Si intitolava Maurice ed è il film che più di ogni altro l'ha portato, dopo un intenso periodo di gavetta teatrale e televisiva, verso le luci delle ribalta. Il suo personaggio si torturava emotivamente nel reprimere il segreto amore per Hugh Grant, ma cadeva fra le braccia di un giardiniere, un ottimo James Wilby, con il quale si lasciava andare a un lungo bacio. Comincia effettivamente da qui la carriera dell'attore britannico James Wilby, protagonista di pellicole indie e interprete marcatamente politico che sente ancora oggi l'esigenza di raccontare i suoi personaggi per quello che sono e per cosa pensano, al di là di tutto il pudore del caso.
Nato e cresciuto in un piccolo paese del Somerset, Rupert Graves aveva sviluppato un'attitudine alla ribellione non indifferente fin da quando era un adolescente. Resistente all'autorità e difficilmente conformista, lascia la scuola all'età di 15 anni per diventare clown in un circo. Durante la sua adolescenza, oltre che un pagliaccio, sarà anche un punk rocker e lavorerà come attore con un gruppo di commedianti. Il teatro diventa la sua prima dimora stabile, dopo tanto vagabondare. Anche se comunque comincerà a recitare prima in televisione con piccoli ruoli in telefilm (Return of the Saint, 1978). Il debutto sul palcoscenico avviene nel 1983 con lo spettacolo "The Killing of Mr. Toad", ma, diventato grande amico dell'attore Harvey Fierstein, porterà a Londra "Torch Song Trilogy", facendosi notare come un grande attore versatile. Nonostante gli sforzi e la bravura, il recitare non gli porta esattamente la pagnotta a casa e così è costretto a compensare il mestiere con altri lavoretti come quello di operario in una fabbrica di scarpe e quella di commesso in una friggitoria.
A scardinarlo da quella realtà grigia, arriva il grande regista James Ivory, il quale lo inserirà nel suo film Camera con vista (1985) con Daniel Day-Lewis e, per via di quel suo aspetto leggermente femminino, anche ne Maurice (1987). Iniziano i primi successi, per Graves che viene immediatamente inserito nella miniserie televisiva inglese Fortunes of War (1987), accanto a Kenneth Branagh. Particolarmente dotato di classe, sceglie i suoi film per motivi che siano al di fuori delle logiche commerciali.
Negli Anni Novanta, passa per cui da Children (1990) con Kim Novak allo scandaloso Il danno (1992) di Louis Malle, attraversando il film tv Big Gun (1994) con Kevin Spacey e La pazzia di Re Giorgio (1994) con Rupert Everett. Nonostante una buona presenza cinematografica, Graves preferisce da sempre il teatro che infatti gli offre molte più lodi della settima arte: nel 1998, per esempio, è nominato al Laurence Olivier Award come miglior attore per la sua performance in "HurlyBurly". Poi, dopo aver affiancato Vanessa Redgrave, in Mrs. Dalloway (1997), si impegna particolarmente in televisione e nei film indie inglesi, mettendosi in luce in drammi contemporanei e in costume. Particolare successo, ha avuto nelle versioni teatrali di "Closer" (2000) e "The Elephant Man" (2002), entrambe portate a Broadway con estremo successo.
Marito della produttrice Susie Lewis (ha avuto da questa due figli), da contestatore dall'altra parte della barricata è passato a prestigioso attore di teatro che ha cercato di abbattere le barriere del palcoscenico tradizionale, portando brillanti, radicali e colossali sconvolgimenti. È sulla sua pelle che i personaggi vivono, e grazie al possesso di quel suo linguaggio (un altro linguaggio) è ancora in grado di sfiorarci, comprenderci, sorprendere e sorprenderci.
