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Lo Wei

Lo Wei. Nasce nel 1918 ed è morto il 20 gennaio 1996 a Hong Kong (Hong Kong).

Dal Cina-ma di serie B... con furore!

A cura di Fabio Secchi Frau

Costava poco all'epoca fare un film a Hong Kong, ma il regista Lo Wei era l'unico che, con un budget ridotto, riusciva a triplicare la cifra al botteghino. Non fu mai un regista intimista, ma commerciale. Non erano pellicole sui personaggi e i loro rapporti umani quelli che faceva, e gli unici effetti speciali che utilizzava erano quelli del combattimento a mani nude nei suoi film di arti marziali. Nascono con lui i kung-fu movie, pellicole dove uomini veri che sembrano scontare un ergastolo emotivo e che appartengono alla fascia dei "miserabili" si riscattano dai loro problemi e dalla loro infelicità compiendo vendette e aiutando i più deboli. È il narratore dei peggiori nemici che un cattivo possa avere. Veloce, potente, forte, maestro della cinematografia d'azione di serie B di Hong Kong, è un autore inedito per chi ancora non lo avesse scoperto.
Cominciò la sua carriera come attore, partecipando nel 1949 al film Da liang shan en chou ji di Bu Wancang, distinguendosi come interprete in pellicole di Tu Kuang-chi, Wing Tian-lin, Yi Wen e Tao Qin.
Firma la sua prima regia nel 1953, regia a quattro mani perché coadiuvato da Tang Huang nella realizzazione di Zhang fu ri ji (1953), dove ha una parte anche come attore. Sposato con la sceneggiatrice e produttrice Hua Liang, che gli rimarrà accanto fino alla morte, continua il suo lavoro di regista con la pellicola al femminile Dang fu qing chi (1953). Nel corso degli anni Cinquanta lavora con altri registi, il già nominato Bu Wancang e Hong Bo, mentre per il decennio successivo si confronterà come regista in pellicole drammatiche, thriller, horror e i notevoli film d'azione. Non è particolarmente bravo come regista, né degno di lode a livello stilistico, ma ha la capacità di non annoiare con i suoi film e di operare come una calamita verso il pubblico cinese che fa la fila fuori dai cinema pur di vedere una sua opera. È inoltre un lavoratore instancabile: ogni anno fa uscire un film nelle sale, a volte anche due. Così si susseguono nella sua filmografia titoli sconosciuti al pubblico italiano ma che sono universalmente noti in patria: Tao hua lei (1960), Yuan nu Meng Lisi (1961), Jin jian meng (1963), Bao lian deng (1964), E yu he (1965) e Jin pu sa (1966), mentre nella seconda metà degli anni Sessanta cercherà di fare grandi alcuni attori considerati "feticcio" nei suoi film. Prima fra tutti la bellissima Pei Pei Cheng che ricorda le liti sul set fra Lo Wei e sua moglie, ma che la accolsero comunque come una buona amica, oltre che come interprete di pellicole grandiose come Du long tan (1969) e Wu hu tu long (1970).
Vengono poi la graziosa Nora Miao, nota per Gui liu xing (1971), la altrettanto docile Maria Yi, che esplose nella pellicola Leng mian hu (1973), e soprattutto il movimentato Jackie Chan diretto in Tie wa (1973), Feng yu shuang li uxing (1976), Il ritorno di Palma d'Acciaio e Long quan (1976-1979, assieme alla Miao). Il sodalizio artistico con Jackie Chan continuò anche come produttore dei suoi film; fra l'altro Lo Wei non perse mai, anche se l'età avanzava, la passione per la recitazione, partecipando a Piedi d'acciaio (1972) di Chang Cheh e Li Pao Hsueh, ma soprattutto Un killer di nome Shatter, pellicola di Michael Carreras con Peter Cushing.
Anche se Lo Wei è ultranoto per uno dei più bei film di serie B che la Cina abbia mai esportato negli anni Settanta, portando alla ribalta uno dei primi grandi attori cinesi che entreranno nella storia del cinema: Bruce Lee. Lo Wei lo sceglie infatti per portare alla luce il film Il furore della Cina colpisce ancora (1971), seguito dal ben più mitico Dalla Cina con furore (1972), nato dal successo strepitoso del film precedente che riconferma un grande trio di attori: Lee, Miao e Yi. La qualità del girato impongono Lo Wei come uno dei registi più quotati in patria e la stessa storia e che ha gettato le fondamenta per i successivi film di arti marziali.
Largamente apprezzato in America (Quentin Tarantino è uno dei suoi più grandi estimatori) dirigerà Chuck Norris in Massacro a San Francisco (1974). Firmerà il suo ultimo film nel 1993 con Sia Saan Dung dou heung gong. Difficile non affezionarsi al suo cinema, al limite della velocità e dello stile tipicamente cinese. Difficile non riconoscersi un po' negli eroi che ha tracciato. Primo fra tutti il pensieroso Chen che vuole vendicare il suo papà-maestro.

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