Titolo internazionale | Dog Flesh |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cile, Francia, Germania |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Fernando Guzzoni |
Attori | Alejandro Goic, Amparo Noguera, Daniel Alcaíno, Sergio Hernández, María Gracia Omegna Alfredo Castro, Cristián Carvajal, Manuela Oyarzún, Roberto Farías (I), Jesús Briceño, Carolina Paulsen, Iseda Sepúlveda, Carlos Espinoza (II), Mónica Illanes, Catalina Saavedra, Valeska Díaz, Lucas Mix, Luis Arenas (II), Juan Quezada. |
Tag | Da vedere 2011 |
MYmonetro | 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 marzo 2013
CONSIGLIATO SÌ
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Il protagonista è Alejandro (Alejandro Goic), un cinquantenne con un oscuro passato di torturatore nelle milizie della dittatura militare, emarginato dopo il ritorno della democrazia. Un uomo solitario e frugale, circondato dall'ostilità, fragile e imprevedibile nelle sue reazioni. Si aggira inquieto e somatizza la sua condizione avvertendo un dolore al petto e soffrendo di insonnia. Cerca disperatamente di avere un colloquio con la moglie che lo ha abbandonato. Poi si reca ad una riunione di un'associazione di ex militari gia' fedeli al regime di Pinochet e chiede un aiuto. Ottiene una visita medica da cui non risultano patologie fisiche, ma rifiuta di farsi vedere da uno psichiatra. Un giorno irrompe nella fabbrica tessile dove lavora sua moglie e le dichiara che vuole riprendere la convivenza, ma la donna lo respinge. Durante una crisi di rabbia picchia il suo cane, unico affetto rimastogli. Poi lo cura per giorni, ma l'animale non sopravvive. Infine lo vediamo fervente fedele in una Chiesa Evangelica dove il Pastore (Alfredo Castro) predica il perdono e la dimenticanza del passato.
L'opera prima di Fernando Guzzoni, premiata ai Festival di San Sebastian e di La Habana, è un dramma esistenziale molto duro e claustrofobico. Descrive, con estremo realismo documentaristico, una settimana cruciale della vita del personaggio, che si trova sull'orlo della perdita di contatto con la realtà e del tracollo mentale, fino ad un ambiguo finale di possibile salvezza. In effetti occorre considerare che il titolo del film allude sia ai militari di basso rango, sia a una persona oppressa da una pena insopportabile. Inoltre occorre considerare che in Cile, tuttora, le vittime del regime militare non vogliono dimenticare. Guzzoni utilizza ampiamente la telecamera a spalla, seguendo costantemente il suo personaggio, con uno stile molto efficace che ricorda quello dei fratelli Dardenne.