Titolo originale | Maigret et l'affaire Saint-Fiacre |
Anno | 1958 |
Genere | Avventura, |
Produzione | Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Jean Delannoy |
Attori | Jean Gabin, Michel Auclair, Valentine Tessier . |
Uscita | lunedì 6 maggio 2019 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,11 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 maggio 2019
Una nobildonna invita Maigret nel suo castello: ha ricevuto infatti alcune lettere anonime secondo le quali morirà a una data prestabilita. In Italia al Box Office Maigret e il caso Saint-Fiacre ha incassato 13,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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L'aneddotica intorno a Georges Simenon è vastissima. Complice il fatto che lo scrittore ha parlato molto di sé nelle interviste e che ha lasciato crescere a bella posta le storie su di lui, abbiamo ormai un vasto repertorio di goloserie sul suo metodo e la sua arte. Tra queste, la rapidità famelica della scrittura. Se ci concentriamo solo sui Maigret (i cui romanzi e novelle sono stati organizzati in tre cicli) scopriamo che ha realizzato ben 102 avventure del commissario. Media per scriverli: sette giorni circa. Non dimentichiamo, infatti, che Simenon si è dedicato a decine di altri romanzi - in alcuni casi considerati più raffinati ed elaborati rispetto alla serie del suo più noto protagonista. Ma sarà vera questa differenza?
In effetti, non è una sorpresa che Simenon sia stato così saccheggiato da cinema e televisione. In fondo, proprio come questi due mezzi nella loro versione più popolare, ha passato tutta la vita da sottovalutato (dai critici) e da amatissimo (dal pubblico).
Il giallo, uno dei generi più apprezzati per le trasposizioni, ha attraversato gli oltre 120 anni di storia del cinema con una presenza costante in tutte le sue sotto-categorie (oggi lo chiamiamo "crime"), ma Maigret ha senz'altro un piccolo record di presenze.
Maigret e il caso Saint-Fiacre è uno dei film che meglio chiarisce e rispetta la vera filosofia di Simenon, senza sottovalutazioni né tanto meno nobilitazioni. Interpretato per la seconda volta da Jean Gabin, che dona a Maigret un'aria un po' acciaccata e invecchiata (dovrebbe avere 47 anni nel romanzo), il Maigret di Jean Delannoy è puro genere, nient'altro che genere. Ed è magnifico per questo. Si può insistere fin che si vuole sui risvolti metafisici, sull'esistenzialismo tra le righe, sulla malinconia di vivere dei personaggi, sui luoghi che parlano di Francia profonda e di società di fine anni Cinquanta, ma sarebbe una forzatura.
Maigret e il caso Saint-Fiacre è un film "alimentare", nel senso in cui Simenon diceva orgoglioso di scrivere i suoi gialli in modo frenetico e "semi-alimentare". Con i generi, al cinema e in letteratura, si mangia. Con il giallo si mangia bene. E se si costruisce un grande personaggio, e un grande ambiente narrativo, il resto viene da sé, con centinaia di minime varianti. Ecco perché quello di Delannoy non è un "grande film" nel senso tradizionale del termine, e certamente non è un "film unico", ma è un grande esempio di cinema dell'abbondanza, popolare, dignitoso, appassionante e impeccabile, dove gli anni che ci separano da esso non fanno altro che esaltare l'artigianato da cui proviene. In fondo, era serialità anche questa.
E il fatto che Maigret e il caso Saint-Fiacre esca nel 1959, l'anno di esplosione della Nouvelle Vague, con tutto il nuovo e il dirompente che essa fa erompere, oggi non ci dispone alla militanza di qua o di là, ma all'ammirazione per il "cinéma de papa" e per il cinema francese tutto, che oggi ci sembra rotondo e completo, da Gabin a Belmondo, da Delannoy a Godard, da Renoir a Melville.
