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Superman, quando Clark Kent si leva gli occhiali il pubblico li indossa

Un film ad altissima tecnologia tra i più innovativi mai realizzati
di Gabriele Niola

sabato 22 luglio 2006 - News
Bryan Singer si era sempre ritenuto un tradizionalista, neanche la realizzazione di due film ad alto contenuto di effetti speciali come X-Men e X-Men 2 aveva scalfito le sue convinzioni, ora invece il suo Superman Returns si prospetta come uno dei film tecnologicamente più innovativi mai realizzati, basti pensare che ben il 25% del budget è stato investito in tecnologia.

Tutto è cominciato quando nel 2002 Singer è stato invitato al "digital summit" di George Lucas, un evento tenuto nel suo ranch Skywalker dove con la collaborazione di alcune aziende il regista e produttore della saga di Guerre Stellari illustrava ad amici e colleghi (gente come Coppola, Spielberg, Scorsese, Stone...) tutte le novità del cinema digitale.

La pulce messagli nell'orecchio da George Lucas è diventata una convinzione quando, facendo dei test per le riprese di Superman, Singer ha capito che per avere sullo schermo la resa che desiderava avrebbe dovuto girare tutto con pellicola da 70mm, un mezzo dall'elevatissima qualità (fu usata raramente nel cinema e in occasione di colossal come 2001:Odissea Nello Spazio o Lawrence D'Arabia) ma dagli altrettanto elevatissimi costi rispetto al tradizionale 35mm. La soluzione ideale allora è stata utilizzare un nuovo tipo di macchina da presa digitale mai adottata in un film fino a quel momento: la Genesis prodotta dalla Panavision, in grado di girare immagini con una risoluzione paragonabile a una pellicola da 70mm ma pronte per essere portate su normali pellicole da 35mm.
È stato duro abituarsi a questo nuovo standard, specialmente al fatto che la Genesis registra su nastri magnetici da 85$, cosa che ha inquietato non poco lo stesso regista: "ll mio film da 200 milioni di dollari registrato su un mucchio di cassettine da 85$. È terrificante! A vederle mi sembrava di essere tornato a quando facevo il regista di matrimoni". Ma il risultato è tutt'altro che amatoriale e si vede specialmente nelle scene di ampio respiro.

Ci sono poi molti inserti digitali come le immagini di Marlon Brando, che aveva interpretato il padre di Superman nel film del 1978 o i movimenti del mantello e dei capelli di Superman animati in computer grafica durante i voli ad alta velocità.

Infine, ennesimo elemento innovativo, Superman Returns esce anche in una versione con inserti in 3D, un'altra cosa da cui Singer si è lasciato conquistare: "[Quelli dell'Imax] hanno preso il nostro trailer e l'hanno trasformato in 3D. Ci sono rimasto di sasso, veramente impressionante. Dopo aver visto questa dimostrazione ho pensato che dovevo inserire questa tecnologia nel film".
La versione con inserti tridimensionali è distribuita solo nei cinema del circuito Imax (in Italia ce ne sono due) e in America, dove il film è già uscito, sta riscuotendo incassi altissimi, senza precedenti nella breve storia di questo tipo di sale, anche perché si tratta della prima pellicola hollywoodiana non animata a uscire in questo tipo di sale. Nel complesso le parti tridimensionali durano 20 minuti, e capire quando è il momento di inforcare gli occhialetti speciali non sarà difficile dice Singer: "Funziona più o meno in modo che quando Clark Kent si leva gli occhiali il pubblico li indossa".

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