L'universalità di Lubitsch che con questa commedia dà la prova di conoscere magistralmente i tempi per suscitare partecipazione e sorriso.
Commedia,
USA 1924.
Durata 77 Minuti.
Ambientata nella Vienna degli anni Venti, la vicenda ruota attorno a due coppie, il dottor Braun, la neo mogliettina Charlotte, la miglior amica di Charlotte, Mizzi e il suo sposo, il professor Stock. Espandi ▽
Vienna. Il professor Stock non vede l’ora di potersi liberare con un divorzio dalla consorte Mizzi. Mizzi difatti si dà da fare per sedurre il dottor Braun, che aveva incontrato per caso e che poi scopre essere il neo marito della sua migliore amica Charlotte. La quale è decisamente innamorata dello sposo ma deve resistere alle avances del di lui collega dottor Gustav. Il secondo film realizzato negli States da Ernst Lubitsch (e la sua prima commedia muta americana) mostrano al pubblico l’universalità del cinema del regista tedesco. Siamo di fronte all’adattamento, ad opera di Paul Bern, di uno spettacolo teatrale di Lothar Schmidt ma Lubitsch non ne fa un film ‘teatrale’: che conosce bene i meccanismi del teatro, sa però distinguere in modo magistrale tra le due forme artistiche di comunicazione con una piena consapevolezza dei tempi che il cinema (e quello muto in particolare all’epoca) richiede per suscitare partecipazione e sorriso. Tempi che, se si dispone di un meccanismo perfettamente oliato e della capacità di portarlo sullo schermo, continuano a funzionare.
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Una grande interpretazione di Gloria Swanson che rivendica un ruolo per la donna libero dalle convenzioni maschili.
Commedia,
USA 1924.
Durata 75 Minuti.
A Tessi viene offerto di fingere di essere una contessa per attirare i clienti di un negozio. Espandi ▽
Una giovane donna entra nel mondo delle feste della ‘bella gente’. Viene notata da più di un uomo e uno di loro le propone di fingersi una nobildonna russa costretta all’esilio per attirare clienti nel suo negozio. Chi ha conosciuto Gloria Swanson in
Viale del tramonto dovrebbe vedere questo che è stato uno dei suoi film più di successo. Se si mette tra parentesi l’inevitabile happy end (con il ribaltamento del pensiero sul significato del matrimonio) ci si può rendere conto di quanto la Swanson si metta a disposizione di un personaggio che rivendica un ruolo per la donna libero da stress e dalle convenzioni maschili. Il titolo italiano, oltre a ripetere quello di un film di Arturo Ambrosio del 1921, non ha nulla a che fare con quello originale che, tradotto, significa maltrattata.