Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Duccio Chiarini |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | 3,17 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 agosto 2023
Un film che ripercorre la carriera di Italo Calvino attraverso uno dei suoi capolavori "Il barone rampante".
CONSIGLIATO SÌ
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Il centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923 - 19 settembre 1985) è occasione per tornare sull'opera dello scrittore e approfondire i contesti che ne hanno marcato l'opera. In particolare, "Il barone rampante", uscito nel 1957, si rivela chiave d'accesso, punto di vista privilegiato per meglio avvicinarsi al suo sentire e al metodo. In Cosimo, il ragazzino protagonista del romanzo che si allontana dal consorzio umano per osservarlo dall'alto degli alberi, si può quindi intravedere il giovane Calvino, partigiano della Brigata Garibaldi durante la Resistenza, che, deluso dalla posizione del partito sull'invasione sovietica dell'Ungheria, proprio nel 1957 abbandonò il PCI. Fu Calvino stesso ad ammettere la prossimità tra i temi del romanzo e "le cose che mi stanno a cuore", come scrisse a un amico in una lettera riportata nel film. Una posizione, quell'osservare dai rami, che non va confusa con disinteresse o misantropia ma piuttosto interpretata come distacco partecipe e attento. "Ogni cosa vista da lassù era diversa, e questo era già un divertimento", dice la voce di Manuela Mandracchia, che legge alcuni estratti dal romanzo.
Scrivendo il film con Sofia Assirelli, Duccio Chiarini (Hit the Road, nonna, L'ospite) lavora di continuo sulla relazione proficua tra lontano e vicino, fuori fuoco e a fuoco, campo lungo e dettaglio, riscontrando nelle pagine dello scrittore e nella sua forma mentis gli strumenti della regia cinematografica, del découpage.
Lo fa prima di tutto posizionando la macchina da presa nei luoghi cruciali per l'autore: il primo è la Villa La Meridiana di Sanremo (trasfigurato, nel romanzo, nel paesino ligure settecentesco di l'Ombrosa). È lì che i genitori - Mario Calvino, agronomo, ed Eva Mameli, botanica, entrambi direttori, in momenti diversi, della Stazione sperimentale di floricultura - trasmisero a Italo il gusto dell'osservazione. Un principio conoscitivo che si rifletterà sulla tensione alla massima precisione del suo lessico, verso fraseggi sempre più netti e naturalmente visualizzabili in immagini. Che si tratti delle ricognizioni sensoriali di "Palomar", delle riflessioni esistenziali di "La giornata d'uno scrutatore" o delle avventure del giovane Pin di "Il sentiero dei nidi di ragno", il punto di partenza, il motore della narrazione è il dettaglio, il gusto dello scoprire il grande attraverso il piccolo, divertendosi; quell'"essere fuori ma essere dentro" che è precondizione dell'ironia. Il film interpella vari studiosi di letteratura che illuminano in modo puntuale passaggi biografici e nodi tematici. In misurato equilibrio tra una chiara intenzione didattica e la celebrazione di un intellettuale cosmopolita ed eclettico, si immerge nella poetica calviniana - dal postumo "La strada di San Giovanni" alle esperienze di Cantacronache e del gruppo OuLiPo, a "Palomar" - ancorandola a fonti dirette: Ernesto Ferrero, ex direttore editoriale della Giulio Einaudi, lo storico ed editore Walter Barberis, Martin Rueff, traduttore francese per Gallimard e acuto interprete della sua "immaginazione visuale".
Anche quando l'azione si sposta in altri luoghi cruciali come Parigi ("una gigantesca opera di consultazione") o New York, un corposo apparato di immagini d'archivio e interviste (Arte, Luce Cinecittà, Home Movies) interviene a rendere insolitamente vicino e presente l'oggetto del film, rivelato anche da rare fotografie e brevi film domestici scattati dal padre Mario negli anni '20 e '30. Sforzo di sintesi nitida, ausilio propedeutico, utilissimo anche ai non iniziati, il documentario semina percorsi, instilla la curiosità di (ri)prendere in mano quegli scritti e saperne di più. Per esempio, del rapporto tra Calvino e il cinema e di quella richiesta di Michelangelo Antonioni di collaborare a Blow-Up. In chiusura, le raccomandazioni, o "talismani" (affidati dall'autore ad Alberto Sinigaglia in un'intervista) con cui affrontare il millennio che non ha vissuto. Ma che sarebbe stato curioso di scandagliare col suo sguardo sorridente.
Dalla Storia all'immaginazione, e ritorno. Italo Calvino - Lo scrittore sugli alberi, documentario prodotto da Rai e ARTE, presentato alle Giornate degli Autori 2023, andato in onda l'ottobre successivo e ora disponibile su RaiPlay, racconta il grande scrittore italiano mettendo in relazione la sua vicenda personale - le origini, i paesaggi dell'infanzia, il rapporto con gli eventi del Novecento - [...] Vai alla recensione »
Al più tardi a partire dal 1998, l'anno in cui uscì il bello e fortunato saggio di Carla Benedetti, intitolato Pasolini contro Calvino si è soliti polarizzare la letteratura italiana intorno a questi due grandi scrittori e intellettuali. Senonché mentre Pasolini, al netto degli anniversari (nonché, va detto, a causa delle circostanze tragiche della sua morte) sembra non aver mai cessato di essere presente [...] Vai alla recensione »
Cuba, Sanremo, Parigi, Torino, Roma e l'Ombrosa del Barone Rampante, come centro di gravità permanente. Duccio Chiarini, a cento anni dalla nascita, costruisce uno reticolato spaziale intorno a Italo Calvino attraverso i luoghi topici della sua esistenza. Vita, opere, amori, delusioni, ripensamenti di uno scrittore, partigiano, editore, militante, comunista (poi disilluso).