Nuovomondo |
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Un film di Emanuele Crialese.
Con Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Aurora Quattrocchi, Filippo Pucillo.
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Titolo originale The Golden Door.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 111 min.
- Italia, Francia 2006.
- 01 Distribution
uscita venerdì 22 settembre 2006.
MYMONETRO
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DOMANI A BENGODI
di XFeedback: 0 |
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domenica 24 settembre 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Golden door” per gli emigranti italiani agli inizi del ‘900 era Ellis Island, ricreata dal regista rivelazione di Respiro e dell’ultimo festival di Venezia Emanuele Crialese nell’”Hotel degli emigranti”a Buenos Aires: era la porta d’ingresso del paradiso, il regno di bengodi con carote e galline gigantesche che le fotografie di propaganda mostravano allo scopo di attirare forza lavoro per le industrie americane alla fine dello schiavismo, ma lì essi venivano sottoposti a visite mediche minuziose e a test attitudinali ridicoli e umilianti, nell’intento di saggiarne la salute fisica e mentale e di evitare in tal modo la contaminazione delle impurità di una razza estranea. Tutto questo lo riviviamo in Nuovomondo, un film realistico però in maniera atipica: la ricostruzione d’ambiente fedele richiama una riflessione profonda sul senso della Storia e sui processi psicologici collettivi che la determinano. I protagonisti della pellicola non hanno concretezza individuale, la loro origine si perde nella notte dei tempi ed essi simboleggiano una condizione perenne dell’umanità: norme e leggi cercano invano di regolamentare l’ingovernabile, le grandi civiltà sono sorte in seguito a fenomeni imponenti di emigrazione violenta, e l’uomo in fuga da guerre, invasioni o miseria si è sempre mosso alla ricerca di una terra promessa, alternando nomadismo e stabilità, disperazione e speranza, utopie e distopie, fiumi di latte e prigioni, slanci verso un futuro di progresso e ritorni a un passato di superstizioni e paure ancestrali. Così il viaggio della famiglia Mancuso dai monti della Madonia in Sicilia alle coste del continente americano parte dalla preistoria analfabeta ed approda alle nebbie di un oggi/ domani incerto. Il percorso metamorfico, secondo la definizione dello stesso autore, è segnato da figure archetipo e immagini mitiche: la croce sovrastante la montagna, le pietre in bocca per pregare e l’attesa di un segnale dalla divinità, la vestizione, la sapienza magica della vecchia madre, il sogno della pioggia di monete e del paese di Cuccagna, il distacco, il favoloso Oceano, le peripezie sul mare, la tempesta, l’incontro con la misteriosa donna-principessa da salvare, le prove d’iniziazione all’interno del castello-fortezza labirintico. Gli attori del racconto allegorico si muovono attoniti all’interno di una Torre di Babele claustrofobica, ove gli idiomi sono barriere invalicabili e i corpi si assiepano togliendosi spazio a vicenda: il dramma si ripete inconsapevole da millenni fra chi parte e chi arriva, ma la luce resta accesa per tutti e per nessuno. Allora il finale della favola resta inevitabilmente sospeso: il principe e la principessa salvata assieme a noi galleggiano nel fiume di latte, eppure dove portino i fiume di latte non si è mai saputo.
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