Anno | 1949 |
Genere | Comico |
Produzione | Italia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Carlo Ludovico Bragaglia |
Attori | Totò, Gianna Maria Canale, Carlo Ninchi, Luigi Pavese, Carla Calò Franca Marzi, Mario Castellani, Enzo Garinei, Armando Migliari, Elena Altieri, Gianni Rizzo, Riccardo Rioli, Ciro Berardi. |
Tag | Da vedere 1949 |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 dicembre 2021
Totò, che qui veste i panni di un musicista napoletano, finisce per un equivoco a capo di una banda di malviventi algerini. Grazie a una lozione mirac...
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Pépé le Mòkò è un terribile bandito, capo dalla fama quasi leggendaria della Banda di Algeri. Antonio Lumaconi è un suonatore ambulante napoletano, che sogna da sempre di poter dirigere una propria banda musicale mentre nella quotidianità si vede ridotto a far da "orchestra vivente" (resa umoristica dall'impareggiabile arte mimica di Totò) per sbarcare il lunario. Le loro strade apparentemente così lontane s'incrociano a causa della morte di Pépé: i banditi infatti alla ricerca di qualcuno che fosse realmente degno di prenderne il posto, si mettono in contatto con Antonio in virtù della comune discendenza dalla famiglia Lumaconi. Interpretando la richiesta dei briganti come l'invito a dirigere una banda musicale, Antonio va ad Algeri dove una volta scoperta la verità, non gli resterà che far buon viso a cattivo gioco, per essere alla fine ricompensato dalla sorte che esaudirà nella sua Napoli quello che è stato il suo desiderio di una vita. In virtù di una ben congegnata commedia degli equivoci, i primi trenta minuti della pellicola si rivelano davvero esilaranti. Merito della sceneggiatura aver sfruttato sapientemente la semantica delle parole nella loro ambiguità: "banda di elementi, opera, programma, fughe, gazza ladra, tromboni" e via discorrendo. Peccato che il culmine della comicità così presto raggiunto dal film con altrettanta velocità finisca per dileguarsi: non appena l'equivoco è svelato, ha inizio una sarabanda di gag d'azione dall'esito facilmente prevedibile. Si susseguono varie rincorse fra inseguitori e inseguiti e scontri che spesso sembrano gratuiti o svuotati di significato, perché mancando un'autentica componente di conflitto che tenga alta la posta in gioco il tutto rischia di ridursi a puro gioco infantile. Confinati in questo tipo di umorismo restano anche altri elementi: un esempio di tipo narrativo è il filtro magico dei superpoteri, strumento dalle mille potenzialità se ben sfruttato - come accade nelle fiabe - ma in questa pellicola ridotto a ben poca cosa; un esempio invece più cinematografico in senso tecnico è fornito dall'impiego di effetti speciali smaccatamente finti, come accade per mettere in scena la straordinaria forza fisica di Antonio nel mettere al tappeto tutti gli avversari nel corso di un ballo. In una vicenda raccontata attraverso un ritmo già di per sé dispersivo certo non aiuta l'inserimento di battute provenienti dai contesti più disparati e tutto sommato poco pertinenti nel discorso: da Miss Italia alla politica alle citazioni autoreferenziali come «Siamo uomini o caporali?». Un ulteriore elemento di debolezza è racchiuso nella commistione di ambientazioni che ben poco hanno a che vedere l'una con l'altra, come è il caso di Napoli e Algeri: i collegamenti restano labili e artificiosi e Totò, benché dotato di una comicità che varca le frontiere, non può che dare il suo meglio in patria...
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TOTò LE MOKò (IT, 1949) diretto da CARLO LUDOVICO BRAGAGLIA. Interpretato da TOTò, GIANNA MARIA CANALE, CARLA CALò, FRANCA MARZI, LUIGI PAVESE, MARIO CASTELLANI, CARLO NINCHI Alla morte di Pepè le Mokò ad Algeri, temutissimo capobanda creduto morto in un lago di sangue, la sua cricca rimane senza guida e necessita urgentemente di un nuovo capo.
Antonio Lumaconi è un musicista ambulante napoletano, che sogna come tanti artisti di strada, di poter sfondare, anzi, di poter dirigere una propria banda musicale. Un giorno viene contattato da una banda di malviventi di Algeri, in cerca di un nuovo capo che potesse sostituire il leggendario Pepè Lumaconi, discendendo di fatti entrambi dalla stessa famiglia.
La pellicola è ambientata in Marocco, anche se la maggior parte delle scene sono girate in interni, e anche quelle che dovrebbero rappresentare gli esterni sono in realtà effettuate in studio. Si tratta, al solito, di una divertentissima commedia che ha il suo punto forte in Totò. L'attore è camaleontico, ma sostanzialmente fedele ad una comicità che si basa [...] Vai alla recensione »
Le quotazioni di Antonio de Curtis salgono a venti milioni per film. Si fa il nome dell'attore a proposito di un Il prode Anselmo, da interpretare insieme alla Barzizza, ancora diretto da Steno e Monicelli. Ma Totò si è già impegnato a interpretare Totò le Moko, una sorta di parodia del celebre noir Il bandito della Casbah di Julien Duvivier, in cui Jean Gabin interpretava il bandito Pépé le Moko: [...] Vai alla recensione »
Totò ben difficilmente potrà essere un personaggio, ma potrebbe certamente essere una nostra ineffabile marionetta. Un pupazzo che potrebbe avere le malizie e le malinconie dei clown più stagionati, con delle virtù parodistiche di ottima lega. Non sarebbe poco. Ma quando i produttori che si sono dedicati a questo genere di film vorranno comprendere che non c'è nulla di più tremendamente serio della [...] Vai alla recensione »