Negli anni Sessanta fu tra i pionieri, censuratissimi, del cinema scandaloso e «impegnato», tanto da arrivare alla Croisette. Ora il vecchio e antiterreste pubblica te, romanzo sull'antica Roma. Erudito. Ma che, sul sesso, non è affatto tacito.
Al telefono Lasse Braun, il padre della pornografia dei Secolo Breve, ha la voce lieve, usa con cura parole di gentilezza e domanda se il libro sia stato letto per intero. «A che punto è precisamente?». Delle ottocentotrentacinque pagine di Lady Caligola, thriller storico-erotico appena uscito in libreria (Malatempora), chìede particolari, investiga, poi rimanda l'intervista. «Deferirei incontrarla quando lo avrà terminato» dice con un sorriso, compiacendosi del fatto che la sua nota introduttiva non sia stata saltata e che le questioni relative a Tacito siano ben chiare a chi sta leggendo.«Il mistero di Tacito è fondamentale per chiunque affronti Lady Caligola» insiste, prima di salutare.
Perché, infatti, sono andati perduti proprio i quattro libri degli Annales in cui il grande storico romano raccontava di Caligola e dei suoi quattro anni di impero:' Perché su questo stravagante imperatore romano, tanto giovane quanto amato dal popolo, le fonti sono così scarse e il ritratto che ne abbiamo è stabilito sulla base di quanto ne raccontò Svetonio, storico non attendibile come Tacito, che dipinse un sanguinario folle, capace di fare senatore un cavallo? «Vede» spiega Lasse Braun, qualche tempo dopo, quando l'esame di lettura è stato passato, e si può discutere di ogni singola pagina del libro, «Caligola mi ha sempre affascinato. Da quel che possiamo capire fu un uomo di grande gusto, ampie vedute, che voleva arricchire l'Impero in tutti i sensi. Era uno straordinario oratore e un politico rivoluzionario: eliminò la censura, tolse la tassa sugli scapoli, nonché quella che è oggi la nostra Iva, annullò le leggi contro l'adulterio (che al tempo significava mettere incinta la donna altrui), si prese gioco degli elogi della castità. Fu probabilmente il fautore di una morale libertaria che - ne sono convinto - è stato il motivo delle successive maldicenze. Chi ha riscritto la storia, dai monaci medievali al clero dominante, deve aver dato la sua impronta. Quei libri di Tacito non sono scomparsi per caso».
indica un punto immaginario mentre parla, Lasse Braun, da sempre appassionato alla storia di Roma e quasi laureato, proprio sulla censura. «Ma il diploma non lo presi mai. Andavo giù duro in quei tempi e non volli cambiare linguaggio nella mia tesi. Eppoi non avevo tempo. Erano anni di fuoco». Nell'autobiografia che presto dovrebbe uscire, questi anni di fuoco saranno descritti minuziosamente. Il ragazzino, figlio di un diplomatico italiano, che, a quattro anni, sotto i bombardamenti di Francoforte, s'infila nel letto della governante e scopre qualcosa di «miracoloso», qualcosa che, da vero precoce, dice di conoscere definitivamente solo altri quattro anni dopo in un solaio, per poi fuggire da una finestra (e mostra ancora la cicatrice sul ginocchio). Seguono gli anni dell'adolescenza, i soldi guadagnati a poker e come guida turistica («mai una lira dai miei, assolutamente») fino all'illuminazione.
Se non deve essere laurea sulla censura, che la censura venga davvero abbattuta: stroncata dall'interno. Nel primo filmino pornografico ritrae se stesso e la sua ragazza. È il 1966 e già è in fuga dall'Italia pur di vendere per corrispondenza qualcosa che in circolazione non esiste. La domanda supera ogni attesa: migliaia di richieste ogni giorno, soldi che arrivano per posta, fino alla consacrazione pubblica a Copenaghen nel '69, quando un politico socialdemocratico s'innamora della sua tesi sul danno sociale della censura e il Paese scandinavo legalizza la pornografia. Segue il trionfo: il Re del Porno (ma lui preferisce la definizione «padre della pornografia moderna») detta legge ovunque con il suo stile raffinato, visionario, sconcertante. A Cannes nel 1974 si proietta per la prima volta sesso esplicito ed è un suo film, come quello che, l'anno dopo, sotto il titolo di Sensations sbanca con serate in cui migliaia di persone premono sulle porte del cinema strapieno sulla Croisette.
David Bowie impazzisce per il film e sua moglie Angie vorrebbe interpretare una pellicola del regista. Ma, racconta lui, «si offese perché inviai a discutere i dettagli un mio amico collaboratore e non andai di persona. Non se ne fece nulla». Il porno esplode nel mondo occidentale. Fino ad avvitarsi su se stesso e morire negli anni Novanta, secondo quel che ne dicono gli appassionati, più per colpa di internet che dell’Aids. «Era un fiore che sbocciava» si limita a dire lui «Adesso il fiore è appassito. Io raccontavo sempre storie, ora non lo fa più nessuno».
Ma sono appunto le storie quel che Lasse Braun non vuole smettere di raccontare. «Il millennio finiva e io mi sono detto: mi ritiro e lascio un libro. Peccato aver dovuto tagliare oltre trecento pagine, ma sto lavorando sul seguito e tutte quelle informazioni mi torneranno utili». Perché ci sono note a piè di pagina e curiosità, spiegazioni, etimologie, raffinatezze. Oltre a Ineitatus, il famoso cavallo, che nel libro viene donato alla misteriosa moglie dell'imperatore. Lady Caligola nell'invenzione letteraria è una britannica, una fantina, una donna che ama (in tutti i sensi) la dimensione ippica. Con i suoi unguenti e i suoi monili attraversa il romanzo assieme a donne invece esistite, come l'amatissima sorella di Caligola, Drusilla, la bellissima cugina Messalina («alta un metro e 80, insaziabile») e molti altri personaggi storici.
Il romanzo si apre in un giorno di festa descritto in ogni particolare: il Natale del Sole. «Perché i riti cristiani sono in gran parte creati su feste pagane e il Natale del Sole si celebrava in maniera da far impallidire chiunque oggi». Siamo nell'anno 790 dalla fondazione di Roma, ossia il 37 EC, cioè Era Comune, secondo quel che scrive Lasse Braun. «Certo. Trovo assurdo numerare gli anni in base alla leggenda della nascita di Cristo» mormora sornione. Poi apre le mani, cita una legge contestata dalle donne romane che scioperarono per farla cancellare e ricomincia a raccontare. «Mica si facevano mettere sotto, le donne a Roma, lo sapeva questo lei?».
Da Il Venerdì di Repubblica, 17 aprile 2009