di stampo melanco - nostalgico e delle trovate registiche davvero nuove, di stile. Questa è una prerogativo molto lontana dal cinema italiano a cui siamo abituati. LO STILE, inteso come novità visiva del taglio, della luce, dell'accostamento... Noi italiani siamo un pò Merit, un pò nostalgici, un pò anni '50 e spesso storciamo il naso al design post moderno se non di importazione. Ho trovato innovativo l'accostamento musicale stridente e fluido allo stesso tempo, le immagini confuse e poi eteree, minimali..."lattacee" appunto.
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Appena visto...
l'ho trovato bellissimo: nell'attesa che il film finisse perchè avevo voglia di fumare, volevo non finisse più.
Ho trovato molto bello l'accostamento tra la storia di stampo melanco - nostalgico e delle trovate registiche davvero nuove, di stile. Questa è una prerogativo molto lontana dal cinema italiano a cui siamo abituati. LO STILE, inteso come novità visiva del taglio, della luce, dell'accostamento... Noi italiani siamo un pò Merit, un pò nostalgici, un pò anni '50 e spesso storciamo il naso al design post moderno se non di importazione. Ho trovato innovativo l'accostamento musicale stridente e fluido allo stesso tempo, le immagini confuse e poi eteree, minimali..."lattacee" appunto. Tutto ciò più che confondermi mi ha dato emozioni diverse da scena a scena. Non mi meravigliano le indecisioni di molti spettatori, noi italiani siamo lenti ad aprirci all'innovazione( anche se sono dell'idea che cambiando si impara ). Aspetto il prossimo film sperando in un nuovo finale a nuoto...
Grazie Emanuele
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[+] cambiando si impara......
(di helodie)
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angelo
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sabato 30 settembre 2006
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abbiamo un nuovo grande regista
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Dalla cinepresa di una persona che ha venduto gli orecchini della bisnonna per produrre il suo primo film, usciranno molti altri capolavori come questo. Il talento traspare da tutte le componenti di cui un film è composto. La fotografia è un incanto pittorico, alcune scene come i paesaggi aspri e pietrosi della Sicilia di inizio secolo, la partenza della nave, il grande oceano e molte altre oltre a quella finale del fiume di latte, rimangono negli occhi e nel cuore per giorni. La coreografia dei corpi sbattuti nelle viscere della nave dalla tempesta, raggiunge i livelli più alti del teatro - danza degli ultimi anni. La ricostruzione della storia della emigrazione Italiana attraverso il viaggio della famiglia Mancuso è leggera ma approfondita nello stesso tempo, e viene raccontata senza mai stonare o cercare facili emozioni.
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Dalla cinepresa di una persona che ha venduto gli orecchini della bisnonna per produrre il suo primo film, usciranno molti altri capolavori come questo. Il talento traspare da tutte le componenti di cui un film è composto. La fotografia è un incanto pittorico, alcune scene come i paesaggi aspri e pietrosi della Sicilia di inizio secolo, la partenza della nave, il grande oceano e molte altre oltre a quella finale del fiume di latte, rimangono negli occhi e nel cuore per giorni. La coreografia dei corpi sbattuti nelle viscere della nave dalla tempesta, raggiunge i livelli più alti del teatro - danza degli ultimi anni. La ricostruzione della storia della emigrazione Italiana attraverso il viaggio della famiglia Mancuso è leggera ma approfondita nello stesso tempo, e viene raccontata senza mai stonare o cercare facili emozioni. Viene messa in luce la tremenda arretratezza economica e culturale nella quale vivevano le generazioni di inizio novecento, condizioni accompagnate però sempre da una dignità che non viene mai giustamente meno nel film e che viene messa in relazione con la tradizione della vita contadina e dal forte vincolo di affetto, che nel bene e talvolta nel male, proveniva dalla famiglia. gli attori danno il meglio di loro stessi, con una recitazione naturale e calata nei personaggi. Notevoli anche le musiche che sottolineano i momenti più alti durante lo scorrere degli eventi. Un capolavoro dunque che ci fa anche riflettere sul miglioramento delle condizioni di vita attuali talvolta però non accompagnate dalla stessa dignità dei nostri predecessori emigranti.
