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La fine del fuori campo. Il cinema delle donne conquista il 38TFF

Il Festival di Torino raccoglie l'invito del 50/50 lanciato da Toronto: sei donne in concorso e una giuria tutta al femminile. ACCEDI | NOLEGGIA UN FILM A € 3,50 OPPURE ACQUISTA UN CARNET O ABBONATI »
di Marzia Gandolfi

martedì 24 novembre 2020 - Torino Film Festival

I tempi sono maturi perché i festival più prestigiosi del mondo riequilibrino la bilancia dei generi che ha sempre privilegiato i registi uomini. L'affaire Weinstein, il movimento #metoo e l'intervista potente di Adèle Haenel, diffusa in diretta da Mediapart il 4 novembre 2019, sono passati di lì, diventando emblemi di una sequenza culturale e politica cruciale nel mondo del cinema.

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La parola è liberata, c'è un prima e un dopo, le mentalità e i comportamenti evolvono. Non possiamo che rallegrarci del cambiamento di paradigma e approvare senza riserva. Nel passaggio, talvolta impetuoso, le donne della settima arte non hanno sprecato una buona crisi, sedendosi intorno a un tavolo per la parità, l'uguaglianza e la diversità nel cinema e nell'audiovisivo.

Al di là delle stigmatizzazioni, che rischiano talvolta di fare del cinema una vittima collaterale (esemplare il caso Blow-Up di Michelangelo Antonioni 'attaccato' da Laure Murat, professoressa della UCLA), questo clima elettrico deve permettere collettivamente al settore di affrontare le sue disfunzioni. La missione è aprire un cantiere di riflessione ma soprattutto di misure concrete in favore di un'industria più ugualitaria, di rendere meno emotivo il dibattito e costruire concretamente un ecosistema più virtuoso.

Se Cannes e Venezia hanno ancora la tendenza a iscriversi nella continuità degli ultimi vent'anni, restando risolutamente maschili, Toronto ha dato il buon esempio assimilando all'indomani dello scandalo Weinstein la lezione di sessismo e interrogando le proprie abitudini, le proprie pratiche, la propria storia. Torino segue la nuova direzione paritaria e segna un passo avanti nell'evoluzione generale dell'industria cinematografica.

Malgrado la sotto-rappresentazione ancora flagrante e la differenza di salario nel campo delle professioni del cinema, la politica internazionale del 50/50 by 2020 lanciata da Toronto è un segnale di miglioramento.

La nuova edizione del TFF 'sottoscrive' l'equilibrio del 50 e 50 e mette le donne al centro della trentottesima edizione. Una giuria tutta al femminile e sei donne in concorso. Sei su dodici, i film realizzati da autrici di paesi e sensibilità diverse. Il festival torinese, diretto quest'anno da Stefano Francia di Celle, ha preso dunque un vantaggio sui grandi festival e dato un segnale di cambiamento profondo che potrete apprezzare fino al 28 novembre sulla piattaforma streaming di MYmovies.

Terrorismo, discriminazione sessuale, adolescenza ribelle, ambizioni artistiche, relazione filiale, lutto, censura sociale, sono alcuni dei temi affrontati da Evi Romen (Why not you), Pilar Palomero (Schoolgirls), Lu Mian-Mian (Mickey on the road), Yoon Dan-bi (Moving on), Fernanda Valadez (Identifying Features) e Cathy Brady (Wildfire). Alcune scrivono e mettono in scena, altre producono e distribuiscono, in comune hanno l'essere donne in un'industria dove la parità come in altri domini non è acquisita.

Dal Trentino al Messico, passando per la Corea del Sud, la Spagna, l'Irlanda e Taiwan, captano le inquietudini del presente e mettono in luce il loro lavoro tra debutti e opere seconde, impegnate, inventive, divertenti, toniche. Al centro dei loro film, personaggi femminili e maschili appassionanti e complessi, mossi da domande urgenti e un'energia ultra contemporanea. Contiamo su di loro per dare un volto e un corpo nuovo al cinema, per arricchire il panorama cinematografico a venire, per continuare a scrivere con parole e immagini la storia delle donne, proponendo uno sguardo complementare e alternativo a quello (maschile) universale. Staremo a vedere.

Intanto un brutto anno sta per finire e il secolo è ancora giovane per queste ragazze che rovesciano l'ordine stabilito e rimandano al mittente il pensiero convenuto. Del resto è uno dei ruoli del cinema quello di suscitare una presa di coscienza e di evolvere le mentalità. Buone visioni.


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