La sposa turca

Film 2004 | Drammatico, 123 min.

Titolo originaleGegen die Wand-Head On
Anno2004
GenereDrammatico,
ProduzioneGermania
Durata123 minuti
Regia diFatih Akin
AttoriBirol Ünel, Sibel Kekrilli, Catrin Striebeck, Cem Akin, Hermann Lause, Meltem Cumbul, Stefan Gebelhoff Francesco Fiannaca, Sibel Kekilli, Mona Mur, Ralph Misske, Philipp Baltus, Karin Niwiger, Demir Gökgöl, Aysel Iscan.
Uscitavenerdì 22 ottobre 2004
TagDa vedere 2004
DistribuzioneBim Distribuzione
MYmonetro 2,91 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Fatih Akin. Un film Da vedere 2004 con Birol Ünel, Sibel Kekrilli, Catrin Striebeck, Cem Akin, Hermann Lause, Meltem Cumbul, Stefan Gebelhoff. Cast completo Titolo originale: Gegen die Wand-Head On. Genere Drammatico, - Germania, 2004, durata 123 minuti. Uscita cinema venerdì 22 ottobre 2004 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 2,91 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 26 gennaio 2015

Un film tedesco che affronta una storia d'amore tenera e dura al contempo nel contesto sociale dei turchi di Amburgo. Vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino 2004. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office La sposa turca ha incassato 1,2 milioni di euro .

Consigliato sì!
2,91/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,32
CONSIGLIATO SÌ
Un bel film tedesco che descrive gli immigrati senza retorica, cercando di trovare la verità nella confusione dei sentimenti.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Amburgo. Dopo aver tentato il suicidio Cahit incontra Sibel che ha seguito un percorso analogo. Sono entrambi di origine turca ma vivono da molti anni in Germania. Sibel vuole uscire dalla sua famiglia in cui i maschi comandano e propone a Cahit di sposarla. Lei avrà così una copertura per vivere una vita libera anche sul piano sessuale. Ma il ruvido Cahit pian piano se ne innamora al punto di mettere a repentaglio la propria libertà.
È un film diviso in capitoli questo di Akin ma a compiere questa scansione non sono dei cartelli o delle dissolvenze in nero. Un'orchestra con una cantante sulle rive del Bosforo separa le parti in cui il film viene suddiviso. Questa immagine, con la relativa colonna sonora, sottolinea il forte richiamo alle origini dei due protagonisti. Come è noto la Germania è la nazione in cui risiede il maggior numero in assoluto di turchi emigrati e il film ci mostra uno spaccato delle loro vite per poi, a vicenda impostata, trasferirsi a Istanbul. A una prima parte amburghese attenta a fondere, con uno stile da videoclip, modernità e radici culturali ed etniche ne succede una più personale e distesa.
Al montaggio ritmato seguono ampi piani sequenza che consentono al personaggio di Sibel di palesarsi nella sua irrequieta ricerca di un equilibrio sempre difficile da raggiungere. Sta in questo l'originalità di Akin, nel saper offrire alla storia dei ritmi differenti facendoci 'sentire' come il prima e il dopo dell'evento che vede Cahit protagonista siano due modi di porsi dinanzi alla vita e alla possibilità di un desiderio amoroso con delle prospettive completamente diverse. L'impresa riesce grazie anche all'intensa interpretazione di Sibel Kekrilli, la sposa del titolo.

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Recensione di Mattia Nicoletti
venerdì 8 ottobre 2004

Il matrimonio fra un uomo e una donna, si celebra spesso per amore, e talvolta per interesse. Questo è il caso de La sposa turca di Fatih Akin, in cui Cahit, quarantenne drogato e alcolizzato, e Sibel, ventenne schiava della sua famiglia turca, si incontrano in un ospedale psichiatrico dopo avere entrambi tentato il suicidio. Sibel per sfuggire alla famiglia propone, infatti, a Cahit di sposarla. Dopo un primo rifiuto Cahit accetta e insieme convivono nella casa di lui, sebbene abbiano vite sessuali separate. L'unione, per essere in seguito sciolta, non deve assolutamente essere consumata. Se all'inizio fra i due sembra non esserci alcun sentimento, Cahit comincia ad essere geloso delle storie della moglie, e comprende di essersi innamorato e farà di tutto per dimostrarglielo.
Vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino nel 2004, La sposa turca è un film interessante per la grottesca ironia con cui viene trattata la disperazione dei due protagonisti, vittime delle situazioni. L'amore è l'unica via di scampo per entrambi, e in particolar modo per Cahit, che ha già vissuto la propria esistenza disastrata e che si trova di fronte alla sua ultima chance. Birol Unel è il mattatore del film, e impersona Cahit in modo perfetto. Alcune volte schizzato, altre (poche) razionale. E un sottile fascino maledetto, che inaspettatamente si scioglie di fronte a una ragazza di vent'anni più giovane di lui.
Il film di Akin, migliore nella prima parte, rispetto al finale intimista e lineare, si dilunga di una quindicina di minuti (il fim dura due ore), ma mantiene le promesse di film d'autore di ottima fattura, in cui l'amore è ancora protagonista.

