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Questa storia di West Point mi ha ben rappresentato, di Edgar Allan Poe

Farinotti immagina che il grande scrittore prenda visione del film di Scott Cooper tratto dal testo di Louis Bayard "I delitti di West Point".
di Pino Farinotti

Christian Bale (Christian Charles Philip Bale) (50 anni) 30 gennaio 1974, Haverfordwest (Gran Bretagna) - Acquario. Interpreta Augustus Landor nel film di Scott Cooper The Pale Blue Eye - I delitti di West Point.
lunedì 16 gennaio 2023 - Focus

Da qui dove mi trovo da 174 anni ho tenuto d’occhio le vicende del mondo. Come facciamo tutti noi che il mondo lo hanno raccontato. E’ legittimo che io dica che qualcosa ho lasciato nella cultura dell’Ottocento, estesa poi più avanti, fino ai vostri giorni credo. Si è davvero molto parlato di me. Faccio un’unica citazione, ma buona. Le parole di Arthur Conan Doyle, che davvero avrei voluto conoscere più di ogni altro autore, che scrisse che io avevo avuto una forte influenza sulla letteratura americana, che le mie storie sono state uno dei grandi punti di riferimento e di partenza nella scrittura del mio secolo, una radice da cui si è sviluppata un’intera letteratura e ha concluso “Dov’era la storia poliziesca fino a quando Poe non le diede vita?” Detto da chi ha creato Sherlock Holmes…

Su di me hanno disegnato fumetti, scritto musiche, dai Beatles a Debussy, e poi infinite sono state le copertine. Ho ispirato, dicono, molti autori. E ancora citazioni dovunque, anche sul piccolo schermo. E poi il cinema: sono centinaia i titoli tratti dai miei scritti, una sessantina di racconti, un solo romanzo. 
Tutto questo, naturalmente quando ero già morto. Che peccato. 

Dopo questa autocelebrazione di cui chiedo venia, vengo al film di Scott Cooper tratto dal romanzo di Louis Bayard, autore mio conterraneo che si è dedicato a me con passione. Credo sia doverosa questa informazione: il libro è pubblicato dalla Neve di Teseo, 488 sono le pagine, costa 22 euro.
Le prime due righe del romanzo sono evocative del mio stile. Non c’è dubbio.  
“Tra due o tre ore… be’, è difficile a dirsi… in tre ore sicuramente, o proprio al massimo, quattro ore… entro quattro ore, diciamo, sarò morto.”
Mi sento di dire che Bayard possiede qualità, ma non è Poe. Del resto, nella vostra epoca, nessuno lo è. 
Il romanziere mi inserisce correttamente nella storia. 
Nel 1830 ero, in effetti, cadetto all’Accademia di West Point.  Confesso che non ero a mio agio, troppa disciplina e troppe armi. Resistetti un anno e poi mi feci espellere. Ma il racconto di finzione di Bayard poteva benissimo adattarsi a me. Molti elementi della mia personalità e della mia scrittura sono presenti. 
Eccoli. August Landor, un veterano di West Point in pensione viene incaricato di indagare sulla morte del cadetto Leroy Fry, trovato impiccato e senza il cuore. Leroy era mio amico e Landor mi chiama in causa. Sa che ho già pubblicato racconti gialli. E’ convinto che possa aiutarlo. Un foglio trovato nei rifiuti indicherebbe che Fry abbia avuto un incontro misterioso. Un altro cadetto Bellinger viene ritrovato impiccato e senza cuore e genitali. E’ la volta di Stoddard, amico dei due cadetti uccisi, a scomparire. Vengono trovati i corpi macellati di una mucca e di una pecora. Mi convinco trattarsi di riti di magia nera. L’indagine prosegue in quel senso. Come si dice, è il mio pane. Il primo sospettato è il dottor Marquis che aveva eseguito l’autopsia su Fry. Marquis ha una figlia, Lea, della quale mi innamoro. Dunque doppio coinvolgimento per me. Che diventerà triplo. Sì, ribadisco, c’è qualcosa di “mio” nella fantasia dell’autore. 

Il racconto si sviluppa decisamente “alla Poe” quando io vengo drogato. Mi sveglio all’ultimo momento per accorgermi che cercano di asportarmi il cuore che servirebbe per curare proprio Lea. Dunque sono sfortunato con le donne in quella finzione, e credo sia notorio, lo sono stato anche nella vita reale.  Ho dunque vissuto un’esperienza di premorte che porta elementi decisivi nell’indagine. 
L’ennesimo pezzo di carta ritrovato per caso mi porta sulla pista giusta. Alla fine, risolvo il caso. Naturalmente non devo rivelare la soluzione nei dettagli.
Sopra ho citato sir Conan Doyle, a questo punto credo sia legittimo un altro riferimento, che comunque la signora che vado a citare accreditò dicendo che conosceva bene la mia opera: Agatha Christie. Se emarginiamo l’aspetto horror che non le apparteneva ci sono momenti in cui io e Landor ci muoviamo vagamente come Poirot e il suo indispensabile assistente Harold Hastings. Io sono Poirot.  
A chiudere: mi sono divertito e chissà che in futuro questa esperienza di scrittura non possa ripetersi. E ringrazio Louis Bayard e Scott Cooper per l’occasione che mi hanno offerto.   

Di Edgar Allan Poe


 


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La copertina del libro "I delitti di West Point" di Louis Bayard, edito da La Nave di Teseo.

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