steffa
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venerdì 7 giugno 2024
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wow tristezza infinita
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metto una stellina in più per la carriera , il film mette profonda tristezza sia per le condizioni di Rocky nella storia, sia per quelle di Sly nella realtà, a tratti ridicolo sembra quasi una parodia ma c'è sempre la musica di sottofondo che ha fatto davvero tanto nella fortuna della saga, una musica davvero intensamente malinconica che salva il tutto e continua a strappare lacrime, bellisimi ed azzeccati i titoli di coda che sdrammatizzano
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elgatoloco
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lunedì 9 maggio 2016
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malinconico rocky "contro il mondo moderno"
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Per dirla evolianamente(da parte di chi condivide concezioni del mondo ben diverse, ma non è alieno dal confrontarsi con altre da sé, appunto)un po'di "rivolta contro il mondo moderno"da parte di Stallone c'è: non ama la virtualità(sostiene ad oltre cinquant'anni, ovviamente nel film, un combattimento contro l'allora World's Champion per sopperire alla trappola virtuale), detesta la (le)nuova(e)volgarità, non accetta che nei quartieri poveri ci sia tanta microcriminalità, specialmente giovanile, vuol riscoprire l'amore puro... Sono forse gli aspetti migliori di questa rentrée "rockyana", decisamente malinconico-nostalgica(non è una critica negativa né un"appunto", è una constatazione), molto "come eravamo", solo che manca quanto rendeva possibile quel film.
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Per dirla evolianamente(da parte di chi condivide concezioni del mondo ben diverse, ma non è alieno dal confrontarsi con altre da sé, appunto)un po'di "rivolta contro il mondo moderno"da parte di Stallone c'è: non ama la virtualità(sostiene ad oltre cinquant'anni, ovviamente nel film, un combattimento contro l'allora World's Champion per sopperire alla trappola virtuale), detesta la (le)nuova(e)volgarità, non accetta che nei quartieri poveri ci sia tanta microcriminalità, specialmente giovanile, vuol riscoprire l'amore puro... Sono forse gli aspetti migliori di questa rentrée "rockyana", decisamente malinconico-nostalgica(non è una critica negativa né un"appunto", è una constatazione), molto "come eravamo", solo che manca quanto rendeva possibile quel film...), che solo nell'ultima mezz'ora(circa)mette in scena il combattimento, per me la parte meno interessante del tutto, perché non capisco nulla della"noble art"(Cocteau)e non me ne occupo... >Bravi gli interpreti, nei rispettivi ruoli, compreso qui certamente anche il regista Stallone-Rocky Balboa, troppo visto nelle troppe riprese(iterazione voluta)di "Rambo"... Curiosità: che cosa farà ancora, Stallone? El Gato
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fabio1957
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mercoledì 18 marzo 2015
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minestra riscaldata
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Fare una saga da un buon film è operazione sicuramente felice al botteghino, ma fallimentare sul piano della qualità artistica..Questo film non fa eccezione, riproponendo la stessa storia trita e ritrita, con qualche variante e una venatura melanconica in più.E'indubbia la capacita di Stallone di rendere un personaggio immortale ed eroico,con le sue debolezze e i suoi slanci impetuosi,la sua caparbietà,la sua dirittura morale.Il paradigma trainante,Dio, patria e famiglia,resta il leit-motiv dell'intera serie.Si potrebbe classificare come reazionario,ma sarebbe riduttivo,diciamo pure che è nazional-popolare nell'accezione migliore del termine.
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Fare una saga da un buon film è operazione sicuramente felice al botteghino, ma fallimentare sul piano della qualità artistica..Questo film non fa eccezione, riproponendo la stessa storia trita e ritrita, con qualche variante e una venatura melanconica in più.E'indubbia la capacita di Stallone di rendere un personaggio immortale ed eroico,con le sue debolezze e i suoi slanci impetuosi,la sua caparbietà,la sua dirittura morale.Il paradigma trainante,Dio, patria e famiglia,resta il leit-motiv dell'intera serie.Si potrebbe classificare come reazionario,ma sarebbe riduttivo,diciamo pure che è nazional-popolare nell'accezione migliore del termine.