E Simenon godette della stima di tutti, sempre. Anche Oltralpe, come dimostra il pluri-decennale carteggio con Federico Fellini, oggi raccolto nel volume "Carissmo Simenon, Mon cher Fellini". Tanto per confermare che al cinema la strada tra lo scrittore industriale da quattrocento romanzi e il creatore artista di una ventina di opere immortali è - per natura stessa del mezzo - brevissima.
Una nobildonna invita Maigret nel suo castello: ha ricevuto infatti alcune lettere anonime secondo le quali morirà a una data prestabilita. Il commissario sorveglia, tuttavia il delitto viene commesso. Maigret, con la sua consueta abilità, riesce a scovare il colpevole.
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Nella primavera del 1929 il 26enne Georges Simenon (1903-1989) è ospite di un amico sul cutter Ostrogoth. Naviga sui canali lenti della pianura del nord francese. Gli sfondi sono distese d'erba, nella nebbia leggera, filari dei pioppi e olmi, paesi dormienti di case basse, campanili isolati che svettano qua e là, bistrot e alberghi modesti messi lì da sempre, popolo impegnato nei lavori del canale, barconi che portano sabbia e merci. Sono gli amatissimi scenari, coprotagonisti, delle storie di Maigret, preferiti alla Tour Eiffel, all'Arco di Trionfo e a Notre-Dame. Il ragazzo possiede già uno status, lui, nato a Liegi ma ormai francese di adozione. E ha già molto collaborato a scritto. È lì che scrive Pietr le Letton (Pietro il lettone), il primo romanzo con Maigret, che sarà protagonista, fino al 1972, in altre 74 indagini. Che sono solo una parte della produzione dell'ultraprolifico autore.
Prima digressione sui numeri: biografi fedeli e tenaci hanno cercato di ordinarli, impresa quasi impossibile, con variabili incontrollabili. Gli scritti -fra racconti più o meno lunghi e romanzi- portano a circa 420 libri, firmati "Simenon" o con vari pseudonimi. Quantità certo, ma anche qualità, perché la domanda può essere: uno così veloce, come può ...curare la fase stilistica? Una risposta l'ha data Jean Luc Godard, maestro di cinema certo, ma uomo colto tout-court: Simenon = Dostoevskij + Balzac. Va detto che il regista si era sempre dichiarato innamorato di Simenon, era un po' parziale. Momento davvero felice quella stagione per il giovane Georges che, in attesa che la predestinazione letteraria si realizzasse, poteva permettersi una relazione, pare travolgente, con la donna più sexy di Francia, corteggiata da magnati, "reali" e presidenti, Joséphine Baker.
E anche quello era un talento predestinato se è vero che lo scrittore nel tempo avrebbe collezionato migliaia di partner, esplorando tutte le tipologie femminili. Anche in quel contesto ci sono stati cacciatori di numeri. Simenon dichiarava oltre diecimila seduzioni. A chi metteva in dubbio diceva: "Il sesso per me è un'abitudine naturale e quotidiana, mi è indispensabile, per la vita e la scrittura." E confessava che il numero prevalente riguardava le prostitute, a seguire tutte le categorie sociali, dalla domestica alla contessa.
Maigret compie dunque novant'anni. La Francia si prepara alla celebrazione. Nel frattempo, da noi, è stato restaurato Maigret e il caso Saint Fiacre, del 1959, per la regia di Jean Delannoy, tratto dal romanzo omonimo. Il film sarà nella sale dal 6 maggio.
Dovendo scegliere un solo titolo nel mare infinito della produzione di è legittimo privilegiare quello. Il legame del "commissario" con Saint Fiacre era profondo, perché lì Maigret aveva passato gli anni felici della giovinezza. Un'appartenenza che porta la narrazione a una profondità e a una "poetica" mai espressa negli altri racconti. Saint Fiacre è dunque, al di là del fascino e della capacità di coinvolgimento, il titolo e il "paese" identitario del commissario e, possiamo dire per... transfert inverso, dello stesso autore. Dunque il focus è doppio: la ricorrenza e il classico.