Advertisement
Il fascino indiscreto dell'amore, non riesco mai ad essere troppo serio

Il regista Stefan Liberski parla del suo ultimo film.
di Paola Casella

Pauline Etienne (35 anni) 26 giugno 1989, Bruxelles (Belgio) - Cancro. Interpreta Amélie nel film di Stefan Liberski Il fascino indiscreto dell'amore.

martedì 26 maggio 2015 - Incontri

Stefan Liberski è multitasking: regista, attore, scrittore, comico (un suo spettacolo televisivo di cabaret, "in cui tutti facevamo tutto: attori, autori, cameramen, tecnici del suono", è stato campione di ascolti in Belgio). Dopo un passaggio in anteprima al Festival Rendez Vous Liberski presenta il suo ultimo film da autore e regista, la commedia romantica Il fascino indiscreto dell'amore, basata sull'omonimo romanzo della connazionale Amélie Nothomb, in sala da giovedì 28 maggio.

È stato difficile adattare il romanzo per il grande schermo?
Non facilissimo, anche perché era il mio primo adattamento letterario. All'inizio credevo che fosse più semplice che inventarsi una sceneggiatura di sana pianta, ma ho scoperto che è un'illusione, e a volte anche una trappola. Ci ho messo due anni a scrivere il copione e a liberarmi della pagina scritta, per evitare di dirigere una fotocopia del romanzo.
Ha chiesto l'aiuto della Nothomb?
Sì, le avevo proposto di scrivere insieme la sceneggiatura, ma lei mi ha risposto che non è il suo mestiere.
Rispetto al romanzo, il film Il fascino indiscreto dell'amore sposta l'ambientazione dagli anni '80 al presente. Come mai?
È stata innanzitutto una scelta produttiva: non aveva senso recuperare le Toyota anni '80 per riscostruire un'epoca che, in Giappone, è stata definitivamente cancellata. Quando però abbiamo aggiornato la storia al presente mi sono reso conto che non potevo non includere la catastrofe di Fukushima, che era appena accaduta e aveva bloccato la produzione del film. Dunque ho cambiato il finale del romanzo per inserire quell'evento e renderlo parte della storia di un amore impossibile.

Qualcuno ha definito Il fascino indiscreto dell'amore un incrocio fra Lost in Translation - L'amore tradotto e Il favoloso mondo di Amélie. È d'accordo?
Mah, sono definizioni che fanno vendere, e di certo il paragone non mi offende, ma, pur avendo visto entrambi i film, mentre giravo non ho mai pensato né all'uno né all'altro. E di certo non ho copiato.
Il fascino indiscreto dell'amore affronta il tema delle aspettative che si hanno rispetto ad altri Paesi. Lei che impressione ha avuto del Giappone?
Arrivando in Giappone ci si accorge subito che non lo si capirà mai del tutto, perché è un Paese diverso, con la D maiuscola. Questo può generare una reazione di rifiuto o di piacere: a me piace sapere che è quasi impossibile, per noi occidentali, capire i giapponesi, e loro di certo non ci dicono quando sbagliamo nelle nostre percezioni. Pensano: poverini, sono occidentali, non hanno avuto la fortuna di nascere qui, dunque ci perdonano. Bisogna vivere a lungo in Giappone per cominciare a capire la sua gente, le sfumature infinite della lingua, dei comportamenti. Non basta imitare i loro atteggiamenti, persino l'angolazione in cui si posizionano l'uno rispetto all'altro è irriproducibile: impossibile replicare le loro geometrie spaziali.

L'ironia è la cifra del suo cinema?
Direi della mia persona. Non riesco mai ad essere troppo serio. Come scrive Yasmina Reza, "Il mondo intorno è già così pesante che se aggiungiamo qualcosa di nostro, dobbiamo almeno avere la cortesia di renderlo leggero". Per questo adoro la commedia all'italiana, sempre in bilico fra le lacrime e il riso.
Lei ha iniziato come assistente di Federico Fellini ne La città delle donne. Come vi siete incontrati?
Avevo conosciuto Liliana Betti, la sua assistente da Giulietta degli spiriti in poi, alla Mostra del cinema di Venezia, e lei mi aveva suggerito di venire in Italia a tentare la fortuna nel cinema. Una volta a Roma, mi sono innamorato di una romana che lavorava con Fellini e sono entrato nel suo giro, anche se più che l'assistente alla regia facevo il tuttofare volontario. Sono rimasto per tre anni, poi sono tornato in Belgio a fare il regista pubblicitario e poi televisivo, per approdare infine al cinema.
Che ricordo ha di Fellini?
Era intelligentissimo, capiva al volo le persone. Ti faceva lo scanner e individuava subito le tue debolezze, con cui poi giocava, prendendoti in giro. Era divertente, ma faceva anche paura per quella sua capacità intuitiva che aveva qualcosa di magico.

E la sua storia d'amore con la collega romana, com'è finita?
È finita, e questo ha contribuito a farmi andare via dall'Italia. Ma ogni volta che tornavo a Roma ne ritrovavo il fantasma. Solo adesso, venendo qui a presentare Il fascino indiscreto dell'amore, il fantasma è sparito. Non me ne ero reso conto fino a questo momento: mi ci avete fatto pensare voi.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati