La canzone della Terra

Film 2023 | Documentario, +13 90 min.

Titolo internazionaleThe song of earth
Anno2023
GenereDocumentario,
ProduzioneNorvegia
Durata90 minuti
Al cinema9 sale cinematografiche
Regia diMargreth Olin
AttoriJørgen Mykløen, Magnhild Kongsjord Mykløen .
Uscitalunedì 15 aprile 2024
TagDa vedere 2023
DistribuzioneWanted
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 2,60 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Margreth Olin. Un film Da vedere 2023 con Jørgen Mykløen, Magnhild Kongsjord Mykløen. Titolo internazionale: The song of earth. Genere Documentario, - Norvegia, 2023, durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 15 aprile 2024 distribuito da Wanted. Oggi tra i film al cinema in 9 sale cinematografiche Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,60 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi La canzone della Terra tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento sabato 13 aprile 2024

Il documentario riflette su cosa significhi essere veramente connessi alla natura nell'esperienza naturalistica-cinematografica più sorprendente dell'anno.

Consigliato nì!
2,60/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,30
PUBBLICO 1,00
CONSIGLIATO NÌ
I paesaggi mozzafiato della Norvegia, stagione dopo stagione. Tra osservazione naturale e diario familiare.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 2 aprile 2024
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 2 aprile 2024

"Da quando ero bambina ho desiderato seguire i tuoi passi". Una voce over commenta la ripresa dall'alto di un uomo che si inoltra a piedi in un vasto paesaggio innevato. È la voce di Margreth Olin, documentarista norvegese nata nel 1970. L'uomo che procede con le bacchette da camminata nordica è suo padre, Jørgen Mykløen, amante della natura e suo punto di riferimento. Il genitore che, quando lei era piccola, invece di leggerle una storia, l'ha sempre portata fuori, a camminare, mostrandole come prendersi il tempo necessario per osservare la natura. Il paesaggio, protagonista del film, è quello, magnifico, della valle di Oldedaden, nella parte Sud Ovest della Norvegia. Nello specifico, del suo più grande ghiacciaio, il Jostedalsbreen.

La regista torna per un anno, dopo una lunga assenza, in quei luoghi immersi in un silenzio raro, avvolti nella luce e nei riflessi dell'acqua e del ghiaccio, dove la natura si mostra in tutta la sua maestosità e onnipotenza.

Lo fa per raccontare in immagini il riavvicinamento ai genitori, padre di 84 anni e madre di 9 anni più giovane, ancora innamorati, anche nel canto, e il difficile tentativo di adattarsi all'inevitabile trauma del distacco da loro.

Già in selezione al Festival di Toronto, La canzone della Terra è stato candidato dalla Norvegia come miglior film agli Oscar 2024 e tra i produttori esecutivi figurano Liv Ullmann e Wim Wenders. Scandito in capitoli che seguono le stagioni, dalla primavera all'inverno, è un incrocio particolare tra il documentario di osservazione e il ritratto familiare autobiografico. Monitorando l'evoluzione del paesaggio, Olin ripercorre anche una linea genealogica, che corre dal tempo degli avi fino al presente. Da una dimensione essenziale, dalle condizioni di vita estreme, fortemente dipendente dalla natura e dalla sua volontà incontrastabile, a un'era segnata dall'impronta umana, in cui ogni ecosistema è minacciato e deve essere preservato, in nome del rispetto dovuto alle generazioni precedenti e per la sopravvivenza della specie.

Non c'è immagine in La canzone della Terra che lasci indifferenti e tutte passano attraverso lo sguardo innamorato di Olin, a sua volta appreso da Jørgen, che le fa tuttora da guida tra i fiordi. Un ghiacciaio che si scioglie, slavine che tingono l'aria di bianco, cascate imponenti, vegetazione che continua a crescere e rigenerarsi, incurante. Come l'abete piantato dal padre di Jørgen, che si impone sulla vallata e ricorda il passaggio tra generazioni e il dovere di conservare ciò che la nostra specie ha ereditato.

