Una rilettura contemporanea e in chiave horror della rivoluzione culturale cinese e delle sue crudeli follie. Espandi ▽
Il regista Liu Bingjian, affermatosi alla fine degli anni '90 come regista scomodo con il film
Men and Woman, subito censurato per i suoi contenuti lesbogay, nel suo nuovo
Bei Mian fornisce una rilettura contemporanea e in chiave sorprendentemente horror, della rivoluzione culturale e delle sue crudeli follie. Irrimediabilmente segnato nella psiche dal padre pittore e artista ufficiale di Mao, il protagonista si muove nel mondo delle gallerie d'arte, tra memorabilia dell'arte di propaganda che possono nascondere terribili segreti, ben celati dalla nuova follia cinese, quella consumistica. Segreti che sembrano incisi nella pelle stessa dei protagonisti. Un racconto sospeso ed estremo dove la body art incontra i santini di Mao, sfociando in un nuovo genere, l'horror totalitario.