Romanziere e drammaturgo francese, ha vinto l'Oscar per la Migliore Sceneggiatura Non Originale con The Father - Nulla è come sembra. Dal 20 maggio al cinema.
di Fabio Secchi Frau
Romanziere e drammaturgo francese, Florian Zeller diventa celebre nazionalmente dopo aver vinto il prestigioso Prix Interallié nel 2004, ottenuto grazie al suo romanzo "Il fascino del peggio".
Ha solo ventidue anni quando capisce che scrivere è la sua missione. È a quell'età che dà alle stampe la sua fatica d'esordio "Neiges artificielles", cui seguirà "Gli amanti del nulla". Ma la buona accoglienza di questi scritti non è niente in confronto a quella riservata, per l'appunto, al sopraccitato "Il fascino del peggio", che sancirà definitivamente la sua fama.
Passato alla scrittura teatrale, costruirà una serie di spettacoli di così alta qualità da essere spesso premiati con la più importante onoreficenza teatrale d'oltralpe: il Premio Molière. "L'Autre" (2004), "La Manège", "Si tu mourais", "Elle t'attend" sono i titoli che, in poco più di trent'anni, mette in scena. Ma fra i migliori, spiccano indubbiamente "La madre", una produzione affascinante e tenera, che vede una donna dubitare della realtà nel momento stesso in cui, cresciuti i figli e rimasta sola con il marito, comincia a ripensare al passato e al significato della sua esistenza, ma anche a notare ambigui atteggiamenti nei membri della sua famiglia. Sullo stesso stile, scriverà "La verità", incentrato su amicizie, sotterfugi e paure di due coppie.
Più conosciuto, "Il padre", che è riuscito a ottenere un'acclamata stagione da tutto esaurito nei teatri britannici e che, nella sua forma cinematografica, gli ha permesso di vincere l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, battendo la superfavorita Chloé Zhao e il suo Nomadland. Un riconoscimento che ha diviso con il suo traduttore inglese, Christopher Hampton, già vincitore di una statuetta per lo script di Le relazioni pericolose nel 1989 e meritevole di aver fatto conoscere le opere di Zeller all'estero.