Don Hahn, una delle figure più influenti e note dell'industria dell'animazione, è al Festival di Roma per presentare Il re leone 3D, attualmente campione di incassi in America (30 milioni di dollari in due giorni dall'uscita nelle sale statunitensi). Hahn ha prodotto tra gli altri La bella e la bestia, primo film animato a ricevere una nomination agli Oscar nella categoria Miglior Film, Il gobbo di Notre Dame e Il re leone nella sua versione originale, che ha battuto ogni record di botteghino in tutto il mondo, diventando il film animato Disney campione di incassi e un musical di grande successo a Broadway. È anche autore di diversi libri sull'animazione, come "The Alchemy of animation", in cui spiega come i film animati vengono creati con le tecniche più moderne. Attualmente sta sviluppando il film animato in stop-motion Frankenweenie nella versione 3D con il regista Tim Burton che scrisse, disegnò e diresse il mediometraggio nel 1984.

Si dice che abbiate deciso di realizzare la versione 3D de Il re leone perché a differenza di altri progetti questo era ancora disponibile su layer diversi nelle macchine dello studio
A dire il vero lo sono tutti i progetti di animazione realizzati dopo il 1991, dunque anche La bella e la bestia, Aladdin e altri. Il re leone è stato il film di maggiore successo e questo è il motivo principale della nostra scelta.

Secondo lei Il Re leone apre un nuovo periodo per il 3D che consiste nella riedizione di grandi classici per poter rivitalizzare una tecnologia che comincia a mostrare i primi segni di cedimento?
Non penso che tutti i film possano essere convertiti nel 3D ed essere di qualità. Bisogna compiere delle scelte intelligenti e consapevoli di quella tecnologia; sono certo che progetti come quelli legati a Top Gun e a Titanic siano delle ottime scelte perché si tratta di film popolari.

Siete sorpresi dell'enorme successo ottenuto negli Usa?
Moltissimo. Avevamo preventivato di partire con un incasso intorno ai 20 milioni di dollari, invece ne sono arrivati 30 nei primi due giorni dall'uscita per raggiungere, poi, i 100 milioni.

Ci racconta qualcosa del progetto su cui sta lavorando, la versione 3D di Frankenweenie?
Conosco Tim Burton da tanto tempo, da quando negli anni ottanta lavoravamo entrambi alla Disney. Cinque anni fa gli ho parlato dell'idea e lui ne è stato entusiasta. Si tratta della versione 3D del mediometraggio che realizzò nel 1984, sarà un film di animazione in stop motion in bianco e nero e sarà pronto per ottobre 2012.

Quali sono, secondo lei, gli elementi che in diciassette anni hanno reso Il re leone un'icona per l'industria Disney?
Quando stavamo lavorando al film, ricordo che eravamo dubbiosi potesse interessare una storia di animazione su un omicidio nel mondo animale con la voce di Elton John e invece, poi, il pubblico ci ha sorpresi. Credo che sia una storia che tocca delle particolari corde emotive.

Come vede l'evoluzione dell'animazione? Crede non ci sia più futuro per i disegnatori?
L'animazione è come la moda, ci sono diverse correnti. Qualche anno fa sembrava che i disegnatori non servissero più, invece ora stanno partendo diversi progetti di animazione in stop motion per i quali sono necessari. Per poter avere i migliori sul progetto di Frankenweenie abbiamo cercato in tutto il mondo.

Il 2D ha ancora un futuro nell'animazione?
Sono certo che non sparirà. L'uscita del 3D permette di ridare vita a grandi classici facendo tornare al pubblico di rivederli sul grande schermo, ma questo non ostacolerà il resto delle tecniche di animazione.