Dominic Cooper e Samuel Barnett tornano sulle scene interpretando in un film il ruolo che ha garantito loro il successo a Broadway: "The History Boys", una commedia intelligente e divertente sui problemi dell'adolescenza degli anni '80.
di Claudia Resta
Il film
In una piccola scuola maschile in un'area industriale dell'Inghilterra settentrionale, otto studenti stanno per realizzare il loro sogno: essere ammessi in una delle due università inglesi più celebri e importanti. Distratti dal sesso, dallo sport e dal caos che accompagna la loro crescita e la maturazione, i ragazzi sono aiutati, e talvolta anche ostacolati, da due insegnanti dall'approccio didattico diametralmente opposto: il professor Irwin, brillante neolaureato di Oxford, e il professor Hector, insegnante di letteratura decisamente non convenzionale e un po' folle, che viola tutte le regole pur di stare al fianco degli studenti. Tra gli studenti spiccano due personalità contrapposte: Dakin, interpretato da Dominic Cooper, sicuro di sé e sbruffone, e Posner, ossia Samuel Barnett, piccolo di statura, ebreo ed omosessuale.
Come avete vissuto quest'esperienza?
Dal momento stesso in cui abbiamo iniziato le prove al National Theatre, ci siamo sentiti come tornati a scuola. Abbiamo frequentato tantissime lezioni su cose che non avevo mai sentito prima, comprendendo così i personaggi nella loro interezza.
Che impressione hai del tuo personaggio, Dakin?
È così sicuro di se che sembra poter avere tutto quello che vuole: è raro essere così a 18 anni! Dakin ha successo, a qualunque costo. In buona sostanza riassume il pensiero degli anni '80, compresa l'equivalenza tra denaro, potere e donne: se li hai, hai successo.
Un personaggio con cui è dura avere buoni rapporti?
Indubbiamente Posner. È sensibile, si fa problemi per qualsiasi cosa... mi ha fatto tornare teenager e ho dovuto ripensare a tutte le mie esperienze. In buona sostanza, Dakin ha tutto e Posner deve combattere anche per i successi minori. Almeno la sua sessualità è accettata.
Avete trovato difficoltà nel far trasparire tutto questo in un film?
No, eravamo già in scena da un anno al National Theatre, conoscevamo a menadito i personaggi. L'unica sfida è stata quella di interpretare lo spettacolo per una telecamera invece che per 1200 persone, ma il regista ci ha seguiti molto bene.
Lascerete il teatro per il cinema?
Dominic: Per ora sì, recito in un film ambientato a New York, una città dove ho sempre voluto vivere.
Samuel: Io vorrei continuare col teatro, anche se per ora non ho ben chiaro cosa farò nei prossimi tempi. Certo, sono un po' cresciuto per i ruoli da dodicenne.