Advertisement
Addio a De Seta, artista e uomo sociale

Morto ieri a 88 anni il regista di Banditi a Orgosolo.
di Pino Farinotti

In foto il regista Vittorio De Seta.
Vittorio De Seta 15 ottobre 1923, Palermo (Italia) - 28 Novembre 2011, Catanzaro (Italia).

martedì 29 novembre 2011 - Focus

Era palermitano, di buona famiglia, il meridione e le isole erano il suo mondo e il suo percorso. Come spesso accade a un artista di cinema, che è disciplina anomala e ambigua rispetto ai normali codici dei mestieri, interrompe gli studi. Era iscritto ad architettura, a Roma. Seguiva le orme di un altro anarchico di mestiere, Fellini, che era partito da Rimini, annoiato dagli studi, per fare altro. Essere ventenni a Roma nel dopoguerra significava molto. Era il momento più alto del cinema italiano, e fra i più alti del mondo. Artisti come De Sica, Rossellini e Fellini stavano cambiando le regole del cinema: contenuti, tecnica ed estetica. De Seta ... frequentava. La lezione del realismo, di cui noi eravamo maestri fu più efficace dell'architettura. Il reale, il documento, sarebbe stata la sua cifra per tutta la carriera. Naturalmente non può mancare l'indispensabile esercizio registico, non importa in che contesto, servirà come pratica, appunto. Il film è Vacanze d'amore, una storiella senza pretese con Walter Chiari e Lucia Bosè: De Seta è "aiuto" del regista Jean Paul Le Chanois. A questo punto il mestiere è stato imparato, si può cominciare a fare sul serio. È il momento, De Seta ha trent'anni. La sua attitudine emerge a quel punto e sono i diseredati, i sofferenti. E non c'è ambiente più adatto della Sicilia e della Sardegna, e della Calabria, per raccontare quel sociale antico e rimasto tale, della gente di quei posti: i pescatori, i minatori. Uno di questi documentari, Isola di fuoco, girato nelle Eolie, ottiene un riconoscimento molto importante, al festival di Cannes nel 1955. Il suo nome corre, anche se il regista non è ancora un "nome". Lo diventa sei anni dopo, quando scrive e dirige Banditi a Orgosolo. Con quel titolo De Seta non solo ha rappresentato, ma trasformato e inventato. Ha re-inventato il neorealismo, attribuendo allo stile una cifra ancora più rigorosa. Non accadeva dai tempi di Roma città aperta, di non riuscire a distinguere un fotogramma di fiction da uno di documento. Ma con quel film De Seta, raccontando la vicenda di un pastore sardo costretto a diventare un bandito, oltrepassa anche la fase sociale, canta disperatamente il meridione, depresso e oppresso, soffocato e immutabile. Dove lo Stato è straniero, perché militari e funzionari sono tutti di altre regioni. La mostra di Venezia gli ribadisce un riconoscimento, il premio come Opera prima. Dunque film importante e storicizzato, titolo che identifica più di tutti gli altri, anche adesso, Vittorio De Seta.
Successivamente ha lavorato in Rai, a miniserie e documentari. È tornato al lungometraggio nel 2006 con Lettere dal Sahara. De Seta, narratore di povertà e sofferenze, non poteva non accostarsi al tema dell'immigrazione. "Lettere" è la storia di un senegalese sbarcato in Italia e costretto a subire ostilità e discriminazioni. De Seta ne fa un piccolo eroe perfetto, migliore di tutti, un modello ideale diverso dalla verità alla quale ci aveva abituato. Ma è la faziosità buona di un uomo che crede in qualcosa, una forma di... eccesso di onestà artistica. De Seta: un maestro, una parte importante di nostro cinema.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati