Anno | 2019 |
Genere | Fantascienza, Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Sheree Folkson, Omar Madha |
Attori | Jake Abel, Katee Sackhoff, Selma Blair, Justin Chatwin, Samuel Anderson Jessica Camacho, Tyler Hoechlin, Greg Hovanessian, Blu Hunt, Dion Riley, Lina Renna, Parveen Dosanjh, Chanelle Peloso, Alexander Eling, Ian Hawes. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 luglio 2019
L'astronauta Niko Breckenridge e il suo giovane equipaggio affrontano un pericolo inimmaginabile mentre si recano in una missione ad alto rischio per esplorare la genesi di un artefatto alieno.
CONSIGLIATO N.D.
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Quando un misterioso manufatto alieno cade sulla Terra, la Comandante Niko Breckinridge si mette alla guida della prima missione interstellare dell'umanità verso il pianeta da cui proviene, mentre suo marito cerca di stabilire un contatto con lo strano oggetto di persona. Another Life esplora il miracolo della vita in un universo quasi privo di essa, esaltandone il valore e mostrando cosa si arriva a fare per proteggere i propri cari.
Un prodotto di seconda fascia che inanella senza sosta una impressionante quantità di cliché fantascientifici
Recensione
di Andrea Fornasiero
In un futuro imprecisato, ma non troppo remoto, la Terra è ancora piuttosto riconoscibile, il giornalismo è dominato da una star dei social media e l'umanità è tornata alla corsa spaziale con navi in grado di viaggiare più veloce della luce, oltre che con la tecnologia per mantenere in stasi i corpi incoscienti dei passeggeri. Tutto questo è stravolto dall'arrivo sulla Terra di una misteriosa nave che a contatto con il terreno si trasforma in una specie di torre di cristallo, chiamata semplicemente artefatto. Erik è lo scienziato a capo del team di ricerca, mentre sua moglie Niko comanda la nave Salvare diretta verso Pi Canis Majoris, il sistema solare da cui sempre provenire il misterioso artefatto.
Another Life, nella sua prima stagione da dieci episodi, riesce a inanellare una impressionante quantità di cliché fantascientifici, mischiando Arrival, Fanteria dello Spazio, Star Trek, Alien e via dicendo senza mai trovare una chiave originale né convincente.
Che si tratti di un prodotto di seconda fascia è già evidente dalle primissime sequenze, quando l'astronave aliena a forma di nastro di Möbius si cristallizza e gli effetti speciali sono a dir poco deludenti. Nel cast troviamo Selma Blair e Katee Sackhoff, molto amata dai fan della sci-fi per il ruolo di Kara Thrace in Battlestar Galactica, ma tanto quella serie fu tesa e rivoluzionaria quanto qui si sguazza nel dejà vu. Oltretutto è un riciclo di seconda generazione, visto che già la recente Nightflyers, sempre su Netflix, aveva cercato di mettere insieme più o meno malamente vari elementi fantascientifici, anche se per lo meno là il budget era dignitoso (e comunque non è bastato a garantirle il rinnovo).
Al di là degli effetti speciali e di una regia standardizzata (con le riprese storte quando la situazione si fa tesa sulla nave), il problema di Another Life è soprattutto di scrittura sia dal punto di vista logico, sia nelle caratterizzazioni dei personaggi. Non si capisce per esempio perché una missione così cruciale sia affidata a una sola nave, che oltretutto è capace di contattare la Terra quasi in tempo reale ma di fronte a problemi molto gravi non si consulta mai con il comando militare. Si cerca insomma di tenere tutto in famiglia e soprattutto sulle spalle di Niko, tormentata comandante che l'equipaggio rifiuta perché più legato a un altro leader.
L'unico vero alleato di Niko sembra essere William, l'intelligenza artificiale della nave che si manifesta come ologramma - e sembra però incapace di ubiquità o di registrare eventi chiave. Un'intelligenza artificiale che oltretutto viene dotata di emozioni fin troppo umane, tanto far scadere le sue interazioni con Niko fino al melodramma verso il finire della stagione.
Katee Sackhoff subisce il più consueto dei typecasting nei panni dell'ennesima donna tosta, che è stata messa al comando perché in passato ha saputo fare scelte difficili, anche se la sua coscienza ne sta ancora scontando le conseguenze. Ci sono poi i soliti tecnici, dal biologo al meccanico, dall'informatico al medico, e in più c'è un diplomatico figlio di papà che nessuno vuole intorno. C'è la testa calda, sempre pronta a lamentarsi ma pure disposta al sacrificio, e in linea con la serialità moderna c'è anche una trans, su cui nessuno ha niente da dire perché siamo in un futuro più civile del nostro presente. Sulla Terra in compenso sembra di stare ai giorni nostri, con la giornalista che si comporta come una influencer e sbandiera a destra e a manca i suoi 250 milioni di follower. Ovviamente la sua si fa presenza sempre più sinistra, tanto da rendere quasi simpatici i militari, anche rispetto allo scienziato Erik che cerca di comunicare in tutti i modi con la torre di cristallo, ma è interpretato in modo eccessivamente sopra le righe da Justin Chatwin.
Il cast, come quasi sempre in questi casi di sci-fi a scarso budget, è un altro problema non da poco, visto che a parte la protagonista gli altri sono volti piuttosto anonimi, legati a personalità debolissime e spesso con i consueti cliché. Per esempio il tizio robusto è anche quello più distratto, causa di vari errori e ingegnoso solo nel trovare il modo di procurarsi qualcosa da fumare. Per cercare di dare un senso all'equipaggio si ricorre poi all'abusato triangolo sentimentale, che raramente però abbiamo visto dipanarsi in modo così poco appassionante. C'è dunque ben poco da salvare di Another Life e chi su Netflix si sentisse orfano di The Expanse o cercasse la nuova Battlestar Galactica farebbe meglio a guardare altrove.
Purtroppo già guardando le caratterizzazioni di alcuni personaggi si capisce che qualcosa non va e la storia procede come un manuale inverso di tutte le dabbenaggini e ingenuità che da quando esistono le pellicole di fantascienza, portano disastro e guai garantiti ai protagonisti, il tutto fatto con una puntualità e precisione quasi comica.