La particolarità principale del film è appunto la connessione e l'oscillazione tra le immagini grandiose e gli aspetti personali messi in scena dalla regista, il rincorrersi tra la storia del mondo e di una famiglia. Tale lavoro di raccolta e accostamento si deve a cinque diversi direttori della fotografia (due dedicati ai droni, uno alle riprese subacquee) e a differenti droni che avvolgono le cime e sovrastano spazi enormi, ma anche a dettagli ravvicinatissimi di fiori ed epidermidi, corrispettivi umani delle cortecce vegetali. Perché la natura è un organismo vivente con dei limiti, esattamente come il nostro corpo.

Le macchine da presa di Olin abbracciano infatti il gigantesco e il minuscolo, l'immenso e il particolare con lo stesso sentimento di meraviglia, gratitudine e amore per tutto ciò che vive. Immergendoci in questo habitat unico e affascinante, il film insiste sulla relatività dell'umano, la sua assoluta irrilevanza all'interno di un sistema più ampio. Ma anche sulla sua disponibilità ad amare il pianeta, anche quando questo la respinge o le strappa le persone amate. In una miscela inestricabile di innegabile perizia tecnica e riflessione esistenziale, profondamente ecologica.

Sei d'accordo con Raffaella Giancristofaro?
Powered by  
FOCUS
INCONTRI
venerdì 12 aprile 2024
Luigi Coluccio

Jørgen ha 85 anni, Magnhild 76. Sono i genitori di Margreth Olin, la figlia che ora torna a casa per via delle restrizioni dovute alla pandemia. Margreth sente che deve in qualche modo iniziare a riflettere sulla possibilità di perdere i propri genitori. Così inizia a filmare, filma e cammina con il padre lungo gli scenari mozzafiato dell’ovest della Norvegia, la loro casa natale. Passa un anno e quello che ne viene fuori è il documentario La canzone della Terra, diario personale e monito collettivo, con produttori esecutivi Wim Wenders e Liv Ullmann, scritto e diretto da Olin, una delle registe più conosciute – e premiate – del panorama norvegese.

Lunedì 15 aprile il film uscirà in Italia distribuito da Wanted Cinema, e noi abbiamo intervistato la regista Margreth Olin.

Parliamo del tuo cinema e di come vieni identificata come una documentarista che viviseziona i problemi della società norvegese. Ma con i tuoi film, da Self Portrait a Childhood, da Lullaby a Raw Youth, invece hai sempre messo in scena la voglia di vivere, di connettersi, di andare avanti, con figure come Lene Marie Fossen, Joralf Gjerstad e perfino tuo zio Reidar. Senti che c’è una ricerca di questo, del buono, della condivisione, in quello che fai?
Penso di sì. Ho fatto diversi film sociali e politici, su temi che credo debbano essere portati alla luce. Ma voglio lasciare della speranza nelle mie opere, voglio dare al pubblico la possibilità di avvicinarsi a situazioni e persone a cui normalmente non guardano. Ho fatto un film su dei richiedenti asilo, tutti minori, e sembra che ci siamo “noi” e “loro”, ma pensando a “loro” pensi ai “nostri” figli e a come sarebbe essere espulsi dalla Norvegia e riportati nel loro paese d’origine al compimento del diciottesimo anno d’età. Quando entri in contatto con delle persone, qualunque sia la loro situazione, si attiva sempre questa scintilla, questa fiamma, che è dentro tutti noi, che sta nel profondo di ognuno di noi. Cerco sempre di arrivare a quel livello quando incontro e racconto le persone.

