Anno | 2019 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Fabio Resinaro |
Attori | Lorenzo Richelmy, Luca Barbareschi, Valentina Bellè, Francesco Montanari Armando De Razza, Iaia Forte, Alessandro Cremona, Luca Vecchi, Libero de Rienzo, Claudia Gerini, Giovanni Catania, Nunzio Coppola, Aurora Gaudio, Ginevra Giuntini, Matteo Quinzi, Vincenzo Tanassi, Marco Zangardi. |
Uscita | giovedì 4 aprile 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 marzo 2021
Andrea Serrano è un aspirante scrittore che è costretto a lavorare in un obitorio in attesa della grande occasione della sua vita. Che finalmente arriva. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Dolceroma ha incassato 220 mila euro .
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Andrea Serrano ha 29 anni, sa di essere uno scrittore, ma al momento campa lavando i pavimenti di un obitorio: difficile dare un senso alla propria esistenza quando ci si sente una comparsa nella vita degli altri, invece che il protagonista nel proprio storytelling personale. Tutto cambia quando Andrea pubblica il suo primo romanzo, "Non finisce qui", e un produttore, Oscar Martello, se ne dichiara così entusiasta da volerlo trasformare in film. In una Roma dove "nessuno dice quello che pensa e nessuno fa quello che dice", Martello non ha peli sulla lingua e si dimostra di parola, affiancando ad Andrea un regista e una protagonista, Jacaranda Ponti, che guarda caso è la donna dei sogni dello scrittore. Peccato che il regista si riveli un "Tarkovsky dei poveri" e trasformi "Non finisce qui" in un film inguardabile: la carriera di Andrea rischia di naufragare, così come quella della bella Jacaranda. Riusciranno i due a recuperare dignità, umana e professionale?
Fabio Resinaro, questa volta senza Fabio Guaglione, si ispira al romanzo di Pino Corrias "Dormiremo da vecchi" per raccontare da sceneggiatore e regista l'avventura di Andrea, costruendo un prisma cinematografico che rifrange una commistione di generi - dalla commedia al noir, dalla satira al thriller, passando per il film d'azione e il camorra movie e arrivando anche ad aggiungere un momento musical.
Il risultato non è schizofrenico: al contrario, è un mix assai riuscito che ha alla base una riflessione filosofica sul nostro mondo, raccontato attraverso il frattale del microcosmo cinematografico. Una coraggiosa operazione che ha per protagonista la città di Roma, dolce e avvolgente come un vasetto di miele in cui si rischia di rimanere fatalmente invischiati, e per mattatore il personaggio di Martello che, grazie alla strepitosa interpretazione di Luca Barbareschi (anche produttore di Dolceroma, come si conviene ad un "film dentro un film") torreggia su tutta la vicenda.
Barbareschi, nel ruolo della vita, mette la sua verve istrionica a servizio di Oscar, cinematograficamente velleitario fin dal nome: uno che si compra una replica del David di Donatello perché non ne vincerà mai uno, e poi procede a farlo a pezzi a colpi di katana. La sua interpretazione è spassosa anche perché colorata da improvvisazioni e intuizioni del momento, ma resta ben sostenuta da una struttura narrativa coerente (grazie al romanzo di Corrias e all'adattamento di Resinaro) e da dialoghi scritti con gusto da chi conosce molto bene il mondo sordido e scellerato che racconta.
Tutto in questa storia è metaforico (e metacinematografico): dalla natura del mestiere di scrittore che cerca di dare forma al caos in cui viviamo, ma del quale odiamo l'ingerenza incontrollabile, all'irredimibilità di una città, cartina di tornasole di un Paese, che vive di finzione e di inganno: una Roma da bruciare, secondo il mantra cinematografico "Burn, baby, burn!". Resinaro attinge a piene mani a tutto il cinema internazionale, in primis il classico contemporaneo Kiss Kiss Bang Bang, e gestisce le scene di genere con grande padronanza del mezzo cinematografico e attenzione ai dettagli. Dietro ogni scena è facile immaginare quello storyboard che, tra l'altro, riflette l'impostazione fumettistica della narrazione.
Il regista e sceneggiatore comprende bene la follia di Roma e del cinema e la restituisce attraverso una costruzione palindroma che contrappone due archetipi - predatore e preda - e fa leva sull'attualità nel replicare le frustrazioni della sua generazione (lui è del 1980 e ricorda bene i suoi inizi, all'età di Andrea Serrano) e il dominio della generazione degli Oscar Martello.
Dolceroma tracima amara ironia, ha un ritmo veloce, sostenuto dal montaggio di Luciana Pandolfelli che aggiunge fluidità alle scene orchestate da Resinaro. È un giocattolo per cinefili, che si divertiranno a individuare i richiami ad altri film, ma resta accessibile al grande pubblico che detesta le storie ambientate nel mondo del cinema perché se ne sente escluso.