C'è di meglio comunque
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nickmonroe
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martedì 23 dicembre 2014
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il ritorno di una leggenda
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Sylvester Stallone ritorna con il sesto ed ultimo film sulla vita del pugile italoamericano Rocky Balboa e sinceramente non ho esitato a vederlo e rivederlo dato che sono un appassionato dello stallone italiano cosa che ha fatto nascere in me un'alta aspettativa che devo dire è stata soddisfatta.
Il film è scorrevole e ha come protagonista un Balboa a tratti poetico e letale che decide di rimettersi in gioco dopo la scomparsa di sua moglie, la tanto compianta Adriana (o Adrian in alcune battute di Rocky), e nonostante volesse solo combattere in incontri facili si fa trascinare in un incontro che tutti ritengono più grande di lui, ma dopo i soliti faticosi e incredibili allenamenti che hanno come culmine la classica corsa per Philadelphia, dimostrerà che non è finita finché non è finita e che ognuno ha l'età che si sente a dispetto di quello che possono pensare gli altri.
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Sylvester Stallone ritorna con il sesto ed ultimo film sulla vita del pugile italoamericano Rocky Balboa e sinceramente non ho esitato a vederlo e rivederlo dato che sono un appassionato dello stallone italiano cosa che ha fatto nascere in me un'alta aspettativa che devo dire è stata soddisfatta.
Il film è scorrevole e ha come protagonista un Balboa a tratti poetico e letale che decide di rimettersi in gioco dopo la scomparsa di sua moglie, la tanto compianta Adriana (o Adrian in alcune battute di Rocky), e nonostante volesse solo combattere in incontri facili si fa trascinare in un incontro che tutti ritengono più grande di lui, ma dopo i soliti faticosi e incredibili allenamenti che hanno come culmine la classica corsa per Philadelphia, dimostrerà che non è finita finché non è finita e che ognuno ha l'età che si sente a dispetto di quello che possono pensare gli altri.
Sapere che il film è il capitolo conclusivo di una saga che ha segnato generazioni e ha fatto appassionare alla boxe milioni di ragazzi, come è ovvio che sia fa scivolare la classica lacrimuccia durante un finale che doveva essere così, e che porta lo stallone italiano a sentirsi acclamato dalla folla per l'ultima volta.
Il film è un concentrato di frasi poetiche sulla vita, di sport, di ricordi e rimpianti e di Rocky Balboa, nell'ultimo scorcio cinematografico sulla sua, incredibile e sofferta vita.
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themorenina
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domenica 21 dicembre 2014
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mymovies cosa avete combinato?
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Ma che è successo???😖😖😖avevo scritto un commento per il film "Il capitale umano" di Virzì e sono sicura di aver scritto per quel film,invece mi ritrovo un commento per Rocky...!!! Non metto in dubbio che sia un bel film anche "Rocky",ma non avevo scritto per Balboa!!...penso che abbiamo tutti bisogno di ferie...compresa la redazione di Mymovies!😧😧
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giorpost
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lunedì 1 dicembre 2014
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la saga più amata finisce dove era cominciata
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Nel lontano 1976 nasceva l’ epopea del pugile italo americano Robert ‘Rocky’ Balboa, trasformatasi in una delle saghe più famose ed amate della storia del Cinema. Trent’ anni più tardi, dopo 4 seguiti ed una serie di successi che hanno consegnato a Sylvester Stallone fama e notorietà a livello mondiale, esce quello che probabilmente sarà l’ ultimo capitolo del franchise: Rocky Balboa (USA, 2006).
L’ attore newyorkese torna non solo nelle vesti di sceneggiatore (come del resto fatto lungo tutta la serie) ma riprende anche il ruolo di regista, ceduto in 2 occasioni a John G. Avildsen nel primo e nel quinto episodio.
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Nel lontano 1976 nasceva l’ epopea del pugile italo americano Robert ‘Rocky’ Balboa, trasformatasi in una delle saghe più famose ed amate della storia del Cinema. Trent’ anni più tardi, dopo 4 seguiti ed una serie di successi che hanno consegnato a Sylvester Stallone fama e notorietà a livello mondiale, esce quello che probabilmente sarà l’ ultimo capitolo del franchise: Rocky Balboa (USA, 2006).