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[+] desiderio di angelo per un film come harry potter
(di danilo merenghini)
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scorpio giux
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sabato 24 febbraio 2007
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il nuovomondo errabondo!
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Un'nteressante trasposizione cinematografica di taglio singolare, la visione del giovane Crialese, sugli emigranti errabondi! Costruito su una linea estetica veramente di alto livello, molto fine e accurata. Un prodotto ben presentato, ma a mio parere molto lento e che poco coinvolge, nonostante la tematica intereessante sull'errare dei nostri precedessori, che nutriti dai soli sogni si IMBARCANO (è il caso di dire)contro ogni pronostico, verso la nuova terra prospera e all'avanguardia!La parte che più mi fatto sorridere, e che ho trovanto esaustiva delle politiche sociali estere di oggi, molto attuale e di contro sovverchiante..è stata quando Lucy chiede aglia americani il perchè di tutti i loro test,e dunque l'americano risoluto puntualizza per non permettere all'ingoranza di contagiarli!Come dire la metafora dei popoli migranti, se avessimo avuto il necessario nella nostra terra non saremmo mai partiti allo sbaraglio, ergo non siamo stati proprio così gnoranti da non lottare per noi stessi!Di questo film colpisce l'essenzialità, la ricercata mimica delle parole, la volglia di essere felici, anche ingenuamente felici, anche contro l'esagerata impossibilità dei presupposti!Ben orchestrata,la regia ma poco avvincente, purtroppo, e dico purtroppo poichè piacevolmente dal regista criolesi, che si è imbattutto comunque in bel prodotto, molto poetico.
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Un'nteressante trasposizione cinematografica di taglio singolare, la visione del giovane Crialese, sugli emigranti errabondi! Costruito su una linea estetica veramente di alto livello, molto fine e accurata. Un prodotto ben presentato, ma a mio parere molto lento e che poco coinvolge, nonostante la tematica intereessante sull'errare dei nostri precedessori, che nutriti dai soli sogni si IMBARCANO (è il caso di dire)contro ogni pronostico, verso la nuova terra prospera e all'avanguardia!La parte che più mi fatto sorridere, e che ho trovanto esaustiva delle politiche sociali estere di oggi, molto attuale e di contro sovverchiante..è stata quando Lucy chiede aglia americani il perchè di tutti i loro test,e dunque l'americano risoluto puntualizza per non permettere all'ingoranza di contagiarli!Come dire la metafora dei popoli migranti, se avessimo avuto il necessario nella nostra terra non saremmo mai partiti allo sbaraglio, ergo non siamo stati proprio così gnoranti da non lottare per noi stessi!Di questo film colpisce l'essenzialità, la ricercata mimica delle parole, la volglia di essere felici, anche ingenuamente felici, anche contro l'esagerata impossibilità dei presupposti!Ben orchestrata,la regia ma poco avvincente, purtroppo, e dico purtroppo poichè piacevolmente dal regista criolesi, che si è imbattutto comunque in bel prodotto, molto poetico. Ebbene quello che di più bello cè oltre le parole appene sussurrate e la storia dei nostri indomiti avi,vi la fotografia che amio modesto parere di appassionata delle arti visive, merita l'oscar!Quanto al film nella sua totalità, nonostante i suoi alti intenti poteva essere ancor più ben fatta, e magari raggiungere un pubblico più numeroso e meno di nicchia!buonavisione
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(di olivia)
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luca scial�
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martedì 22 dicembre 2015
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quando gli immigrati eravamo noi
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Emanuele Crialese è uno dei registi più interessanti partoriti dal cinema italiano negli ultimi anni, per il modo da un lato rude e dall'altro onirico col quale affronta i problemi della sua Sicilia e dei siciliani. Ora emigranti verso la lontana america, ora accoglitori di immigrati stranieri.
In questa pellicola, affronta l'emigrazione di massa d'inizio 900 dei siciliani verso l'America. Da loro definita Nuovo mondo. Un Nuovo mondo che li accetta solo dopo averli sottoposti a test ed esami psico-fisici. E che va raggiunto solo con un'estenuante viaggio sull'oceano. Salvatore Mancuso, pastore che vive in un paesino di montagna, ci porta la famiglia e sulla nave viene anche adescato da un'americana che deve trovare un compagno per essere rimpatriata.