Ci sono alcune lungaggini, e una ridondanza di immagini ed effetti speciali, soprattutto nel finale. Ma nel complesso Dolceroma è un'impresa coraggiosa nel contesto italiano, e riuscita grazie a una regia sicura, una scrittura solida e interpretazioni azzeccate: in primis Claudia Gerini nei panni della moglie di Martello, e a seguire Valentina Bellè in quelli di Jacaranda e Iaia forte nel ruolo della sua agente. Nota di merito anche per la fotografia di Paolo Bellan, la scenografia di Pasquale Tricoci, i costumi di Ornella Campanale e gli effetti visivi della Far Forward Canarias: non i soliti noti, ma una squadra di talenti dalla sensibilità internazionale e la cura formale italiana.
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Un film ben fatto, che coinvolge lo spettatore per una regia e una sceneggiatura divertente e moderna, la brillante fotografia e l'ottima perfomance di tutti gli attori concorrono a dare una esperienza piacevole e accattivante. Il film descrive anche per metafora tutto il mondo che gira intorno alla costruzione di una produzione cinematografica con una buona dose di sarcastica ironia che spinge [...] Vai alla recensione »
Il co-regista di "Mine"(che co-sceneggia con Fausto Brizzi),esordisce in proprio adattando il romanzo "Dormiremo da vecchi" di Pino Corrias.Se all'inizio sembra la solita commedia grottesca che vuole sbertucciare(e sbeffeggiare) i modelli oltreoceano il discorso sul cinismo imperante nel mondo del cinema nostrano trova una sorprendente potenza e sgradevolezza nella svolta drammatica [...] Vai alla recensione »
Uno scrittore dilettante, che lava i cadaveri nella morgue di qualche ospedale, approfittando delle confessioni di un mafioso chiacchierone (il miglior fornitore di cadaveri della morgue, si precisa) scrive un libro che piace ad un produttore che evidentemente passa da un insuccesso all'altro, che supera grazie alla straordinaria ricchezza della moglie, la quale è al corrente dei tradimenti [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film, con regia ultra-moderna di Fabio Resinaro (che di solito siamo abituati a vedere insieme all'altro Fabio, Guaglione) . Grandi attori, dai 2 principali (Richelmny e Barbareschi) fino ai ruoli 'secondari' come Libero di Rienzo e Francesco Montanari, ma ce ne sono anche altri. Godibilissimo, funziona tuttio molto bene, unica critica : anche se la sceneggiatura è ben [...] Vai alla recensione »
D'accordo, non siamo davanti ad un capolavoro. Va bene, molte cose sono viste e riviste. Certo, Barbareschi resta quel che è, antipatico ed accentratore. Ma nel film tutto pare funzionare. Sicuramente sui titoli di coda la sensazione che manchi qualcosa per farne un gran filmone resta. Non siamo davanti un secondo "La Grande Bellezza", anche se il ballo della festa iniziale [...] Vai alla recensione »
Se fosse un film americano probabilmente avrei un altra opinione. Trashissimo, esagerato e copione. Ma questo pacchetto è incartato bene e con così tanta italianità da diventare una bomba, nel panorama cinematografico del bel paese. Rispetto ai soliti tentativi di ritrovare il "genere perduto" degli anni '70 e '80 questo film prova a fare un passo in più.& [...] Vai alla recensione »
Andrea Serrano, inserviente d’obitorio, culla la passione per la scrittura al punto di arrivare a pubblicare un libro, ambientato nel mondo della malavita, che però ha venduto poche centinaia di copie ma diventa, per uno strano scherzo del destino, il soggetto per un film prodotto dal noto impresario: Oscar Martello. Invitato da Oscar, Andrea si precipita immediatamente a Roma per vendere [...] Vai alla recensione »
Capisco che le critiche sono sempre incriticabili poiché frutto di gusti diversi. E questo è un film talmente esagerato (nel trash, nella comistione di generi, nella recitazione e, in generale, nella messa in scena) che facilmente può scontentare molti. Tuttavia nel panorama italiano un film del genere rappresenta una vera ventata di aria fresca.
Un film che consiglio di vedere perchè è una prova-commedia interessante. Un film sul cinema e su un giovane che vuol scrivere film, invece di fare il beccamorto. L'intreccio è tratto dal libro del giallista Pino Corrias, il soggetto è stato scritto con Fausto Brizzi, anche regista di seconda unità, il film è stato prodotto da Luca Barbareschi, che interpreta [...] Vai alla recensione »
Film sgangherato volto ad una dissennata apologia del crimine con un gratuito ed indebito delitto, quello dell'attrice protagonista! Fosse almeno vietato ai minori! Soltanto una mente perversa potrebbe guardarlo!
Un film....... incommentabile. Senza capo nè coda con attori macchiette che raggiungono il top con Barbareschi e Derienzo. Avrebbe anche delle velleità con sceneggiatura e riprese tarantiniane, ma è una vera boiata
Film noioso, volutamente originale nelle tecniche, ma senza alcuna sostanza. Un film nel complesso inutile, si esce come si è entrati.