L’ attore newyorkese torna non solo nelle vesti di sceneggiatore (come del resto fatto lungo tutta la serie) ma riprende anche il ruolo di regista, ceduto in 2 occasioni a John G. Avildsen nel primo e nel quinto episodio. La scelta non è casuale in quanto Sly ha come obiettivo quello di mandare in pensione un personaggio così carismatico ed amato in un modo che solo lui sarebbe riuscito a proporre. In questo sesto (e non si sa se effettivamente ultimo) lavoro sulle vicende dello stallone italiano ritroviamo infatti quell’ aria di malinconia e di nostalgia che si era già vista in Rocky 5, ma stavolta la psicologia del personaggio tende a trasmettere una chiave di lettura ancor più drammatica, a cominciare dalla morte dell’ amata Adrian, personaggio determinante fino a quel momento e comunque presente nei ricordi di Rocky in molti flashback.
Rocky è un sessantenne ex pugile due volte campione del mondo, gestore di un ristorante chiamato ‘Adrian’ s’ nel quale gira tra i tavoli raccontando le sue gesta sportive e facendosi fotografare con tanto di pugno simulato sul mento. Ancora molto amato dai cittadini della sua Filadelfia, la sua appare come una pensione tranquilla ma così non è, perché intanto non riesce a darsi pace per la scomparsa della donna della sua vita avvenuta 10 anni prima, poi sente di non avere la stima di suo figlio, Robert, il quale ritiene la figura del padre troppo ingombrante per la sua vita. Inoltre gli manca qualcosa, quell’ adrenalina che gli consentiva di far sfogare la bestia che ha dentro. Nel frattempo ha ancora come miglior amico il cognato Paulie, colui che l’ aveva finanziariamente inguaiato nel precedente capitolo e che, in ogni caso, gli è sempre stato vicino nella sua incredibile ascesa, pur con tutti i suoi evidenti difetti a cominciare da quel caratteraccio che si ritrova. Rocky va tutte le mattine a trovare la moglie al cimitero mentre suo figlio (Milo Ventimiglia) non passa a salutare la madre da tempo; tra un cliente e l’ altro al locale si fa vivo Spider, il pugile visto nel ‘76, quello del primissimo incontro dilettantistico che vide Rocky vincere dopo aver ricevuto una testata. Il protagonista fa inoltre la conoscenza di una ragazza apparsa adolescente sempre nel primo storico lavoro, a dimostrazione che Stallone vuole dare un segno di continuità narrativa alla storia e a conferma che, in definitiva, egli è sempre attratto da donne timide e senza troppe pretese. Ma è questo, forse, il punto su cui dovremmo soffermarci: la caratterizzazione di Balboa è, in fin dei conti, quella di un uomo medio senza grandi sogni, se non il desiderio di vivere una vita tranquilla con gli amici di sempre e circondato da persone alle quali dare una mano e da cui ricevere in cambio affetto e dignità. In fondo i suoi incontri con Apollo Creed, e dunque la sua carriera, non erano preventivabili ma furono frutto di una scelta dell’ allora campione in carica in cerca di un pugile dilettante bravo ad incassare i colpi. E questo è il secondo leitmotiv di tutta la vicenda: quanto sei bravo ad incassare i colpi? Riesci a rialzarti se finisci al tappeto, resistendo fino alla campana dell’ ultimo round? Se si, allora puoi farcela anche sul ring della vita difficile e dura com’ è e questo può bastare ad un uomo che trent’ anni prima faceva il bulletto di periferia raffazzonando soldi per conto di uno strozzino. Tale chiave di lettura è ancor più semplice quanto condivisibile proprio per la carriera sportiva del pugile. Basta verificare, infatti, che la saga si apre e si chiude con due sconfitte ai punti all’ ultimo round, arrivate con verdetti non unanimi e non condivisi dagli spettatori. Ma in entrambi i casi a Rocky non è interessato minimante l’ aver perso la battaglia, ma ha solo dato importanza all’ esser rimasto in piedi, riuscendo ad incassare i colpi.
