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Terraviva Film Festival, il cinema per la ripresa è in streaming su MYmovies

Gratis dal 15 al 20 dicembre una selezione di lunghi, corti, serie tv ed incontri per promuovere la sostenibilità del pianeta, la fratellanza tra esseri umani, la scoperta dell’altro. PRENOTA SUBITO I TUOI FILM »
di Ilaria Ravarino

lunedì 14 dicembre 2020 - mymovieslive

Promuovere la sostenibilità del pianeta, la fratellanza tra esseri umani, la scoperta dell’altro. Sono contenute nel suo stesso nome, TERRAVIVA, le linee guida che hanno indirizzato la selezione internazionale dei corti, medi e lungometraggi del festival di Casalecchio di Reno, online su MYmovies dal 15 al 20 dicembre.

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Una manifestazione che ha come punto di partenza la consapevolezza che una “terra viva” è una terra che include e condivide, e come obiettivo quello di “infondere speranza e desiderio di ripresa” attraverso il cinema.

Un programma dedicato ogni giorno a temi specifici con film esaminati da una giuria di studenti e da una giuria tecnica, composta dalla giornalista Silvia Bizio, dalle attrici Fabrizia Sacchi e Gaia Bottazzi, dal regista Ambrogio Lo Giudice, dallo sceneggiatore Cristiano Governa e da Marco Cucco per il Dipartimento delle Arti-UniBo.

LUNGOMETRAGGI TRA IDENTITÀ E AMBIENTE
Sono sette i lungometraggi in concorso, sei documentari e un film di finzione, di cui quattro italiani. A prevalere nella selezione è il tema dell’identità, declinato nei temi dell’equilibrio fra moderno e arcano in Songs Of The Water Spirits del documentarista e figlio d’arte Nicolò Bongiorno, racconto delle profonde trasformazioni subite dal Ladakh, una regione dell’India tra le spettacolari vette dell’Himalaya, diventata laboratorio antropologico in cui lo sviluppo industriale si sposa con la conservazione di alcuni elementi della società tradizionale.

È sempre la ricerca di identità a guidare anche la camera di Nella Condorelli, che ne La storia vergognosa ripercorre la storia di Fiorella, modella americana di quarta generazione, che decide di tornare in Sicilia per comprendere il motivo per cui la sua famiglia decise di trasferirsi altrove nel 1910: un viaggio attraverso una pagina dimenticata della nostra storia, quella della grande emigrazione italiana tra fine Ottocento e primi del Novecento, che Fiorella ripercorre seguendo le tracce di un gruppo di artisti di strada.

L’identità come forma ibrida tra umano e artificiale è invece al centro dell’affascinante viaggio di IHuman di Tonje Hessen Schei, thriller politico sull’intelligenza artificiale, sul potere e sul controllo sociale, in cui l’autore intervista i pionieri di una rivoluzione invisibile, ipotizzando i cambiamenti che algoritmi, tracciamento digitale e controllo dei dati sono destinati a portare nella nostra quotidianità.

Affrontano di petto un altro tema fondante del festival, ovvero l’ambientalismo, sia Wood di Monica Lazurean-Gorgan, Michaela Kirst ed Ebba Sinzingera, documentario-inchiesta sulla mafia del legname e sul business globale del disboscamento illegale, che Strike di Francesca Floris, Pietro Jellinek e Davide Petrosino, documentario in presa diretta sulla scelta dei tre registi di abbracciare la causa ambientalista documentando la rivoluzione gentile dei ragazzi del Fridays For Future.

Guardano infine lontano, lungo i bordi delle frontiere geografiche e culturali, gli ultimi due film in concorso, Congo Calling di Stephan Hilpert, resoconto dei pensieri e delle azioni di tre lavoratori europei – un economista spagnolo, un cooperante tedesco e una giovane volontaria belga - che hanno scelto di dedicare la loro vita all’Africa, e Border di Alessio Cremonini: unico film di finzione della selezione, è la storia di due sorelle siriane in fuga dal proprio paese, dirette clandestinamente in Turchia e finite nelle mani di persone i cui intenti sono pericolosamente ambigui.

CORTOMETRAGGI, L’ALTRO E L’IMMIGRAZIONE
Sono nove i cortometraggi in concorso, di durate diverse – dai 7 ai 42 minuti – e, come nel caso dei lunghi, accomunati da precise scelte tematiche. Quella dell’ambiente, per esempio, che torna in Green Pinocchio di Marta Miniucchi, rilettura della favola di Collodi con il burattino paladino della green economy, e Climate Limbo di Elena Brunello, documentario che connette i disastri ambientali con le migrazioni dall'Africa, dall’Asia e dall’Europa.

Della conseguenza delle migrazioni si occupano molti dei cortometraggi in concorso, a partire da Granma di Alfie Nze e Daniele Gaglianone, in cui un giovane del Lagos, con la passione per la musica hip hop, si trova a dover portare una notizia luttuosa a un parente lontano. Ma il tema ricorre anche in A Youth di Giorgio Bosisio, “pedinamento” di un gruppo di teenager afgani rifugiati in Grecia che vagano senza meta per Atene, nello sperimentale L’attesa di Dagmawi Yimer, che esplora il tema del tempo attraverso le testimonianze di tre migranti, e ne L'interprete di Hleb Papou, in cui un’italiana di origini nigeriane, collaboratrice della polizia, deve affrontare un caso di omicidio legato al vudù.

Si svolgono in Italia anche La consegna di Suranga Katugampala, storia di una complicata consegna di un pacco nelle Prealpi Venete, Pratomagno di Gianfranco Bonadies, sulla complicata amicizia fra un bambino italiano e un giovane pastore del Gambia, e Mon Clochard di Gian Marco Pezzoli, in cui la vita apparentemente tranquilla di un condominio viene sconvolta dall’arrivo di un senzatetto.

FUORI CONCORSO E SERIE TV
Oltre a mostrare in anteprima nazionale la miniserie King Nothing di Suranga Katugampala, sulle avventure di un sedicenne di Negombo, il festival offre molti film nel segno dell’inclusione, come Il Vangelo secondo Matteo Z di Emilio Marrese, che racconta il lavoro quotidiano di don Matteo accanto agli “ultimi”, il musicale Mare Nero di Pietro Jellinek, in cui due ragazzi dalle storie diverse trovano rifugio su una barca nel Mediterraneo o 18 Jus Soli di Fred Kuwornu, sul tema del diritto di cittadinanza in Italia per gli immigrati di seconda generazione.

Trattano temi molto forti, con immagini dalla carica dirompente, il durissimo White Shadow di Noaz Deshe, inchiesta sulla vendita per sfruttamento magico-religioso di organi di persone albine in Tanzania, e Devil Comes To Koko di Alfie Nze, film denuncia che documenta due episodi di sfruttamento ambientale e umano perpetrato negli ultimi quarant’anni dagli europei in Nigeria. Più leggero infine il tono di EST di Antonio Pisu, in cui tre ragazzi partono da Cesena verso l’Europa dell’Est, imbarcandosi - a tre settimane dalla caduta del Muro di Berlino – in un viaggio esistenziale e surreale.


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