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DNA porta su MYmovies ONE nuove perle. In streaming i film di Wong Kar-wai, Pupi Avati, Baumbach e tanti altri

Una nuova distribuzione arriva ad arricchire il catalogo. Produzioni nazionali ed internazionali, star e attori emergenti, maestri e autori contemporanei tutti da scoprire dal 24 marzo.
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di Luigi Coluccio

giovedì 23 marzo 2023 - mymoviesone

MYmovies ONE è un ombrello accogliente, una coperta calda, un tè nel bel mezzo del pomeriggio. MYmovies ONE è quel rifugio personale dove si torna a vedere cosa è rimasto e cosa è cambiato. Già, perché l’offerta si amplia e si approfondisce di volta in volta, di colpo in colpo, e adesso tocca ai film DNA, disponibili in streaming a partire dal 24 marzo.

Produzioni nazionali ed internazionali, star e attori emergenti, maestri e autori contemporanei: sono tanti gli input e gli output che vengono fuori dal catalogo DNA. Come sono tante le tematiche, gli indirizzi, i decenni che appariranno sul nostro monitor mentre andiamo a scegliere cosa vedere.

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Potremmo partire con due titoli immersi nella nostra lacerante quotidianità, per un oggi e un domani che ci appaiono laceranti, tremendamente laceranti. C’è, ad esempio, Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio, autori-gemelli da anni impegnati a portare avanti un discorso di visibilità sugli ultimi, i reietti, gli invisibili, qui alle prese con la storia di Giuseppe – un Salvatore Esposito controllato, in minore, fino quasi alla fine... – e la sua odissea nella Puglia del caporalato; o Una storia d’amore e di desiderio, secondo lungo di Leyla Bouzid, che scandaglia l’emotività mentale e fisica di due giovani alla prese con le loro radici arabe e francesi, vecchie e nuove, per cercare di capire come si sta al mondo e come si vive il mondo.

Un intermezzo luccicante da ficcare in scaletta è quello offerto da una triade di titoli che non hanno bisogno di presentazione2046, La casa dalle finestre che ridono e Millennium Mambo. Come non necessitano nessuna introduzione i registi che ci stanno dietro, Wong Kar-wai, Pupi Avati e Hou Hsiao-hsien, nomi-numi che alle rispettive latitudini hanno creato immaginari e costruito icone.


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Una curiosità: in 2046 tra gli assistenti alla regia figurava anche Ke Huy Quan, attore vincitore del Premio Oscar per l’interpretazione in Everything Everywhere All at Once.

Non può mancare il cinema a stelle e strisce, qui forse più indie che hollywoodiano, tra doc e film corali, tra Steve Buscemi e Kristen Stewart: Nancy di Christina Choe, sulle derive da true crime dei furti d’identità online; Dark Night di Tim Sutton, un regista osservatore-esploratore delle pieghe dei landscape americani – privati e pubblici –, qui alle prese con la strage di Aurora nel 2012; Wild Nights with Emily Dickinson di Madeleine Olnek, tutto sul volto della poetessa americana, su come questo si sia tramandato e su come invece appariva nel suo languido e immobile ‘800; infine Anesthesia di Tim Blake Nelson, con un cast che assorbe la diversità storico-divistica hollywoodiana (Glenn Close,Sam Waterston, Corey Stoll, il compianto Michael Kenneth Williams...) e Frances Ha di Noah Baumbach, manifesto, inno, elegia alla musa dei nostri tempi Greta Gerwig.


Frances Ha è diventato negli anni un film-manifesto e ha eletto come musa dei nostri tempi Greta Gerwig. In questo film è impossibile stabilire i confini tra la sua personalità e il suo personaggio. 

Ci sono, poi, due direzioni da segnalare, intraprendere, per poi voltarsi indietro e capire cosa si è visto con gli occhi altrui.

Una è quella che porta in altri luoghi, spazi animati da pulsioni irriducibili che non si spengono solo perché il contenitore finisce. Parliamo di At the Matinée, doc di Giangiacomo Di Stefano sugli anni ’80 della New York attraversata dal punk, l’hardcore, l’hip-hop; e di Linfa, altro doc di Carlotta Cerquetti, tutto non nel Lower East Side ma a Roma Est, tutto addosso alle artiste femminili che animano quel quadrante instancabile della città.

L’altra direzione squarcia il futuro delle giovanissime protagoniste di Angel Face (regia di Vanessa Filho), sul tirare avanti senza una madre di Elli dopo che la madre è scappata via per l’ennesima e forse ultima volta, e di Matares, a firma Rachid Benadj, dove Mona è una bimba cristiana della Costa d’Avorio nella musulmana Algeria, in attesa assieme a resto della famiglia che il padre arrivato in Europa li faccia ricongiungere con lui.


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