Un'opera popolare, dignitosa, appassionante, impeccabile. Da lunedì 6 maggio al cinema in versione restaurata.
di Roy Menarini
L'aneddotica intorno a Georges Simenon è vastissima. Complice il fatto che lo scrittore ha parlato molto di sé nelle interviste e che ha lasciato crescere a bella posta le storie su di lui, abbiamo ormai un vasto repertorio di goloserie sul suo metodo e la sua arte. Tra queste, la rapidità famelica della scrittura. Se ci concentriamo solo sui Maigret (i cui romanzi e novelle sono stati organizzati in tre cicli) scopriamo che ha realizzato ben 102 avventure del commissario. Media per scriverli: sette giorni circa. Non dimentichiamo, infatti, che Simenon si è dedicato a decine di altri romanzi - in alcuni casi considerati più raffinati ed elaborati rispetto alla serie del suo più noto protagonista. Ma sarà vera questa differenza?
In effetti, non è una sorpresa che Simenon sia stato così saccheggiato da cinema e televisione. In fondo, proprio come questi due mezzi nella loro versione più popolare, ha passato tutta la vita da sottovalutato (dai critici) e da amatissimo (dal pubblico).