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La politica degli autori: Jon Favreau

Il regista torna al cinema con Chef, commedia culinaria low budget.
di Mauro Gervasini

In foto Jon Favreau.
Jon Favreau (Jonathan Kolia Favreau) Altri nomi: (John Favreau ) (57 anni) 19 ottobre 1966, New York City (New York - USA) - Bilancia. Regista del film Chef - La ricetta perfetta.

giovedì 31 luglio 2014 - Approfondimenti

Jon Favreau scrive, dirige, interpreta e produce una garbata commedia culinaria intitolata Chef. Non è il remake dell'omonimo film francese con Jean Reno, anche se il soggetto un poco gli somiglia. Alla base di entrambe le storie il licenziamento in tronco di un celebre cuoco. Quello francese finiva a fare l'inserviente in una casa di riposo, quello americano, invece, aguzza l'ingegno e compra uno di quei furgoni-con-cucina che dalle nostre parti servono soprattutto salsicce e porchetta. Lui si inventa una proposta più elaborata, american-cubana, e chiama a raccolta la famiglia per farsi dare una mano. Il riscatto è dietro l'angolo. Chef, nelle sale italiane da mercoledì 30, racconta con candore balneare una delle tante facce del sogno americano, quella di chi cade e si rialza, contando soprattutto sulle proprie forze e il proprio talento. Nulla di nuovo ma raccontato con una certa verve. Interessante però la motivazione che ha spinto Favreau, ormai arruolato tra i fabbricatori di blockbuster dopo il successo dei suoi Iron Man, a realizzare un low budget come Chef: «Volevo tornare alle origini».

E le origini, per il nostro, classe 1966, newyorkese ebreo ma con padre di origine québécois (da qui il cognome), sono soprattutto quelle di Swingers, commedia svalvolata del 1996 diretta da Doug Liman e da Favreau anche sceneggiata. Il classico film di culto, specie negli States dove ancora oggi è venerato nei college e in certi ambienti "lounge". Il film giusto al momento giusto, realizzato da newyorkesi "morti di fama" a Los Angeles con un sacco di spunti autobiografici, molti rimandi cinefili anche piuttosto sofisticati (celebre la citazione del piano sequenza di Scorsese di Quei bravi ragazzi) e una colonna sonora spumeggiante che favorisce il rilancio di un genere morto e sepolto come lo swing, con un abile "mixage" di classiconi di Dean Martin e Count Basie e brani nuovi dei Big Bad Voodoo Daddy e dei Royal Crown Revue. Swingers, che ha tra i protagonisti anche Vince Vaughn, amicissimo del duo Favreau-Liman, incassa 5 milioni di dollari solo negli Stati Uniti a fronte di un budget complessivo di 200 mila. Per tutti i ragazzi coinvolti, un trampolino di lancio.

Per Jon Favreau il lancio è nello spazio. Diventa una presenza "iconica" alla Tarantino in una puntata dei Soprano (nel ruolo di se stesso a dar corda a Chris Moltisanti che vorrebbe fare lo sceneggiatore) e lavora parecchio come attore di commedie. Finché nel 2008 viene scelto dalla Marvel per dirigere il primo Iron Man con Robert Downey Jr., dove si ritaglia anche un piccolo ruolo (è l'autista guardaspalle di Stark). Non una regia qualunque. Favreau viene scelto per dare al blockbuster il giusto ritmo da action-comedy, molto basato sulla figura del "miliardario-filantropo-playboy-genio" di Tony che rimanda a una vasta cinematografia precedente e ai modi di fare di un altro Tony (Curtis). In fondo è uno "swinger" anche l'alter ego dell'Uomo di Ferro, che peraltro sulla carta (nel senso dei comix) è sempre stato uno dei supereroi più antipatici. La formula funziona talmente bene da essere replicata in Iron Man 2, 624 milioni di dollari d'incasso. Lasciata la regia dal terzo episodio, Favreau resta però legato all'universo Marvel come executive e come "spalla" di Downey Jr., ruolo nel quale lo rivedremo nell'attesissimo Avengers: Age of Ultron di Joss Whedon (uscita prevista nel maggio 2015).

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