Tu sei cresciuta a Stranda, nell’ovest della Norvegia, e ti sei trasferita altrove trenta anni fa. Torni a casa per cercare di capire i tuoi genitori e tuo padre dice “Avremo bisogno di un anno. E dopo finalmente capirai”. Così iniziate a camminare insieme lungo la valle di Oldedalen nel Nordfjord. In Norvegia c’è una cosa chiamata “Friluftsliv”, “vita all’aria aperta”, e perfino una legge, “Friluftsloven”, “il diritto a vagare”. Ci puoi spiegare questo sentimento, modo di vivere, che pervade l’intero film?
“Ecologia” deriva dal greco antico “oikos”, “casa”. E la natura è la nostra casa. La Norvegia è una nazione che si estende da nord a sud, con una costa molto lunga, e i norvegesi che vivono in questo paese da generazioni prosperano grazie a quello che ottengono dalla natura (compreso il petrolio, ma questo è un altro problema), pescando o coltivando. Per noi andare “fuori” è andare “dentro”, non diciamo “andiamo fuori nella foresta” ma “andiamo dentro la foresta”. Vuol dire che quando sei all’aria aperta sei con te stesso, incontri te stesso. Quando ad esempio vedi Oldedalen, che è così bella, potente, ti connetti davvero con il tuo io interiore dove ritrovi questa conoscenza che ti dice che noi tutti siamo parte di una casa più grande. Oggi pensiamo che l’uomo sia il centro del mondo, e che quando ci prendiamo cura del pianeta lo facciamo per la nostra economia, ma per me, mio padre e tante altre persone è diverso. Per noi quando si è mezzo alla natura, circondati dalle altre forme di vita, non si è soli. Ho voluto fare questo film per dare alle persone l’opportunità di riconnettersi con la natura, per questo il ritmo del film è così lento, per far sentire il battito della natura e di noi stessi, per armonizzarli, per ascoltare la canzoni e le storie della Terra.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 17 aprile 2024
Tonino De Pace
Duels.it

L'intento di Margreth Olin, regista norvegese, è quello di omaggiare con il suo film che arricchisce la già discretamente ricca filmografia, al contempo il suo Paese e i suoi genitori. È in questo senso che il film diventa una ossessiva e piacevole immersione nella memoria del passato delle famiglie d'origine alla ricerca di piccoli o grandi episodi che hanno segnato quelle esistenze, ma lo scandaglio [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 aprile 2024
Marco Bolsi
Sentieri Selvaggi

L'uomo delle società moderne ha sempre manifestato in certi momenti della sua vita o in alcuni periodi storici il bisogno di tornare a un contatto reale con la natura, che restituisse il senso più profondo dell'esistenza proprio in virtù di un rapporto atavico di osmosi: dare e ricevere o viceversa togliere e perdere, laddove non si tratta mai di uno scambio paritario ma di una bilancia che irrimediabilment [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 aprile 2024
Davide Maria Zazzini
La Rivista del Cinematografo

È un vero peccato che sia proiettato in sala solo per quattro giorni complessivi (dal 15 al 17 aprile e poi lunedì 22 in occasione delle Giornata mondiale della Terra) questo doc di Margreth Olin: una piccola gemma ecologista, meditabonda e lirica, che, col passo felpato, sguardo estasiato e volteggio lirico, incornicia e sostanzia il privato con l'universale, la sua famiglia con la Natura, gli anziani [...] Vai alla recensione »

martedì 9 aprile 2024
Giulia Bona
Film TV

«Sono affascinato dalle storie che la natura può raccontare», dice il padre della regista Margreth Olin, abilissima ad ascoltare le canzoni della Terra. Di ritorno nella natia valle di Oldedalen, in Norvegia, Olin riprende per un anno intero i genitori insieme a fiordi, montagne, fauna di quella wilderness nordica, componendo un maestoso ritratto familiare e territoriale.

NEWS
NEWS
venerdì 5 aprile 2024
 

Il documentario riflette su cosa significhi essere veramente connessi alla natura nell'esperienza naturalistica-cinematografica più sorprendente dell'anno. Vai all'articolo »

TRAILER
venerdì 29 marzo 2024
 

Il doc di di Margreth Olin sarà al cinema il 15, 16, 17 e tornerà il 22 aprile, in concomitanza con la Giornata mondiale della Terra. Guarda il trailer »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati