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Priscilla on stage a Milano

La prima nazionale del musical ispirato all'omonimo film.
di Giancarlo Zappoli


giovedì 15 dicembre 2011 - News

C'era una volta Priscilla, la regina del deserto un film di Stephan Elliott mai uscito nelle nostre sale, che ottenne uno strepitoso successo in tutto il mondo anglofono. Narrava di tre drag queen, Bernadette, Adam detto Felicia e Mitzi (con tanto di moglie e figlio) in viaggio nel deserto australiano e pronti ad esibirsi in playback nei luoghi più sperduti in attesa di raggiungere il Casinò di proprietà della moglie di Mitzi.
Ci fu poi un musical che ottenne grande successo a Broadway e che ha cominciato a fare il giro del mondo. Ora è approdato a Milano al teatro Ciak con una produzione faraonica che non ha trascurato neanche un minimo dettaglio per far sì che il kitch più sfrenato esplodesse sul palcoscenico con tutta la forza. Già altri musical di questi ultimi anni hanno mostrato come l'operazione di adattamento del testo originale incontrasse più di un ostacolo al momento della messa in scena. Questo non accade in "Priscilla" perché le canzoni (uno spericolato slalom tra Madonna e Burt Bacarach passando per "I Will Survive") sono lasciate nella versione originale. Al copione in italiano hanno invece lavorato Marianna Cappi e Federico Gironi i quali hanno tenuto conto del fatto che nello spettacolo si intrecciano due sfere culturali che in molti non conoscono direttamente: la cultura anglosassone australiana e quella omosessuale. Molti giochi di parole o modi di dire, ispirati a questi ambiti e basati sullo slang, non potevano essere trasposti letteralmente, per cui è stata modificata la forma mantenendo lo spirito. È stato poi necessario tenere conto della recitazione degli interpreti che, talvolta, hanno chiesto di poter lavorare su battute alternative. Ne è nato uno spettacolo brillante, adrenalinico e multicolore sia sul piano linguistico che su quello legato a scene e costumi diretto da Simon Phillips, regista di tutte le edizioni. Alla prima si è avuta una (meritata) standing ovation.

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