Ora, mettendo da parte le correnti di pensiero sull’ attore, io credo che a Rocky si possa solo volergli bene, perché ci ha trasmesso delle emozioni vere, semplici, magari troppo all’ americana ma glielo perdoniamo, perché irripetibile risulterà quel connubio fatto di allenamenti massacranti a base di uova crude, di cazzotti veri o cazzotti finti, di canzoni diventate storiche, di una morale banale ma efficace, di personaggi da fumetto come l’ amato Michey, come Mister T o Hulk Hogan prestatisi al gioco, di frasi ad effetto cui tutta la serie è permeata. La musichetta che si sente alla fine di ogni combattimento è straordinaria e fa lo stesso effetto sia che Rocky vinca, sia che Rocky perda. L’ immedesimazione con un personaggio dai valori sani, onesto, un po’ guascone ma mai in maniera fastidiosa, mai arrogante, è quasi scontata.
Rocky Balboaè semplicemente un tributo alla gente che tanto lo ha amato, racchiuso in quell’ ovazione finale nell’ arena di Las Vegas con quell’ urlo a squarciagola diventato simbolo (‘Rocky, Rocky, Rocky…’) che determina un contro tributo giusto ad un eroe metropolitano salito in cima per caso nella vita, ed anche su quella scala del Museo fi Filadelfia ove la statua che lo ritrae, che doveva essere solo un componente scenico temporaneo, è rimasta a furor di popolo al suo posto a testimoniare l’ affetto che l’ America prova per il pugile ma anche per l’ attore. Addio, o arrivederci, caro Rocky.
Voto: 7
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carlotta_new
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mercoledì 19 febbraio 2014
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lo sfigato: una speranza
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Un capolavoro, un intuizione coltivata ed attentamente valorizzata.
L'intuizione sta nel decidere di spiegare la malattia della società italiana di oggi mettendo sotto i riflettori il sintomo maggiore: la solitudine.
L'intuizione è quindi valorizzata con una raffinata regia dei tempi, delle inquadrature ed alcuni stratagemmi: la maggior parte degli incontri avvengono quando qualcuno parte e qualcun altro arriva; la storia smontata e ricostruita con gli occhi di ciascun personaggio che la vive, in tutta evidenza, da solo.
Non so come sia sta fatto il casting e da chi, ma anche qui emerge un risultato meticolosamente ricercato e poi, evidentemente condotto sul set: nessun attore è mai troppo o troppo poco.
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Un capolavoro, un intuizione coltivata ed attentamente valorizzata.
L'intuizione sta nel decidere di spiegare la malattia della società italiana di oggi mettendo sotto i riflettori il sintomo maggiore: la solitudine.
L'intuizione è quindi valorizzata con una raffinata regia dei tempi, delle inquadrature ed alcuni stratagemmi: la maggior parte degli incontri avvengono quando qualcuno parte e qualcun altro arriva; la storia smontata e ricostruita con gli occhi di ciascun personaggio che la vive, in tutta evidenza, da solo.
Non so come sia sta fatto il casting e da chi, ma anche qui emerge un risultato meticolosamente ricercato e poi, evidentemente condotto sul set: nessun attore è mai troppo o troppo poco. La misura e la dedizione al proprio personaggio sono sorprendenti.
Lo spaccato sarebbe desolante se il registra non ci lasciasse una speranza che è anche una indicazione precisa:
l'unico momento nel quale si manifesta la voglia di fare un progetto insieme, di immaginare un futuro in comune è nella scena finale quando la figlia dell'Ossola va a trovare "lo sfigato" in carcere.
L'indicazione sta in una moderna parabola del figliol prodigo dove lo sfigato rappresenta il popolo italiano che ne ha fatte di tutti i colori, involontariamente o preterintenzionalmente o colposamente o volontariamente. È lui secondo me il filo rosso della trama dove zone rappresentati i vizi e le virtù del popolo italiano: sensibile (il ritratto), indulgente (i pipistrelli festosi sulla vetrina), autolesionista (pluri-suicida), spaccone (che ci vuole a portare un SUV). Ciò che ci vuole all'Italia, infatti, è una donna caparbia, coraggiosa, complice, sensuale, compassionevole: una mamma!
