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Matteo Gatta: «Farei volentieri l'elfo in un fantasy»

Ravennate, classe 1996, ha esordito come protagonista del film Est-Dittatura Last Minute.
di Ilaria Ravarino

Matteo Gatta 1996, Ravenna (Italia). Nel film di Antonio Pisu Est.
venerdì 14 maggio 2021 - Celebrities

Ravennate, classe 1996, dopo il diploma al Piccolo Teatro di Milano Matteo Gatta ha esordito nel 2018 come autore (con lo spettacolo "Amore", di cui è anche attore) e nel 2020 al cinema, come protagonista del film Est-Dittatura Last Minute di Antonio Pisu, film di apertura delle Giornate degli Autori alla scorsa Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia.

La prima volta su un palco: quando?
Ho iniziato a recitare presto, alle elementari. Andavo a scuola dalle suore, che organizzavano sempre una recita per Natale. In terza elementare ottenni il ruolo del lupo di San Francesco. Lo presi molto seriamente: passai la serata a studiare l'ululato su YouTube, me lo ricordo ancora oggi. Poi ho riciclato la maschera a Halloween.
La prima volta su un palco vero?
Con una compagnia di Ravenna, Il Teatro delle Albe. In prima superiore abbiamo messo in scena una riscrittura da Calderón de la Barca nel teatro della città, la ex chiesa sconsacrata del Teatro Rasi.
La prima volta che hai recitato fuori da un palco?
Sono terribile a recitare fuori dal palco. Mi ricordo che da piccolo cercavo di inventarmi dei dolori per non andare a scuola, ma venivo puntualmente scoperto. Mia mamma è medico.
Il tuo cavallo di battaglia ai provini?
Due. Uno dal "Peer Gynt" di Henrik Ibsen, una specie di opera fantasy dell'Ottocento, che è stato il mio monologo per entrare al Piccolo di Milano. Il protagonista del monologo è un ragazzo che, per non ammettere di essere stato con delle prostitute, racconta di aver partecipato a una caccia di renne. Splendido: ce l'ho tatuato sulla schiena. E poi un brano da "Giusto la fine del mondo" di Jean-Luc Lagarce, che ha una scrittura poetica, dal verso libero.
Il ruolo per cui potrebbero riconoscerti per strada?
Pago, da Est-Dittatura Last Minute.
C'è una cosa che sai fare bene, e che vorresti fare in un film?
Sono fortissimo a scacchi, da quando sono piccolo. Papà è un maestro, li studio da sempre. Mi offro per il reboot de La regina degli scacchi, si può?
Cosa non deve mancare nel tuo camerino?
Posso essere sincero? Il bagno. Giusto in caso di panico.
Sul set o sul palco ti senti sicuro se...
Se si crea un ambiente di fiducia e di collaborazione. Posso essere comunque un cane, ma senza queste cose va sicuramente male. Credo che l'attore abbia una chance di far bene solo se si sente in condizione di esporre le sue ferite.
A chi porteresti il caffè sul set pur di vederlo recitare? Dopo aver visto Storia di un matrimonio (guarda la video recensione) (di Noah Baumbach, ndr) direi senza dubbio Adam Driver, strepitoso. Gli porto tutto, anche un kebab.
Qual è il film che, se lo vedi iniziato in tv, non puoi smettere di guardare?
Il mio preferito, Hair di Miloš Forman. Mi fa impazzire. Normalmente non amo i musical, ma Hair è un film bellissimo, contraddittorio, gioioso e profondo.
Il film di cui cambieresti il finale? Alla ricerca di Nemo. Vorrei che non lo ritrovassero, e che magari finisse in un fritto misto. Un finale molto romagnolo.
Serata a casa, Netflix & chill: cosa guardi? Cosa ordini?
In un mondo ideale, South Park in tv e piadina a casa.
Un personaggio del cinema con cui passeresti una serata?
Shrek. Tra palude, cerume e schifezze ci passerei una serata davvero hard core. Una di quelle che racconti di sicuro.
Protagonista di un film di genere: quale?
Datemi un arco: faccio l'elfo in un fantasy. Sono un mega appassionato di videogiochi, in particolare della saga di Skyrim.
Se non facessi l'attore come ti guadagneresti da vivere?
Farei altro, ma sempre in teatro. Già adesso scrivo, ho vinto un bando di produzione e sto tentando un esperimento di regia sulla figura di Antonio Gramsci. Se proprio non dovessi avere fortuna, cercherei sulla riviera romagnola. Camerieri e bagnini servono sempre.
Chi può dirti che stai sbagliando?
Mamma. Solo lei. Non ascolto nessun altro.
Da chi vorresti sentirti dire che sei bravo?
È una soddisfazione che ho avuto da poco. Il mio primissimo regista, quando recitavo in una piccola compagnia di Ravenna, Mario Battaglia, ha visto il film mi ha chiamato per farmi i complimenti.
Gli ultimi tre brani ascoltati sul telefono?
Ascolto solo band repellenti. Death Grips, JPEGMafia e Max Penombra, un rapper romagnolo.
Dopo questa intervista che farai?
Torno a letto al pc, perché ho 400.000 cose da scrivere e l'ansia addosso delle cose lasciate indietro nel lockdown.


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