Chi ricorda oggi le two-reels western tutte sparatorie e inseguimenti della Essanay anni Dieci, con il torvo Anderson nel ruolo di Broncho Billy? Alla fine delle sue rodomontate ecco apparire una biondina, davanti alla quale il nostro eroe diventava un pupazzetto intimidito e balbuziente.
La biondina era Agnes Eyre, la quale modificherà il suo cognome in Ayres quando alla Mutual interpreterà tre o quattro film diretta da Frank Powell. Siamo nel 1917, Agnes ha solo ventun anni, una figurina liliale, genere «girl-next-door», una coroncina di capelli biondi ad incorniciare un musetto rotondo, due occhi pensosi, l'ideale eroina per racconti morali fine secolo.
È quanto pensano i dirigenti della Vitagraph, che le fanno interpretare, uno dopo l'altro, The Defeat of the City (1917), The Renaissance at Charleroi (1917) e Thousand Dollars (1918), dalle novelle dal contenuto paradossale e dal finale a sorpresa dello scrittore O. Henry (William Sydney Porter).
I film ebbero un vasto successo e furono proiettati a lungo: Agnes divenne «The O. Henry Girl», ma fece presto a scrollarsi di dosso quest'appellativo, quando nel 1921, vero anno di grazia per la giovane e ambiziosa ragazza dell'Illinois, apparve in ben cinque film: due con Wallace Reid, il divo del momento, Too Much Speed e The Love Special; due diretti da Cecil B. De Mille, Forbidden Fruit e The Affairs of Anatole; e infine arrivò il ruolo della sofisticata nobildonna preda di Rodolfo Valentino/Ahmed in The Sheik. Lady Diana appare inizialmente «bella, anticonformista, donna che respinge l'amore come una debolezza», almeno così è scritto sul programma del film. Ma basteranno due occhiate assassine di Rudy perché con una didascalia che recita: «Non ho paura quando sono tra le tue braccia, Ahmed, mio amore del deserto, mio sceicco!» tutte le remore crollino senza ritegno.
Questo personaggio ambiguo, altezzoso e sdegnato, ma sotto sotto desideroso dell'abbronzato amante arabo (che però, per evitare proteste di promiscuità razziale, risultava essere un nobile scozzese abbandonato appena nato nel Sahara), alimentò le fantasie di una buona parte del pubblico femminile d'oltreoceano che vide in Agnes la proiezione dei propri inconfessabili desideri e assicurò all'attrice una posizione di buon rilievo nel quadro della cinematografia hollywoodiana. Agnes interpretò una media di quattro o cinque film durante tutto l'arco degli anni Venti, molta zavorra ma anche qualche film di un certo interesse, come quelli diretti da Paul Bern, Wordly Goods (1924), Tomorrow's Love (1925) o i Ten Commandments (1923) di De Mille.
Nel 1926, nel sequel The Son of the Sheik, riprese il ruolo di Lady Diana, ormai anziana moglie di Ahmed e madre di un nuovo sceicco, con Valentino che si alternava nei ruoli di padre e di figlio. La si rivíde in The Donovan Affair (1929) di Frank Capra, ma in un ruolo marginale come avverrà per i pochi film sonori che interpreterà.
Agnes è scomparsa, colpita da una commozione cerebrale, a soli quarantaquattro anni.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.