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(di carlotta_new)
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cicciodesto
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martedì 31 dicembre 2013
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un film divertente, ma non esageriamo...
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Ho rivisto in televisione questo film un ennesima volta, divertente, carino, ed ero più che curioso di vedere le recensioni di altri utenti. Sono rimasto scioccato nel vedere che per molti è un film da 5 stelle. Siamo impazziti spero? Ok non è un film di pugilato, è la commovente storia di un ex pugile ( o guerriero visti i suoi avversari nei precedenti film), che sceglie di tornare sul Ring a 60 anni suonati, contro un pugile più forte per una serie di motivi prevedibili, classici ma comunque sempre attuali. Il film scorre nel classico stile rocky anche se, a mio parere, esageratamente malinconico e con un finale dei più prevedibili. Per farla breve. Ritengo sia un film da vedere, divertente, con una buona morale di fondo, sicuramente un film piacevole, ma vi prego, chi ha messo 5 stelle a Rocky Balbola, sta insultando il cinema.
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Ho rivisto in televisione questo film un ennesima volta, divertente, carino, ed ero più che curioso di vedere le recensioni di altri utenti. Sono rimasto scioccato nel vedere che per molti è un film da 5 stelle. Siamo impazziti spero? Ok non è un film di pugilato, è la commovente storia di un ex pugile ( o guerriero visti i suoi avversari nei precedenti film), che sceglie di tornare sul Ring a 60 anni suonati, contro un pugile più forte per una serie di motivi prevedibili, classici ma comunque sempre attuali. Il film scorre nel classico stile rocky anche se, a mio parere, esageratamente malinconico e con un finale dei più prevedibili. Per farla breve. Ritengo sia un film da vedere, divertente, con una buona morale di fondo, sicuramente un film piacevole, ma vi prego, chi ha messo 5 stelle a Rocky Balbola, sta insultando il cinema. Invito quindi i fan di Rocky e/o di Sly, ad essere più obbiettivi la prossima volta che esce un suo nuovo film. Di questo passo finiremo per dire che i Mercenari è un film capolavoro!!
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paolomiki
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domenica 25 agosto 2013
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malinconico
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La storia di un uomo,di un uomo con le sue passioni e le sue disgrazie.La storia della vita, o meglio come la si dovrebbe affrontare quando imperversa anche la tempesta del tempo. Splendido!!
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toty bottalla
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sabato 27 aprile 2013
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nessuno colpisce duro come la vita...!
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La scena nella quale rocky parla al figlio fuori dal suo ristorante, è una lezione di vita buona per tutti, e lì che stallone da il meglio di se, concedendoci poi una fase spettacolare credibile solo nella sua metafora, il grande sly si congeda con stile dalla saga che lo ha reso un artista celebre e amato in tutto il mondo, il film, che non è un capolavoro, offre comunque degli spunti di riflessioni introspettive degne di considerazione, questa la mia valutazione della serie: (rocky voto 9) (rocky II voto 7) (rocky III voto 7) (rocky IV voto 6,5) (rocky V voto 5) (rocky balboa voto 6,5) ottimo il cast durante tutta la serie e straordinarie le musiche di suggestivo sostegno all'azione.
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La scena nella quale rocky parla al figlio fuori dal suo ristorante, è una lezione di vita buona per tutti, e lì che stallone da il meglio di se, concedendoci poi una fase spettacolare credibile solo nella sua metafora, il grande sly si congeda con stile dalla saga che lo ha reso un artista celebre e amato in tutto il mondo, il film, che non è un capolavoro, offre comunque degli spunti di riflessioni introspettive degne di considerazione, questa la mia valutazione della serie: (rocky voto 9) (rocky II voto 7) (rocky III voto 7) (rocky IV voto 6,5) (rocky V voto 5) (rocky balboa voto 6,5) ottimo il cast durante tutta la serie e straordinarie le musiche di suggestivo sostegno all'azione. Saluti.
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