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Il grande Paese e Sfida infernale, in TV un promemoria di quando i film erano grandi

I due western emergono in una programmazione estiva sempre più ripetitiva. E suscitano delle riflessioni.
di Pino Farinotti

Henry Fonda (Henry Jaynes Fonda) 16 maggio 1905, Grand Island (Nebraska - USA) - 12 Agosto 1982, Los Angeles (California - USA). Interpreta Wyatt Earp nel film di John Ford Sfida infernale.
lunedì 26 agosto 2019 - Focus

Il numero infinito di canali offre altrettante proposte. I programmatori sono costretti a una gestione complicata. L'overdose di offerta costringe alla pratica del "fondo del barile", soprattutto alla riproposta del prodotto secondo le fasce. Un esempio: da mesi vediamo Piedone praticamente tutti i giorni, in fasce diverse, magari lo stesso titolo su emittenti diverse. Ma c'è l'altra faccia della medaglia, per fortuna.

Può accadere che di tanto in tanto l'utente possa incappare in opere di qualità. È inevitabile, è la legge dei grandi numeri. E, sempre rispetto a quella legge, può accadere che il Caso (c maiuscola) scovi una proposta particolare, suggestiva. Di qualità, e come.
Pino Farinotti

Domenica 25 agosto Rai 3 e Rai Movie hanno proposto due titoli che fanno parte di una certa storia, direi importante, magari nobile, quella del western: rispettivamente Sfida infernale e Il grande Paese.

Ma c'è dell'altro che riguarda le classifiche, magari gli "assoluti". Una ricerca degli anni Sessanta, seria, che faceva (quasi) testo, stilava una gerarchia dei western. Ai primi cinque posti figuravano, non necessariamente in questo ordine: Sfida infernale (Ford 1946), Il fiume rosso (Hawks 1948), Mezzogiorno di fuoco (Zinneman 1952), Il cavaliere della valle solitaria (Stevens 1953), Il grande Paese (Wyler 1958). Lo stile dei due titoli in gioco non potrebbe essere più diverso. Ma entrambe le prospettive presentano contenuti inalienabili, del resto le firme non ammettono discussioni.

Sfida infernale è la storia della mitologica sfida all'O.K. Corral. Wyatt Earp lo fa Henry Fonda. Ford esegue secondo la sua vocazione: l'epica dell'America della frontiera, che diventerà il più grande Paese, l'eroe senza macchia, e tutti i tratti suoi distintivi, come il ballo corale, e anche quello individuale, con un Fonda che balla con la partner con una disinvoltura sorprendente.

E poi la Storia. Ford non se ne preoccupa. Nella sparatoria fa morire Doc Hollyday (Victor Mature), altra icona della frontiera e del genere, mentre il dentista pistolero morì di tubercolosi qualche anno dopo. Ma è notorio, a Ford appartiene un pronunciamento fondamentale: quando nel west la verità si scontra con la leggenda, vince la leggenda.

E poi l'estetica, unica. Con quei fotogrammi, in rigoroso b/n, che sono singole opere d'arte. E la musica, sempre decisiva: il film vive sul tema tradizionale, potente di My Darling Clementine, che poi è anche il titolo originale. A Wyatt Earp nelle epoche, avrebbero dato corpo e volto gente come Burt Lancaster, James Stewart, Kevin Costner e Kurt Russell, fra gli altri. Ma, secondo opinione accreditata, Earp rimane Fonda.

Il grande Paese, dodici anni dopo, presentava le evoluzioni del cinema, come lo schermo allargato e il colore. A suo modo William Wyler alimenta il mito dell'epica. Questa volta la "sfida" è fra due allevatori nel "grande Paese", che è il Texas. Ci sono in ballo i pascoli e l'acqua. A fare da arbitro arriva Gragory Peck, un comandante di vascello di New York, che possiede una flotta. Quando qualcuno gli domanda: "avete mai visto qualcosa di più grande del Texas?". Risponde: "Sì, tre oceani". Tuttavia, il Texas e Jean Simmons conquistano lo straniero, che comprerà un grande ranch per stabilircisi. Anche questa è "frontiera", Il grande Paese prevaleva sulla civilissima costa orientale. Da citare la musica di Jerome Moross, lontana dai temi di matrice irlandese di Ford, che dava al film identità e potenza, e che ebbe la nomination all'Oscar.

Dunque due grandi film che si fanno largo nella proposta attuale di supereroi, animazione spuria ed effetti speciali che truccano i contenuti. Due titoli come promemoria di ... quando i film erano grandi.


In foto una scena del film Il grande paese.

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