Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Stefano Anselmi |
Attori | Massimo Zanuzzi, Giovanna Lombardi, Raffaele De Berti, Matteo Pavesi, Luigi Pruneti Italo Moscati, Roberto Della Torre, Luigi Boledi, Abbondio Zuppante, Fabrizio Natalini, Andrea Stipa, Angelo Giuliani, Valeria D’Ubaldo, Antonio Pantaleoni. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 gennaio 2020
Che il cinema sia una malattia, una magnifica ossessione, lo dimostra la storia del pioniere italiano del cinema, Filoteo Alberini.
CONSIGLIATO SÌ
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Filoteo Alberini, nato ad Orte, è colui che potrebbe avere 'inventato' il cinema un anno prima dei fratelli Lumière. Ma non è stato solo questo. E' stato produttore, regista, proprietario di un cinema a Roma. Tutte queste cose in pole position nella storia della cinematografia nazionale. Suo è il primo effettivo lungometraggio italiano: La presa di Roma. Questo documentario ne racconta la vita costellata da invenzioni e fallimenti ma sempre motivata dalla passione per la neonata Settima Arte.
Filoteo Alberini. Chi era costui? Si potrebbero chiedere manzonianamente in molti. Avrebbero purtroppo ragione perché un inventore e sperimentatore come lui, che in altri Paesi verrebbe ricordato e valorizzato come segno della creatività nazionale, da noi è caduto nell'oblio.
È merito di un appassionato di cinema come Stefano Anselmi l'avergli dedicato, insieme a Giovanna Lombardi (una studiosa bravissima nel comunicare il frutto delle proprie ricerche), un documentario che ne ripercorre le scoperte con la leggerezza che è propria di chi è padrone della materia e vuole comunicarla al pubblico più ampio possibile.
Per far ciò si sceglie come narratore il più geniale degli uomini del 'cinematografo' dei primordi: Georges Meliès. Il quale ci accompagna dalla registrazione di una macchina per fare il cinema che potrebbe qualificarlo come 'primo arrivato' rispetto ai Lumière, al tentativo di realizzare, con la Cinepanoramica, una pellicola con un formato più ampio. Passando per l'apertura del cinema Moderno (che ancora esiste nel centro di Roma e che ha un bell'affresco da lui voluto sul soffitto della sala storica) fino agli insistiti studi sulla stereoscopia.
Gli interventi degli studiosi del nostro tempo, tra cui gli appartenenti allo staff della Cineteca Italiana di Milano che ha fornito un importante contributo iconografico, ci consentono di comprendere l'importanza di una figura che forse ha ottenuto meno risultati positivi di quanto meritasse perché continuamente stimolata da una sorta di vulcano di creatività in costante eruzione. Alla fine della visione chi ama il grande schermo avrà avuto la possibilità di comprendere come sia anche attraverso figure come questa che si è andata costituendo la storia del cinema italiano. Lo sapeva bene Luigi Comencini che ne La valigia dei sogni gli aveva reso un doveroso e sentito omaggio.
Ho visto il film documentario in anteprima a Orte assieme alla pronipote di Filoteo Alberini. Spero che ogni italiano lo veda presto perché parla vdi un italiano nato nel 18.. rappresentante del genio italiano e ahimè della vulnerabilità dell'italiano medio difronte al potere della stupidità