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Emanuele Crialese è uno dei registi più interessanti partoriti dal cinema italiano negli ultimi anni, per il modo da un lato rude e dall'altro onirico col quale affronta i problemi della sua Sicilia e dei siciliani. Ora emigranti verso la lontana america, ora accoglitori di immigrati stranieri.
In questa pellicola, affronta l'emigrazione di massa d'inizio 900 dei siciliani verso l'America. Da loro definita Nuovo mondo. Un Nuovo mondo che li accetta solo dopo averli sottoposti a test ed esami psico-fisici. E che va raggiunto solo con un'estenuante viaggio sull'oceano. Salvatore Mancuso, pastore che vive in un paesino di montagna, ci porta la famiglia e sulla nave viene anche adescato da un'americana che deve trovare un compagno per essere rimpatriata. L'anziana madre e il figlio muto vengono respinti. Le donne subiscono matrimoni con uomini sconosciuti.
L'avventura verso la ricca America sembra ben lontana da come Salvatore e altre due ragazze partite con lui e la sua famiglia l'avevano sognata. Corsi e ricorsi storici.
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fabio "mavors" pacione
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sabato 4 novembre 2006
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nuovomondo, capolavoro mancato
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La sicilia brulla, in una stagione indefinita, grigia e fumosa, forse fredda.
La sicilia rurale, senza luce nelle povere case contadine.
La sicilia dialettale, che crede nei miti religiosi sia cristiani, sia pagani.
La sicilia contadina che crede nel mito del nuovo mondo, l'America, e contemporaneamente ne è attratta e timorosa.
La sicilia degli uomini coraggiosi, forse perchè nulla hanno da perdere, quelli che decidono di lasciare la terra per andare alla ricerca della fortuna.
Il film scava nei timori, nelle speranze e soprattutto negli occhi degli emigranti.
Lo spettatore è trasportato in un altra dimensione, estramamente intima; il regista esplora, in modo a volte ermetico ed onirico, specie nel tentativo di immaginare i pensieri nascosti ed intimi dei protagonisti.
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La sicilia brulla, in una stagione indefinita, grigia e fumosa, forse fredda.
La sicilia rurale, senza luce nelle povere case contadine.
La sicilia dialettale, che crede nei miti religiosi sia cristiani, sia pagani.
La sicilia contadina che crede nel mito del nuovo mondo, l'America, e contemporaneamente ne è attratta e timorosa.
La sicilia degli uomini coraggiosi, forse perchè nulla hanno da perdere, quelli che decidono di lasciare la terra per andare alla ricerca della fortuna.
Il film scava nei timori, nelle speranze e soprattutto negli occhi degli emigranti.
Lo spettatore è trasportato in un altra dimensione, estramamente intima; il regista esplora, in modo a volte ermetico ed onirico, specie nel tentativo di immaginare i pensieri nascosti ed intimi dei protagonisti.
Peccato per la scelta musicale: colonna sonora inesistente o invedente, quasi sempre inadeguata al momento descritto.
Al contrario, cast quantomai scelto perfettamente, attori che sembrano provare profondamente le sensazioni, tutto sembra vero, come in un documentario, sembra di sentire gli odori, sembra di provare la nausea dell'interminabile viaggio in nave verso un nuovo mondo che il regista non fa vedere mai; gli occhi nostri si affaticano per la poca luce di scena, e i nostri pudori sono stuzzicati nell'immaginare l'imbarazzo delle visite che gli emigranti devono superare per entrare nel nuovomondo.
E lo spettatore, se non riesce ad immedesimarsi, meno non può fare che sentirsi vicino, solidale, comprensivo, molto umano.
Il capolavoro non è lontanissimo, ma come il nuovomondo, non viene raggiunto.
O se lo si sfiora, non è come lo si immaginava.
Fabio "Mavors" Pacione
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[+] nuovo mondo, capolavoro mancato
(di raffaella)
[ - ] nuovo mondo, capolavoro mancato
[+] concordo con quasi tutto
(di marv)
[ - ] concordo con quasi tutto
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