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Kaneto Shindô

Kaneto Shindô (Kaneto Shindo) è un regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 22 aprile 1912 a Hiroshima (Giappone) ed è morto il 29 maggio 2012 all'età di 100 anni a Hiroshima (Giappone).

Nato nel 1912 presso Hiroshima da una famiglia di contadini, la cui vita egli stesso doveva poi rievocare nel suo film più noto, L'isola nuda, che nel 1961 vinse il primo premio al festival di Mosca (ex-aequo con Cieli puliti di Ciukhrai). Tale predisposizione all'autobiografia l'aveva già dimostrata dieci anni prima al suo esordio come regista in Storia di una moglie amata, dove ricordava la sposa morta di consunzione alla vigilia del successo del marito e i propri sforzi per riuscire come sceneggiatore. Shindo è infatti altrettanto importante come sceneggiatore che come regista. La sua unione col regista Yoshimura, per il quale scrisse gli scenari dei film migliori, è stata tra le più fruttuose del cinema giapponese del dopoguerra. Con Yoshimura fondò nel 1950 la "Kindai Eiga Kyokai" o Società del cinema moderno per poter lavorare in maggior libertà e trattare temi socialmente audaci. Così nel 1952, su commissione del sindacato insegnanti, realizzò I bambini di Hiroshima (titolo originale I figli della bomba atomica) che ottenne diversi riconoscimenti internazionali e smentì, col suo estremo pudore, l'accusa che spesso gli veniva rivolta di puntare sugli aspetti patetici delle trame al fine di strappare le lacrime. Non erano immuni, per la verità, da simili compiacimenti melodrammaticj i film successivi Epitome (1953) e Rigagnolo (1954), il primo su una ragazza che diventa geisha per bisogno e il secondo su una povera ritardata mentale che la società fa soffrire: ma alternati a sintesi figurative e a immagini plastiche in grado di suggerire energiche polemiche. Nel 1958 Shindo scrisse e diresse, sempre in forma indipendente, Il peschereccio Drago della Fortuna, sui ventitre pescatori colpiti da ceneri radioattive in seguito a una prova americana di bomba H alle isole Marshall nel marzo del 1954. Con L'isola nuda tentò un esperimento raffinatissimo di film senza parole, descrivendo reiteratamente i gesti quotidiani di una famiglia (padre, madre e due bambini) che lavora il campo in un'isoletta dove manca l'acqua. Alla Mostra di Venezia, fu esibito in concorso nel 1963, L'uomo, che nella letterarietà della sua impostazione e nel suo esasperato naturalismo (quattro esseri umani a bordo di un battello alla deriva dopo un tifone è un film schematico e non convincente. In Onibaba, apparso sui nostri schermi nel 1966, e non senza un certo concorso di pubblico attirato dalle protagoniste coi seni ignudi, il regista sprofonda anche lui, come tanti suoi colleghi, nel genere sexy, narrando con la consueta eleganza e plasticità, e dietro il pretesto di condannare i disastri della guerra, una cupa vicenda feudale a tre personaggi dominanti, intessuta di violenza, erotismo e terrore. Dopo Onibaba, Shindo ha girato Conquista, sempre in "Tohoscope", trasformando un antico dramma Kabuki in una spettacolare parata di brutalità e di teste mozzate; e Istinto (1966).

Ultimi film

Drammatico, (Giappone - 1964), 100 min.
Drammatico, (Giappone - 1960), 96 min.
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