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LA SPOSA TURCA disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 7 aprile 2010
Paola Di Giuseppe

Gegen die wand, contro il muro, e il muro è quello contro cui si schianta la macchina di Cahit (Birol Unuel). 
 Se la caverà con un collare, qualche ammaccatura che quasi non si nota in uno chassis già abbastanza malandato che dimostra più dei 40 che ha, e un ricovero temporaneo in un reparto dove lo psichiatra di turno proverà a capire perché voleva uccidersi.

lunedì 14 dicembre 2015
angelo umana

Film un po’ sopravvalutato, chissà cosa a Berlino nel lontano 2004 fece decidere la giuria di dare ad esso l’Orso d’oro, forse una testimonianza di accoglimento della numerosa comunità turca ospitata in Germania per lavoro. Sibel e Cahit però, emigrati turchi ad Amburgo, al lavoro si vedono poco, solo all’inizio vediamo Cahit lavorare, riordina e pulisce nel locale pubblico (o bettola mal frequentata) [...] Vai alla recensione »

lunedì 30 marzo 2015
dario

La storia non è una storia, ma una serie di avvenimenti decisi a tavolino, prefabbricati allo scopo di giungere a una morale scontata. Tutto prevedibile e portato avanti in modo appena discreto. La regia è impegnata, ma non va al di là della forma (che è a tratti notevole). Troppa autodistruzione, reiterata attraverso bevute ciclopiche, droga, fumo a non finire, volgarità.

venerdì 12 agosto 2011
Dandy

Un melodramma estremamente duro e appassionato,che avrebbe certamente interessato Rainer Werner Fassbinder.L'interno della comunità turca trasferitosi in Germania è lo specchio di un mondo di disagiati ed esasperati,dove il desiderio di ribellarsi alle tradizioni porta inevitabilmente alla rovina(e i fatti più estremi non sono nemmeno i tentativi di suicidio).

domenica 6 marzo 2011
jaky86

Orso d'oro a Berlino per l'opera di Fatih Akin. Amburgo: Sibel, giovane musulmana turca, organizza un matrimonio di convenienza con Cahit, un convincente Birol Unel, anch'egli di origine turca, per sfuggire alle oppressioni della famiglia. Quando sfocerà l'amore tra i due, il melodramma prenderà corpo con coinvolgimenti tragici.

martedì 19 aprile 2011
nickcastle91

La sposa turca, è un dramma più che geniale o originale, furbo per essere coincisi. Perchè con la scusa dell'immigrazione mette in scena uno spettacolo già visto, in vesti comiche e in vesti drammatiche. E' un film che non parla dell'immigrazione, se non un breve accenno all'inizio, l'immigrazione non fa neanche da sfondo, solo perchè i personaggi [...] Vai alla recensione »

martedì 25 novembre 2014
Rick the bonf

Mi limiterò ad un aspetto, nella consapevolezza della parzialità ed arbitrarietà di quanto verrà detto. Ho trovato ributtante la gratuità della violenza in questo film, al limite della pornografia. Lo sconsiglierei vivamente, convinto che l'estetica esprima un sostanziale contenuto, che siano un tutt'uno. Le implicazioni che derivano da una telecamera che [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 luglio 2010
toty bottalla

Vi ricordate "pane e cioccolata" di BRUSATI col grande MANFREDI? beh! in questo film ho trovato similitudini angosciose e malinconie parallele, storie diverse certo ma argomento simile sempre attuale forse troppo. In questo film AKIN ci inchioda rapiti davanti allo schermo per ben due ore senza soffrire di narcolessia improvvisa, il racconto è incalzante curioso ed il quadro [...] Vai alla recensione »

sabato 29 settembre 2018
Emanuele 1968

Penso che sia un bun film, probabile, forse un po troppo violento, da un lato "consola" ( voto 2,5 ) 

venerdì 15 ottobre 2010
Josephdari

 LA ESPOSA TURCA   Sibel es una joven turca que vive, hace mucho tiempo, en Allemania. De su tierra de adopciòn ha tomado todo, también la modernidad  y el espìritu libre de un paìs civil. Todavìa, ella tiene que confrontarse con su familia de origen, bastante conservadora y patriarcal y que mal sufre su espìritu libertino.

