La musica del silenzio

Film 2017 | Biografico, +13

Regia di Michael Radford. Un film con Antonio Banderas, Jordi Mollà, Toby Sebastian, Luisa Ranieri, Ennio Fantastichini. Cast completo Titolo internazionale: The Music of Silence. Genere Biografico, - Italia, 2017, Uscita cinema lunedì 18 settembre 2017 distribuito da QMI. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,04 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 24 aprile 2018

Raccontato in prima persona dal punto di vista di Bocelli attraverso l'alter ego Amos Bardi il film ripercorre la vita del tenore.

Consigliato sì!
3,04/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
La vita di Andrea Bocelli e la sua partecipazione come presenza e voce guida nel film.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 18 settembre 2017
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 18 settembre 2017

Amos Bardi - alter ego di Andrea Bocelli - nasce con il dono di una voce che si manifesta di gran pregio fin da bambino, nello stesso tempo però soffre di un glucoma che lo rende quasi cieco. La malattia lo costringe a un calvario di interventi chirurgici. Presto Amos deve separarsi dalla famiglia per entrare in istituto per non vedenti e imparare il Braille. Un giorno una pallonata che lo colpisce alla testa lo porta alla cecità totale. Nonostante tutto Amos non si arrende. La musica e il canto fanno ormai parte della sua vita. Non è mai facile realizzare un biopic. Bisogna decidere se seguire la vita del personaggio in ordine cronologico oppure privilegiarne una parte stabilendo inoltre quanto possa essere 'cinematografico' e quanto invece vada espunto o adattato alle esigenze dello schermo. Le cose si complicano poi ulteriormente se il soggetto della narrazione è vivente ed ancora in piena attività.

Michael Radford, essendone consapevole, ha saputo evitare questo genere di problemi ed ha addirittura avuto la duplice collaborazione di Andrea Bocelli in qualità di collaboratore alla sceneggiatura e come presenza e voce guida nel film.

Bocelli a sua volta ha saputo fare saggio uso delle opportunità offertegli a differenza di quanto accadde a un altro grande del canto, Luciano Pavarotti, che in Yes, Giorgio si fece confinare in un film di scarso valore. Qui invece è l'artista in prima persona a dare il beneplacito al proprio personaggio sin dall'inizio, battezzandolo con il nome che ha dato al suo primogenito: Amos. La tranche de vie che viene scelto di raccontare è quella che, dalla nascita, arriva fino alla prima esibizione al Festival di Sanremo. Si assiste così al progressivo (e a un certo punto traumatico) ingresso nella cecità totale di un bambino che sin da piccolo ha conosciuto la sofferenza e che ha lottato, da quando ne ha avuto la consapevolezza, contro gli stereotipi che tuttora assediano i privi della vista. Il fil rouge che attraversa il film è la determinazione e la forza d'animo (non priva di tentazioni di cedimento) che gli ha consentito di superare i giudizi negativi anche di cosiddetti esperti e di interiorizzare regole e comportamenti di vita finalizzati all'uso di un talento come è quello di una voce non solo impostata ma capace di trasferire emozioni.
Robert Bresson diceva che il cinema sonoro aveva valorizzato l'uso del silenzio. Andrea/Amos ha imparato che è proprio l'attenzione al silenzio a consentirgli di sviluppare al massimo livello per lui possibile l'uso della voce. È a questo percorso di crescita interiore che si trasforma in professionalità che Radford dedica la propria attenzione. Ai successi internazionali e alla notorietà a livello planetario viene lasciato lo spazio di una breve ma efficace documentazione a cui fa seguito una dichiarazione dello stesso Bocelli che sintetizza efficacemente il suo pensiero sul senso della vita.


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 2 ottobre 2017
M.Raffy

Un film delicato e intenso, che ripercorre la vita di un artista dal grande talento. Una voce che accompagna la storia di un bambino, che dalla campagna toscana raggiunge il palcoscenico, continuando a perseguire il suo sogno, diventare un cantante d'opera. Un sogno che appare quasi impossibile e che si realizza con il sacrificio, l'impegno e la tenacia.

FOCUS
INCONTRI
lunedì 18 settembre 2017
Olivia Fanfani

Amos Bardi - alter ego di Andrea Bocelli - fin da giovanissimo presenta una dote innata per il canto. Affetto da un glaucoma che lo rende quasi cieco, è costretto ad affrontare numerosi interventi chirurgici e, in età scolare, a separarsi dalla famiglia per entrare in un istituto per non vedenti e imparare il Braille. Nonostante un incidente aggravi la sua malattia, Amos non si arrende a chi scredita il suo talento e farà di tutto per coronare il suo sogno per diventare un tenore.

"Ho cercato di rispettare l'umanità dei personaggi, cercando di fare un film che fosse il più italiano possibile, anche se gli attori recitavano in inglese. La grande sfida è stata quella di non cadere nei luoghi comuni con cui a volte vengono rappresentati gli italiani."

Presentato in anteprima mondiale a Firenze domenica 17 settembre, il film è un biopic che racconta oltre quarant'anni di vita del Maestro, attraverso un "linguaggio [cinematografico] diverso da qualsiasi altro". Consapevole di questo, Radford ha voluto "drammatizzare" alcuni snodi salienti del passato del Tenore che, da parte sua, "ha lasciato piena libertà agli autori in fase di scrittura, per una chiara reinterpretazione dei fatti."
Andrea Bocelli ha seguito le riprese con "l'interesse di chi si avvicina a un mondo che conosce poco o niente, con curiosità e una specie di ansia di sapere, di capire e di conoscere." Su Toby Sebastian, che ha interpretato il suo alter-ego, si esprime con un lungo elogio: "ha colto l'essenza del mio modo di comportarmi, di muovermi. Lui mi ha incontrato nei luoghi dove ho vissuto l'infanzia, mi ha visto a cavallo, mi ha osservato nella quotidianità. È stato bravissimo." Al suo fianco, Luisa Ranieri è la madre di Amos, una "donna molto determinata a sostenere il talento del figlio. Che ha sempre lasciato la possibilità al giovane di sperimentare, senza essere esageratamente apprensiva." Nonostante siano state tante le difficoltà incontrate nel tratteggiare il disegno psicologico del personaggio, dichiara quanto "da mamma italiana, ho fatto molta fatica a mettere da parte le preoccupazioni nei confronti del piccolo Amos. Col regista abbiamo lavorato per sottrazione, cercando di andare oltre la malattia per mettere alla prova il bambino come faceva lei."
La Musica del Silenzio è un film in cui l'attenzione si concentra sull'umanità delle persone che da sempre circondano Andrea/Amos e i luoghi in cui ha vissuto la giovinezza e l'infanzia. Trasposizione di un libro che ha un messaggio preciso, nelle parole di Bocelli, è una denuncia al caso che "non esiste, è un'illusione. Perché anche il talento in sé per sé non è un merito personale." Un messaggio di cui fare tesoro per capire le origini e la caparbietà che hanno condotto Bocelli ad essere oggi un'eccellenza della musica classica e un uomo fermamente convinto che ogni vita risponde a una regia ben precisa.

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