In Nemico Pubblico N.1 l'attore interpreta il gangster francese Jacques Mesrine.
di Tirza Bonifazi Tognazzi
Una vita divisa in due parti
Esce diviso in due parti il gangster movie ispirato alla vita (e al romanzo autobiografico) del Nemico Pubblico N.1 Jacques Mesrine. Due film - L'istinto di morte e L'ora della fuga - totalmente diversi fra loro che fanno luce sul percorso del famigerato criminale francese divenuto una vera e propria icona fra i giovani ribelli francesi. "I rapper non fanno che parlare di lui nelle loro canzoni, lo vedono come un mito" ha rivelato Vincent Cassel nell'incontro che si è tenuto a Roma. È proprio lui a incarnare il gangster nel duplice film di Jean-François Richet.
Che idea ti sei fatto di Jacques Mesrine?
Più che un gangster Mesrine era uno showman, una specie di clown, amava i media e amava che si parlasse di lui. È un personaggio molto interessante perché ad oggi non si sa per certo se abbia mai veramente ucciso qualcuno, come ha dichiarato nel suo libro. Ed è stato giustiziato sebbene non ci fossero delle prove reali di colpevolezza. Per questo è divenuto una sorta di martire. Sono più che sicuro che la verità sul suo conto non verrà mai fuori.
Cosa ti ha affascinato del personaggio?
Prima che il film venisse affidato a Jean-François Richet e allo sceneggiatore Abdel Raouf Dafri io ero già coinvolto nel progetto ma l'idea iniziale era di fare di Mesrine un eroe e così l'ho abbandonato. Poi però, con la nuova stesura di Dafri e la regia di Richet, le cose sono cambiate e ho accettato il ruolo perché riusciva a descrivere meglio le diverse facce del personaggio. Era sicuramente coraggioso e simpatico, ma in fondo era un figlio di una buona donna e non certo un Robin Hood.
Qual è stata la difficoltà maggiore nell'interpretarlo?
La lavorazione è stata molto lunga, le riprese sono durate nove mesi, quando generalmente per fare un film che ne vogliono tre. Praticamente è stato un parto! Non credevo di riuscire a rimanere focalizzato sul personaggio per tutto quel tempo ma mi sono preparato bene e alla fine, quando abbiamo girato l'ultima scena, mi sono reso conto che sarei potuto andare avanti altri due mesi. È stato anche difficile ingrassare tutti quei chili perché sebbene il cibo sia uno dei maggiori piaceri della vita, quando devi mangiare per lavoro non è più tanto divertente.