giovedì 15 aprile 2010
nonnetti

Sulla bellissima e intensa pellicola (circa 120 minuti senza pause), si snodano/annodano i destini di due giovani (ormai) ex-turchi/post-tedeschi, votati uno all'auto(sic!)distruzione, e l'altra alla propria emancipazione di Donna. c'è un filo che collega la Turchia alla Germania, due popoli due bandiere, in una capitale teutonica (se londra è la capitale del punk, questa [...] Vai alla recensione »

Frasi
"Se ha deciso di porre fine a questa vita, faccia pure, ma non è indispensabile morire. Tiri una bella riga e volti pagina."
Il dottor Schiller (Hermann Lause)
dal film La sposa turca - a cura di Emma
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Sopravvissuti al tentativo di suicidio, Sibel e Cahit s'incontrano all'ospedale psichiatrico. Sono entrambi di origine turca, ma tutto il resto li divide. Lei, 20 anni, ama troppo la vita per sopportare una tutela famigliare che la soffoca; lui, 40, è un uomo autodistruttivo abitato da una legione di demoni. Non vedendo altra possibilità per sfuggire ai suoi, Sibel propone a Cahit un matrimonio bianco: [...] Vai alla recensione »

Enzo Natta
Famiglia Cristiana

Apparentemente l’unica cosa che hanno in comune è che sono entrambi di origine turca: immigrati di seconda generazione, nati in Germania. Lui, Cahit, ha quarant’anni e una vita bruciata alle spalle; lei, Sibel, ne ha venti, trascorsi nella soffocante morsa di una famiglia musulmana e opprimente. Dopo la morte della moglie, lui è sprofondato in uno stato depressivo al quale cerca di sottrarsi con [...] Vai alla recensione »

Silvana Silvestri
Il Manifesto

Sibel, ragazza turca tedesca anticonformista, inscena un suicidio per sfuggire al controllo della famiglia e si fa sposare da un ragazzo turco tedesco anche lui, piuttosto malconcio nel fisico e nella testa che incontra in ospedale. Comincia una vita a due, matrimonio di convenienza ma non troppo. Duro come musica ben sostenuta e metallica, vigile sguardo su una società chiusa all'interno della grande [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

La sposa turca, Orso d’oro all’ultimo Berlino, del regista turco-tedesco Faith Akin, svuota e ribalta il più accreditato dei «nuovi» generi cinematografici: la commedia etnica del matrimonio coatto. Di nuova soluzione, ma di antica tradizione, ha una ricetta semplice: in una comunità di immigrati (greci in America, libanesi in Danimarca, pakistani in Inghilterra) le prime o seconde generazioni, che [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Turchia in Europa, sì o no? Se la Cee è lacerata, figli e nipoti dei “Gastarbeiter” turchi non se la passano meglio, tra fedeltà alle radici e spinta verso un’impossibile integrazione. Questo almeno emerge dal bel film di Fatih Akin (oro a Berlino), capofila dell’esiguo ma pugnace cinema turco-tedesco, una ballata tragica e piena d’energia su due disperati uniti da un matrimonio d’interesse.

Alessandra Levantesi
La Stampa

Opera terza di Fatih Akin, «La sposa turca» ha ottenuto in febbraio l'Orso d'oro alla Berlinale imponendosi su candidati prestigiosi come Rohmer, Loach e Anghelopoulos. Troppa grazia? Per alcuni versi discutibile (è un film interessante, non a una rivelazione), il premio ha avuto il pregio di far uscire dalla nicchia un cineasta di talento, che per età (trent'anni) e per origine (è un turco di Amburgo) [...] Vai alla recensione »

Emiliano Morreale
Film TV

Vincitore un po’ a sorpresa dell’ultimo festival di Berlino, il film del trentenne Faith Akin sembra inserirsi in un filone abbastanza sperimentato e insopportabile, quello delle commedie interetniche che puntano sul pittoresco e sui superficiali conflitti di culture. Sibel, per sfuggire alla famiglia e poter scopare con chi le pare, sposa il recalcitrante Birol.

winner
orso d'oro
Festival di Berlino
2004
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