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«Desideravamo rendere questo film visibile al pubblico». Cristina Comencini sul suo Tornare

Disponibile dal 4 maggio sulle maggiori piattaforme streaming, un film che tratta di tempo e memoria.
di Paola Casella

giovedì 30 aprile 2020 - Incontri

Quella di far debuttare il 4 maggio il suo ultimo film, Tornare, su una serie di piattaforme web – Sky Primafila Premiere, Timvision, Chili, Google Play, Infinity, CG Digital e Rakuten TV– per Cristina Comencininon è stata un’imposizione ma una scelta condivisa da me e dalla produzione: non sappiamo quando e come riapriranno le sale e desideravamo rendere questo film visibile al pubblico”.

Ma c’è anche una curiosa corrispondenza fra l’attuale situazione di forzata permanenza domiciliare e quella in cui si trova Alice, la protagonista del suo film, che fa ritorno nella casa della sua infanzia e adolescenza e scopre un luogo abitato da oggetti e presenze che riportano alla sua memoria un passato tutto da decifrare. “La casa, il vuoto, il tempo, lo stare ora sono cambiati, e penso che questa percezione rimarrà con noi. Saremo la generazione che ha vissuto questa emergenza, e ci rimarrà dentro per sempre”. Una situazione in cui: 

Non sentiamo abbastanza parlare di cultura. Mi chiedo perché non ci si occupi del rinnovo e della costruzione delle nuove sale, quando l’Italia, soprattutto da Roma in giù, ne ha visto negli anni una morìa. Invece bisogna ripartire, cominciare a organizzare un piano per ridare vita al cinema. 
Cristina Comencini

Temi portanti di Tornare sono il tempo e la memoria. “Il cinema lavora da sempre sul tempo”, ricorda Comencini, “e lo stanno facendo anche molte serie televisive. Nel mio film il passato viene letteralmente ad abitare il presente e la protagonista, Alice, si ritrova ad avere un rapporto reale con la se stessa 18enne e bambina”. L’incidente scatenate è la morte del padre di Alice. “Ogni lutto ci costringe a ripensare a noi stessi più che alla persona che ci ha lasciati, apre un tempo di riflessione. Passiamo la vita a non pensare alla morte, ma quando perdi una persona cara sei obbligato a farci i conti. E poiché la vita è piena di buchi, un lutto ti costringe a riempirli, a mettere ordine fra le cose”. Soprattutto quando scompare un genitore che ha avuto un ruolo fondante nella tua identità. “Il primo uomo che ogni bambina incontra è il padre, e a seconda di come si è state guardate da quel padre si innesca una catena”. 

Alice reagisce alla chiusura paterna nei suoi confronti con una ricerca continua di attenzione da parte dello sguardo maschile. Uno sguardo che però non è pronto ad accogliere una sessualità femminile libera come quella della ragazza: “Il mio film gira intorno alla paura della sessualità femminile e racconta quanto l’esplosione di quella sessualità spaventi i ragazzi, che si ritrovano impreparati e cercano di controllarla”. Questo è vero non solo per gli anni in cui è ambientato il film, ma anche oggi, afferma Comencini: “Ci vorrà molto tempo perché questo cambi”.


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