Titolo originale | L'arbre |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Australia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Julie Bertuccelli |
Attori | Charlotte Gainsbourg, Marton Csokas, Morgana Davies, Aden Young, Gabriel Gotting, Arthur Dignam Gillian Jones, Tom Russell, Christian Byers, Penne Hackforth-Jones. |
Uscita | venerdì 8 luglio 2011 |
Distribuzione | Videa |
MYmonetro | 2,92 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 gennaio 2015
Simone è una bambina che parla con il padre scomparso attraverso i rami di un albero con cui instaura pian piano un legame ossessivo. Il film ha ottenuto 3 candidature a Cesar, In Italia al Box Office L'albero ha incassato 10,4 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Gli O'Neil vivono felicemente con i loro quattro figli nella campagna australiana. Un giorno un infarto coglie il padre mentre è alla guida del suo furgone ed ha con sé la piccola Simone (otto anni). L'automezzo si arresta contro il grande fico che si trova dinanzi alla loro abitazione. Da quel momento Simone, che non vuole accettare la scomparsa del padre, si convince che il suo spirito viva nell'albero e comunichi con lei. Si opporrà in ogni modo al suo abbattimento anche quando le radici inizieranno a minacciare la sicurezza della casa.
Che l'albero sia una figura simbolica universale è cosa nota. Ben lo sapeva l'estensore del Libro della Genesi che affianca l'Albero della vita a quello della conoscenza del Bene e del Male. Così come lo hanno saputo in tanti nella varie forme d'arte ivi compreso il cinema e Terrence Malick con il suo The Tree of Life passando per la foresta di Avatar. Ne è estremamente consapevole Julie Bertuccelli che, già con il suo lungometraggio d'esordio (Da quando Otar è aprtito), aveva affrontato con tocco delicato e coinvolgente il tema della perdita di una persona cara. Torna ad occuparsene con questo film ancora una volta non privilegiando un unico punto di vista. Perché da un lato troviamo la piccola Simone che non intende rassegnarsi alla morte del padre (a cui ha assistito) e dall'altro troviamo sua madre Dawn (alba in inglese) che, pur soffrendo terribilmente, non rinuncia alla possibilità di un nuovo inizio per sé e per i suoi figli. In tutto ciò l'albero espande le sue radici, si libera di un ramo morto, ospita volatili. Ognuno di questi accadimenti, visto da un essere dominato dalla razionalità, si trasforma in un semplice evento naturale, visto in una dimensione spirituale diventa 'altro'. Bertuccelli non ci propone una lettura animista del mondo che circonda ma ci invita a non dimenticare di prestare attenzione al sentire dei più piccoli senza per questo doverne necessariamente fare proprie le percezioni.
C'è un'immagine molto significativa che segue di poco il prologo. Il furgone del padre trasporta nella landa deserta una casa prefabbricata. Così come quell'abitazione si fa segno di una futura stabilità precaria (non necessariamente dal segno negativo) così le radici del fico sembrano voler marcare una permanenza ineluttabile così come un'impossibilità di elaborazione del lutto. Non è necessariamente così, ci suggerisce Bertuccelli nel finale, senza sfociare nel relativismo ma con un'intensa attenzione alle potenzialità del divenire.
L'ALBERO disponibile in DVD o BluRay |
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Affidarsi a un albero per sopravvivere: per sopravvire alla morte dell'amore, della sicurezza, dell'affetto, della forza di un padre che colpito da un infarto si accascia e muore contro quest'albero gigantesco. L'albero parla di lui alla figlia di otto anni, parla di lui alla moglie affranta, parla di lui agli altri tre figli che sembrano non crederci, ma tutti sono legati irrimediabilmente [...] Vai alla recensione »
Dawn è una felice casalinga che vive con marito e figli nella provincia orientale del Queensland, Australia; ben presto il povero Peter, però, abbandona la vita terrena a causa di un improvviso arresto cardiaco, lasciando la moglie (di origini francesi) nel più totale sconforto e con 4 ragazzini da crescere senza nemmeno un lavoro.
il film si presta a molte riflessioni,che ognuno estrapolerà vedendolo,perchè ogni scena ha un significato recondito,va rivisto per captarne ed imprimere meglio in memoria il significato della vita e le sue molteplici sfaccettature,ottimo cast d'insieme,belle immagini.
Bari Non mancherò di vedere questo film ma l'albero mi offre uno spunto per recensire un film bellissimo che ho visto ieri in tv, sulla Rai, ovvero "L'albero della vita" di Aronovsky, un film che nel titolo riecheggia quello di Malick, ma è stato girato cinque anni fa. E come mai non se n'è parlato tanto quanto The tree of life? Misteri del marketing.
A ben 8 anni di distanza dalla prima pellicola, Julie Bertuccelli firma il suo secondo film. Dove a farla da padrona è la metafora dell’albero come fonte di vita. Di ancoraggio al passato grazie alle sue profonde radici.E così, la piccola protagonista Simone, crede che nel grosso albero vicino casa, risieda l’anima del padre morto di infarto. Ma è costretta a incassare il pregiudizio e gli sfottò della [...] Vai alla recensione »
L’albero *** Produzione: Francia 2010 Genere: Drammatico Attori principali: Charlotte Gainsbourg, Morgana Davies Regia: Julie Bertuccelli Trama: Il film segue la storia della famiglia O’Neil, a terra per la morte improvvisa del padre. Simone incomincia a passare molto tempo sopra il fico in cortile, dice di riuscire a comunicare con il genitore perduto attraverso esso.
Film sull'elaborazione di un lutto da parte di una famiglia e, soprattutto, da parte di una bambina di otto anni e della sua mamma. Delicato, profondo e con un'attenta e precisa osservazione riguardo i sentimenti e le reazioni infantili. Brava Charlotte Gainsbourg e soprattutto la bambina che ne interpreta la figlia con la sua espressività.
Lunghissimo, ripetitivo, calligrafico, infine piuttosto noioso. Storia anche un po' incredibile nella sua esasperazione. Buona l'interpretazione "svagata" della Gainsbourg. Si salva la scena del pianto della vedova mentre si abbandona a un altro uomo;quella dell'ultimo attaccamento della bimba all'albero durante la scena del ciclone come quella in cui la madre in sintonia con la figlia si adagia sulle [...] Vai alla recensione »
L’ albero, albero della vita in senso molto più letterale che nella pellicola Palma d’oro di Malick, porta la firma della francese Julie Bertuccelli, documentarista che nel 2003 era passata alla fiction con l’apprezzato Depuis qu’Otar est parti, basato sull’elaborazione di un lutto proprio come questo suo secondo film ispirato al romanzo dell’australiana Judy Pascoe, My Father Who Art in the Tree . [...] Vai alla recensione »
La regista francese Julie Bertucelli si è fatta conoscere qualche anno fa con un buon esordio, Da quando Otar è partito, film ambientato a Tbilisi, capitale della Georgia post comunista, che affronta il tema della perdita di una persona cara attraverso una storia familiare poetica e ispirata. A distanza di qualche anno la Bertucelli torna ancora sul tema della perdita adattando un romanzo di Judy [...] Vai alla recensione »
Una produzione che sposa dramma familiare con suggestioni paranormali. Moglie e madre devota, Dawn perde il marito all¿improvviso. Elaborare il lutto è già difficile; in più ci si mette Simone, convinta che lo spirito di papà sia migrato nel gigantesco albero davanti casa. Le scene in cui la piccola Morgana Davies cerca affetto e protezione nell'albero sono struggenti.