Un vero film cult. Rigorosamente italiano, capace di raccontare, sopra le righe, il dietro le quinte delle fiction, tra produttori maneggioni, registi «Tarkovski dei poveri», simildive, feste e coca con la Gerini nuda nel miele, in una Roma dove «nessuno pensa quello che dice e nessuno fa quello che dice». Ottima regia di Resinaro, ma, soprattutto, un grande Barbareschi il cui personaggio del produttore [...] Vai alla recensione »
Siamo sempre lì. O qui. Alle prese con il solito problema ereditario: che fare dell'ingombrante presenza di giganti come Alberto Sordi nella storia del cinema italiano? 40 anni fa, in Ecce bombo, Nanni Moretti - da quel moralista narciso che è - urlava stizzito: "Ve lo meritate Alberto Sordi!". Ora invece Fabio Resinaro (regista) e Luca Barbareschi (interprete e produttore) ad Alberto Sordi mettono [...] Vai alla recensione »
Costretto a lavorare all'obitorio per sbarcare il lunario, Andrea Serrano, scrittore in erba, viene scelto dal prepotente e sfacciato produttore Oscar Martello che vuole trarre un film dal suo ultimo romanzo su una ragazza che si ribella alla camorra. Giunto a Roma nel villone kitsch di Martello, finisce nel tritatutto dello showbiz cinematografico romano tra attrici iraconde, distributori cafoni, [...] Vai alla recensione »
DolceRoma è il nome di una pasticceria romana buonissima specie le torte Sacher, chissà se avrà preso da lì ispirazione per il titolo del suo film Fabio Resinaro, una specie di giallo «cinematografaro», niente Suburra né mafia capitale ma il cinema appunto che come si dice «Se fa a Roma». Perciò c'è un produttore che è Luca Barbareschi - anche produttore nella realtà - che riassume la quintessenza [...] Vai alla recensione »
A me non bastava essere il protagonista di questa storia. Volevo essere lo scrittore. E dire che un libro Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy) l'aveva pubblicato anche prima di pronunciare questa battuta in voice over con cui si apre Dolceroma di Fabio Resinaro, delirante, turgido, irresistibile mix di commedia e noir come se Snatch (2000) di Guy Ritchie facesse l'amore con La grande bellezza (2013) di [...] Vai alla recensione »
Andrea Serrano è un aspirante scrittore che per sopravvivere lavora in un obitorio, in attesa della botta di fortuna che gli faccia sbancare il lunario. Un giorno Oscar Martello, potente produttore romano, legge il suo romanzo e decide di volerci fare un film. Così Andrea (interpretato da Lorenzo Richelmy) si trasferisce a Roma e si ritrova catapultato nel mondo dello star system.
Dopo la regia a quattro mani di Mine, con Armie Hammer, e la co-produzione di Ride insieme a Fabio Guaglione, da Resinaro era lecito aspettarsi un'altra prova di carattere. I "due Fabio", infatti, sono annoverati tra gli esponenti del nuovo cinema italiano di genere: ambizioso, appassionato e, di conseguenza, coinvolgente. C'è traccia, in Dolceroma, di questo anelito, ma purtroppo rimane tale: una [...] Vai alla recensione »
Il peggiore, naturalmente, è il produttore. Ma anche il distributore non scherza. E, subito dietro, attricette di nome Jacaranda e registucoli che girano tutto in pianosequenza, come da input (in)fedele del romanzo noir-satirico di Pino Corrias, Dormiremo da vecchi, un anti La grande bellezza del cinema romano, per viatico una frase di Dino Risi: «La dolce vita non era dolce, era orrenda».
"Ti devi suicidare per il bene del cinema italiano!", urla un furibondo Oscar Martello, produttore nella città del cinema (la magna Roma, ma anche e forse soprattutto la Roma che magna) al regista che si crede un autore e vorrebbe creare una sequenza con uno zoom che parte dalla parete centrale del Monte Bianco e attraversando chilometri, città, palazzi e mura arriva diritto diritto sul capezzolo di [...] Vai alla recensione »
La vita di Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy), scrittore sconosciuto che sbarca il lunario lavando cadaveri all'obitorio, cambia quando il famoso produttore cinematografico Oscar Martello (Luca Barbareschi) decide di portare sul grande schermo il suo romanzo. A riprese finite, però, il film è un disastro. Martello non può permettersi un fallimento: per creare un caso mediatico prima dell'uscita, inscena [...] Vai alla recensione »
La grande monnezza. Ecco il cinema italiano con i suoi botteghini piangenti, il suo perenne accattonaggio statalista, i suoi autorucoli campioni sì, ma d'immodestia, la sua commedia appesa al filo dell'estro di Zalone e il suo gomorrismo che se è di denuncia è buono altrimenti nuoce all'immagine, le sue icone cafonal e naturalmente la sua Roma piaciona e gossipara, cinelandia stremata dal boom del [...] Vai alla recensione »